La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 13 - marzo 1996

Il 27 ottobre '91 si svolgono le elezioni presidenziali dove Dudaev raccoglie 1'85 % dei voti ottenendo così la legittimazione popolare. Il 28 ottobre dichiara l'indipendenza da Mosca della Cècenia-Ingusooetija. Zavgaev torna a Mosca da dove diri~e l'opposizione a Dudaev con i mezzi e le anru russe. In pratica, dal settembre 1991 al dicembre 1994, anche se nessuno stato ha riconosciuto l'indipendenza della Cecenia, questa ha avuto un considerevole grado di autonomia nonostante il blocco economico formalmente dichiarato dalla Russia. In realtà, la dichiarazione di indipendenza non suscitò particolari emozioni nè a Mosca nè nel resto del mondo. L'unica reazione negativa all'epoca, fu quella di Ruckoj, che gli è costò la sua posizione politica. Molti a Mosca trovarono addirittura positivo avere all'interno della Russia uno "stato indipendente" che apriva infinite possibilità utili per operazioni poco trasparenti. Erano già cominciate nella zona le guerre di tutti contro tutti, la Georgia contro l'Ossetija del sud e l'Abhazija, l'Ossetija del nord contro l'In~setija, l'Armenia contro l' Azerbajdzan per 11Nagornyj Karabah. In tutte queste guerre si ha notizia di interventi di aerei "senza se~ni di riconoscimento" mentre le prigioni dei v'ari paesi si sono riempite di aviatori russi caduti. Per non avere scontri con il suo vecc;hio amico della guerra afgana, il generale Ruslan Ausev, l'l l marzo 1992 Dudaev ratifica la separazione consensuale della Cecenia dall'Inguetija che, a sua volta, si proclama repubblica indipendente (il contenzioso con gli osseti per la regione di Prigorod è ancora aperto) e aderisce al trattato federativo russo. Cosa che i ceceni non faranno mai. Già in novembre i russi avevano ritirato le proprie forze dal paese lasciandosi alle spalle gli arsenali e le infrastrutture. Non è avventato pensare che questo sia potuto accadere previ accordi ad alto livello. I ceceni smisero di pagare le tasse anche se dalla Russia continuarono a ricevere l'e!e~ricità._ I conflit~i p_iùseri che ~i sono avuti 1n quei tre anni d1 autonomia riguardano essenzialmente il controllo delle riserve di petrolio e di metano che si trovano nel territorio, le raffinerie e i complessi petrolchimici attorno a Groznyj e l'oleodotto per il petrolio, destinato alla Russia e all'esportazione, che passa attraverso la Cecenia provenienti dal Mar Caspio. Il pretesto più evidente per l'invasione della Cecenia, che ha avuto inizio 1'11 dicembre 1994 è stato un supposto colpo di stato di novembre guidato da tale Labazanov. Formalmente doveva trattarsi di una guerra civile tra i "Dudaevcy" e unità armate cecene di opposizioni varie. In realtà, le forze di Dudaev hanno catturato molti soldati russi a Groznyj e li hanno usati come prova della complicità russa nel tentativo di rovesciamento del governo locale. Nonostante la dichiarazione del Ministro della Difesa russa Gracev che garantiva una "guerra lampo" di poche ore, le difficoltà per le forze di invasione russe, 40.000 unità, sono cominciate ancora prima di entrare in territorio ceceno con i blocchi stradali e i sabotaggi di mezzi effettuati dai civili sia in Ingusetija che in Dagestan. Dopo i primi morti tra i civili alcuni generali come Babicev, Gromov, ecc. si sono rifiutati di proseguire. Una volta entrate in Cecenia, le forze russe hanno trovato una forte resistenza che ha causato molte perdite, il cui numero è però tenuto accuratamente nascosto, in ogni caso diverse migliaia di persone. A questo punto, la strategia militare russa è cambiata, passando ai bombardamenti aerei che hanno raso al suolo il centro di Groznyj e molti altri piccoli centri abitati del paese. Questo ha causato un numero imprecisato di morti tra i civili, alcuni rapporti parlano di almeno 50.000 nei primi sei mesi di guerra, con ripetuti episodi di atrocità e massacri ben documentati (Samaski). La situazione militare attuale La situazione militare non è affatto chiara al momento, è estremamente mutevole, è cambiata completamente nel giro di poche settimane, soprattutto dopo i recenti fatti di Pervomajskoe e la pessima figura fatta dai russi, per qon parlare dell'approccio sanguinoso da questi adottato per risolvere la questione degli ostaggi che, pare, non temevano i guerriglieri ceceni quanto temevano i corpi speciali russi. In ogni caso, i russi sono molto lontani dall'aver "vinto" la guerra e i combattimenti continuano, ogni giorno e ogni notte, anche se la capitale e tutto il paese sono militarmente occupati. Oggi si parla di 400.000 soldati russi presenti in Cecenia che occupano tutto il paese escludendo solo le sue parti più montagnose anche se, in realtà, il loro controllo è molto limitato. La notte si sentono spesso gli spari dei combattimenti in corso a Groznyj e PIANETA TERRA

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