lare dei prestiti e degli accordi economici ai quali questa partecipazione da~àvia libera. I governi occidentali sembrano però aver deciso, per molteplici ragioni, già da tempo, che Eltsin rappresenta il minore dei mali nel marasma della stabilità e dell'ordine interno russo. Credo che questa fiducia sia molto mal riposta. Oggi Eltsin è molto impopolare in Russia e ha scarse possibilità di vincere le elezioni presidenziali del giugno '96, se queste si terranno. Durante la sua gestione abbiamo visto un piccolo gruppo, l'l-2 % di ex membri della nomenclatura sovietica, diventare estremamente ricchi con una furba operazione di pseudo-distribuzione della proprietà nazionale a tutto il popolo, anziani e neonati compresi, l'operazione voucher di Cubajs, mentre in realtà la proprietà è stata raccolta, in pochi anni, in mani estremamente selezionate e la maggior parte della popolazione' ha ora perso qualunque diritto di proprietà sui beni statali. Al contrario, larghe masse di popolazione hanno subito un notevole impoverimento e abbassamento dello standard di vita causato dagli enormi aumenti dei prezzi dei prodotti di base e da stipendi e pensioni estremamente bassi, quando vengono pagati, che restano molto al di sotto del minimo vitale. Il risultato più evidente è stato il rapido aumento del numero di persone che vivono al di sotto del livello di povertà e molti settori dell'economia controllati da strutture mafiose. In queste condizioni, lo stile di Eltsin di pesanti interventi militari per la soluzione dei problemi civili, come si è visto per la prima volta con il bombardamento del '93 della Duma e la strage di civili alla torre deila televisione (Ostankino), è stato ripreso con i bombardamenti a tappeto di Groznyj e con molti altri episodi di atrocità commesse ai danni della popolazione civile in Cecenia. L'occidente ha reagito a tutto questo con qualche simbolica condanna e sanzioni non applicate contro la Russia ma, fino ad oggi, la comunità internazionale ha fatto ben poco per portare la Russia ad un minimo di rispetto dei diritti umani in Cecenia. L'occidente ha mantenuto per oltre un anno un perfetto silenzio riguardo a questa guerra, almeno a livello governativo, con momenti di vero contorsionismo politico, come alla parata per la vittoria della II guerra mondiale a Mosca. La causa di questo silenzio potrebbe essere il fatto che alcuni dei governi occidentali (Usa, G.b.) sono direttamente interessati a concludere contratti per il petrolio che passa attraverso il territorio ceceno e quindi ritengono preferibile che questo resti sotto il controllo russo. Le origini del conflitto La Cecenia si trova nella parte settentrionale del Caucaso, tra il Mar Nero e il Mar Caspio. Attualmente ha confini indefiniti con le repubblica russa di lngusetija a ovest (si tratta però sempre di ceceni che solo nella metà del XIX sec. si sono imposti come nuova nazionalità) e un confine più netto con la repubblica russa di Dagestan a est. A nord si trova la regione cosacca di Stavropol', Russia.· Il paese ha un'estensione territoriale approssimativamente pari a Lombardia e Veneto insieme, con una popolazione ante guerra di circa 1.200.000 abitanti, dei quali 400.000 nella capitale Groznyj. Prima della guerra c'erano almePIANETATERRA no 100.000 russi residenti a Groznyj e alcuni villaggi cosacchi nel nord del paese. In ogni caso, la popolazione allora era, almeno per 1'80 %, cecena e questo rapporto adesso è salito con la partenza in massa dei _russi. I ceceni, insieme a ingusci e dagestani, sono musulmani sunniti. Ovviamente, nell'ambito di una più generale rinascita religiosa che ha investito tutta l'ex Urss, anche in Cecenia l'islamismo ha preso fortemente piede. Nella vicina lngusetija ogni paese ha già la sua nuova moschea, in Cecenia questo non è stato ancora possibile, ma lo spirito religioso è avvertibile anche ad un contatto superficiale. Nonostante questo, non ho visto forme di fondamentalismo ma, al contrario, una grande tolleranza nei confronti dei non musulmani e dei non credenti. Le donne non sono velate e hanno una notevole autonomia di azione anche se la struttura sociale resta fondamentalmente patriarcale. La storia del conflitto Molti ceceni inquadrano la guerra in corso in un più ampio contesto di lotta nazionale contro la dominazione colonialista russa in atto da almeno 300 anni e che, per quanto li riguarda, potrebbe continuare per altrettanto tempo. Anche per la generazione più giovane, che non ha vissuto quegli eventi ma ne ha conservato la memoria storica, è ancora fresco il ricordo della deportazione di massa in Kazahstan del 1944, voluta da Stalin, e dei massacri che questo spostamento ha causato con la morte di almeno un terzo della popolazione. Nel 1957 Kruscev ha permesso il rientro alle loro case dei deportati, che però le hanno trovate occupate dai russi, cosa che ha causato tensioni e rivolte immaginabili. Nessuno comunque è mai riuscito a "sovietizzare" questo popolo che ha mantenuto le proprie tradizioni islamiche e nazionali anche all'interno del sistema sovietico. Già all'inizio del secolo nel paese sono state costruite grandi raffinerie di petrolio e complessi petrol-chimici, sia per la raffinazione del petrolio che proviene dal Kazahstan sia per quello che si trova in Cecenia, con personale in larga parte russo, soprattutto per approvvigionare il complesso militare. Dopo il colpo di stato dell'agosto 1991 contro Gorbacev si sono avute rivolte popolari contro le autorità locali comuniste un pò in tutta l'Unione Sovietica. Nelle settimane successive, nella repubblica di Cecenia-lngusetija, il governo di Doku Zavgaev viene rovesciato dal leader nazionalista senerale Djokhar Dudaev, che era stato richiamato, su suggerimento di Kasbulatov, dal Baltico, dove comandava la divisione dei bombardieri, proprio per sostituire il regime comunista di Zavgaev e riconfermare l'mtegrità territoriale del nord del Caucaso. Dudaev aveva avuto da Mosca -i più ampi poteri per eliminare i comunisti ceceni. Ancora non era presidente, ma ne svolgeva le funzioni col titolo, inesistente, di Presidente del Comitato del Congresso Nazionale del popolo ceceno. Dudaev ha saputo diventare, in poco tempo, l'incarnazione del desiderio di indipendenza che il suo popolo ha sempre avuto, fin dalla conquista del Caucaso da parte degli zar, più di 300 anni fa. Si è semplicemente appropriato dell'idea di indipendenza dalla Russia che già esisteva nel paese e, in questo modo, è riuscito ad unire il suo popolo con un ideale comune.
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