La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 13 - marzo 1996

mente abbattuta (i prezzi al consumo sono scesi da un aumento di circa il 5.000% nel pieno dell'iperinflazione del 1989 a meno del 6% nel 1993 ); l'economia si è in qualche modo riattivata (il Pnl è aumentato nel periodo 199294, pur con qualche problema circa l'attendibilità delle statistiche governative) e il clima per gli investimenti stranieri è stato sensibilmente più favorevole (almeno fino all'impatto del recente "effetto tequila"). In un paese duramente colpito dalla "sindrome iperinflazionistica" che investiva tutte le sfere.della vita, la ritrovata "stabilità" è stato un risultato estremamente apP.rezzato. Inoltre, 11 programma era stato realizzato nel quadro di un regime formalmente democratico - o almeno senza gli interventi militari che turbarono l'Argentina negli Cinquanta, Sessanta e Settanta. E per la prima volta in molti anni, un programma economico neoliberista non ha impedito a un candidato alla presidenza, e precisamente all'attuale presidente Menem, di vincere le elezioni, fatto che qualche anno fa sarebbe sembrato impossibile 10. Quale stabilità? Mentre la stabilità e una certa crescita dell'economia argentina negli anni 1991-94 hanno conquistato vasti consensi, la forte turbolenza sociale e politica affiorata negli ultimi anni costituisce per certi versi un limite al presunto successo del programma. · È stata anche posta la questione delle condizioni 11 imprescindibili per una strategia di accumulazione o di crescita nel lungo periodo che realizzi una produttiva integrazione all' economia mondiale. Solo in questo caso si potrebbe affermare che l'attuale "modello" avrà una continuità nel futuro. È invece evidente che in Argentina non è stata avviata nessuna strategia di industrializzazione né di esportazione, condizione necessaria per quanto non sempre sufficiente al successo del programma nel tempo. A tutt'oggi il governo non sembra proporre nessuna strategia di accumulazione sul lungo periodo, al di fuori della semplice idea che il programma debba attrarre capitale straniero. E ciò non risolve di per sé i problemi strutturali di base dell'economia argentina, come di nessun altro paese. Negli ultimi anni il grosso dei flussi di capitali entrati in Argentina sono stati di natura speculativa e finanziaria, attratti dai tassi locali di interesse relativamente bassi rispetto a quelli internazionali. Gli investimenti volti ad accrescere la capacità produttiva sono stati minimi, tanto che 1 tassi di investimento reale continuano ad essere bassi12 • Solo l"' effetto tequila" ha mostrato la natura perversa di questi flussi di capitali, che si sono rapidamen~e dirott~ti con effetti disastrosi per l'economia argentma. Il fatto che in alcuni settori - per esempio l'industria e distribuzione alimentare - siano sbarcate nuove imprese transnazionali non significa un aumento della capacità produttiva. Nella maggior parte dei casi si è trattato di una "sostituzione" dell'industria locale, come per l'impatto dei supermercati che hanno finito per spiazzare i centri di vendita di dimensioni piccole e medie con un ulteriore incremento della disoccupazione strutturale. Non è stata disposta nessuna strategia industriale né una congiunta politica scolastica e di ricerca scientifico-tecnologica al di fuori della presunzione che il mercato avrebbe risolto ogni cosa. Inoltre, fissando il cambio al dollaro, si è teso a sopravvalutare il peso argentino. Mentre inizialmente questa fu la chiave di una ritrovata stabilità, la sopravvalutazione del peso ha presto causato scompensi nella bilancia commerciale e dei pagamenti, poiché i prezzi all'interno continuavano complessivamente a crescere più dei prezzi internazionali. Buenos Aires è diventata una delle città più care del mondo. Fino a quando questa situazione possa continuare senza esplodere è molto difficile a dirsi. Sino a tutto il 1994 il governo aveva accumulato sostanziose riserve in moneta estera fornite in larga misura dal suo programma di privatizzazione totale che, prima dell'" effetto tequila", sembrava sufficiente a compensare il deficit crescente della bilancia commerciale. Tale deficit era anche compensato dai flussi di capitale straniero, che si sono ridotti tuttavia nel 1994 con l'aumento dei tassi internazionali di interesse; e così ancor più l"' effetto tequila" ha aggravato l'instabilità di base del modello economico adottato. Per compensare la caduta delle entrate di capitale straniero e per le difficoltà della bilancia dei pagamenti, il governo cominciò a premere per nuove "leggi strutturali", come la piena "flessibilizzazione" dei mercati del lavoro, sulla base dell'assunto che salari più bassi avrebbero compensato gli alti costi e prezzi interni, favorendo maggioriesportazioni 13 · Si dette avvio anche alla privatizzazione dei fondi pensionistici e di vecchiaia, portando nuova acqua (e sostanziose risorse) ancora una volta al settore finanziario dell'economia. Ma la svalutazione mess.icana del dicembre 1994 creò nuovi problemi all'economia argentina. La generale fuga di capitali e i conseguenti ritiri dei depositi bancari ebbero un grave effetto recessivo. Il governo rispose intensificando gli "aggiustamenti", per ristabilire la "fiducia" sui mercati finanziari internazionali. L' effetto iniziale di queste misure fu un acuirsi della recessione con crescenti difficoltà nei pagamenti, che provocarono o misero sull'orlo della bancarotta numerose imprese e banche. Vennero cercati all'estero nuovi fondi per sostenere il sistema finanziario, con la privatizzazione delle banche f rovinciali e una maggiore concentrazione de sistema bancario, attraverso l'assorbimento del portafogli delle banche minori da parte di quelle maggiori. Queste misure non hanno tuttavia investito il nodo della recessione che verso la metà del 1995 ha raggiunto livelli allarmanti. • In questa vicenda è emerso un nuovo quadro istituzionale e statuale che tende a un'alta concentrazione del potere. Fino a che punto esso è compatibile con un sistema democratico? Il radicale programma di "aggiustamento" è stato in larga misura portato avanti scavalcando le normali procedure democratiche. La corruzione, che appare dilagante, può essere vista come intrinsecamente connessa all'enorme concentrazione di potere sviluppatasi in questi anni, e alla mancanza di un'autentica glasnost e di controllo sociale delle decisioni governative attraverso meccanismi democratici. La questione della democrazia nel contesto dell'aggiustamento strutturale si è imposta come uno dei principali terreni di confronto e di lotta. La linea dura in campo economico è stata attuata all'interno di un sistema istituzionale subalterno e che ha visto crescere una poderoPIANETA TERRA

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