La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 13 - marzo 1996

anno lavorammo uniti noi Juarez, il "galiziano" e un altro ragazzo, e tutto andò molto bene. Sapevamo quanto ciascuno di noi lavorava, tenevamo un certo controllo, annotavamo tutto e così ci andò bene. L'anno seguente tornammo a lavorare uniti. Tutti gli altri continuarono a lavorare ciascuno per conto proprio. Nell'annata 8990 facemmo una piccola cassa comune e comprammo un rastrello. Eravamo quattro famiglie e fummo tutte d'accordo. Nel '90 eravamo già soci della grande cooperativa del tabacco e un tecnico ci consigliò di fare i semenzai tutti uniti. Ci dicemmo, è come lavorare tutti insieme sotto un solo padrone: la cooperativa El Sacrificio che è nostra sarà il nostro padrone, con la differenza che dovevamo organizzarci noi e organizzare le risorse. Allora cominciammo a distribuire compiti e non lotti di terreno. Lo chiamavamo distribuzione del lavoro e allora furono eletti i responsabili. Piantammo 10 ettari, però con elpulgon [afidi che attaccano il tabacco] finimmo per raccogliere solo 8 ettari. Raccolti gli otto ettari, ci chiedemmo che fare con il surplus. Dopo aver pagato i debiti, dovevamo pagare il lavoro che ciascuno di noi aveva dato. Prendemmo il quaderno dove ciascuno aveva annotato e da lì prendemmo i numeri. Fissammo dapprima il prezzo dell'ora di lavoro secondo il mercato della zona, e in base a quel prezzo ci pagammo le ore. Ci eravamo messi d'accordo prima: il trattorista avrebbe ricevuto un 30% in più degli altri, uomo o donna non ci sarebbe stata differenza per sesso. Ci eravamo messi d'accordo che il trattorista, quelli che facevano i trattamenti antiparassitari di notte e quelli che lavoravano di domenica avrebbero ricevuto di più. Non era un di più in soldi ma in ore. Il trattorista aveva segnato 1O ore e noi gli ag~iungevamo 30% in più, cioè 3 ore in più. I cnteri furono discussi, li tirammo fuori fra tutti, discutemmo le responsabilità, per esempio un trattorista ha la responsabilità di avere cura di una macchina che è capitale di tutti. Così pagammo, senza ricevuta, sulla fiducia e ci restò la metà del surplus. Che fare? Discutemmo sul fatto che avremmo dovuto lasciare una percentuale per capitalizzare la cooperativa, per i bisogni più urgenti, e poi avremmo distribuito il resto a ciascuna famiglia secondo la percentuale di partecipazione al lavoro. Tutti sapevamo che il nostro capitale è il nostro lavoro. Tutti sapevamo questo, anche chi non sa né leggere né scrivere, il criterio del lavoro era semplice da capire, dobbiamo guadagnare in rapporto al lavoro. A chi venne questa idea? era chiara, era una buona idea ... credo che venne in mente al galiziano. Quando tornavamo ad avere bisogno di soldi, facevamo di nuovo una piccola cassa. Oggi abbiamo molti problemi, diversi modi di pensare, età diverse, ci sono scontri sgradevoli, neppure a me piace che vengano e mi dicano di fare una cosa senza spiegarmi perché. Però oggi abbiamo una motivazione valida, abbiamo una buona coltivazione di tabacco. Mi piacciono gli inizi, perché dopo tutto è facile, dopo la gente si mette a funzionare, arriva gente a consigliare, a interessarsi. La fatica è cominciare, la parte dura, la lotta, sono i momen ti migliori, quando è difficile portare avanti le cose. Io mi rendevo conto che la donna contadina è conformista, che si accontenta di quello che ha, io volevo che non fosse così e che potesse servire anche per altre zone. C'erano donne che facevamo fatica a venire perché fanno fatica a parlare, io dicevo loro "vieni, partecipa, ascolta anche se non vuoi parlare", alcune vennero e fanno parte dell'organizzazione, altre non sono restate. Mi sento contenta perché noi non vogliamo distruggere niente, non vogliamo mettere le donne contro i loro mariti, chiediamo di fare le cose tutti uniti. Le donne che partecipano sono membri titolari della cooperativa, sono loro le socie, sono loro che fanno gli affari. Dovrei mettermi a scrivere le esperienze che abbiamo fatto di anno in anno, tutto quello che abbiamo vissuto". L'iniziativa delle donne È difficile spiegare esattamente perché questo gruppo di donne pensò, nel 1984 (inizio della democrazia) di poter cambiare i propri rapporti di lavoro, la propria vita quotidiana, e di farlo insieme. Il padre delle Juarez si era ammalato, per loro fu possibile sperimentare che ce la facevano a portare avanti tutto il lavoro; il paese da poco si era avviato a programmare progetti collettivi e la produzione del tabacco iniziava in quegli anni un periodo di espansione che fu di importanza cruciale per la riuscita del progetto. Però queste donne allora non erano informate (ora lo sono) delle tendenze internazionali del mercato del tabacco. È difficile dire se la figura del padre fu un ostacolo a che l'idea si sviluppasse prima, però è chiaro che la sua assenza fu un fattore scatenante. Quando il padre si ammalò per quasi un anno, il padrone le informò che difficilmente avrebbero potuto mantenere il contratto di aparceria, perché mancava un uomo; in tale occasione si resero conto delle conseguenze pratiche della subordinazione della donna. Avrebbero potuto accettare la decisione "padronalemaschile" e andare a lavorare da "domestiche". Una delle sorelle confessa "prima di andare a lavorare a servizio, preferisco fare qualsiasi altra cosa; io dico che non è un disonore, però non ci è mai piaciuto, preferivamo sforzarci e fare qualche altra cosa". Hanno cercato di crearsi una alternativa, senza "padrone" e in cui le donne non dipendessero dai padri o dai mariti. Altre donne ebbero la possibilità di immaginarsi nella stessa situazione e accettarono la sfida di partecipare. Donna Justina, una delle anziane del gruppo, ha raccontato i suoi lunghi itinerari, con i figli a carico, alla ricerca di padroni per il tutto il Nordovest durante tutta la sua vita: lei e sua figlia, già sposata, accettarono subito e con entusiasmo il progetto, i mariti si unirono dopo. Il progetto di produrre per proprio conto implicava di non dipendere più dal padrone né degli uomini titolari del contratto di aparceria. Alcune socie di El Sacrificio collaborano con un programma provinciale per le donne e stanno facendo progetti per una cooperativa questa sì di sole donne. Quando fu domandato il perché e se in questa decisione ci si basava sulla esperienza attuale, una di loro parlò chiaramente delle difficoltà di trovare l'accordo sull'organizzazione del lavoro dentro El Sacrificio. I lavori agricoli sono molto pesanti e inoltre gli uomini credono di avere una conoscenza superiore a quella delle donne. Il tema della divisione sessuale del lavoro non è discusso a fondo, è ancora difficile affrontarlo, tanto PIANETA TERRA

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