La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 13 - marzo 1996

senso storico, questa affermazione non tiene conto del fatto che in prospettiva i due linguaggi della immagine fissa e della televisione assolvono funzioni fortemente distinte· e non conflittuali, servendo più la fotografia a storicizzare gli eventi e la televisione a darne conto immediato, ed è quindi in una interpretazione più ricca del ruolo del fotoreporter che si può trovare il senso attuale della fotografia ~iornalistica. Se pericoli cornamo come fotografi (e ne abbiamo continue dimostrazioni) questi vengono dallo stesso mondo del giornalismo, sempre più appiattito su una dimensione marginale, alla rincorsa della televisione e senza più il riferimento delle inchieste, delle analisi approfondite, dei grandi reportage dai luoghi in cui la realtà è in movimento. La fotografia premiata quest'anno, e che vedete in queste pagine, rappresenta un bambino ceceno nell'atto di fuggire, a bordo di un pullman, dalla zona di guerra. L'autobus è senza tempo, e non ci sono apparenti segni di distinzione della zona geografica, la strada e il paesaggio sono normalmente anonimi; il bambino è calvo, dato che aggiunge drammaticità alla situazione e rende pressoché impossibile l'identificazione etnica; è solo inoltre, guarda negli occhi il fotografo e appoggia entrambe le mani sulla finestra posteriore del pullman nel tentativo di non perdere il contatto con quella realtà che la guerra lo obbliga a lasciare, ma ant::heper chiedere aiuto, attraversare il vetro. È una foto bellissima e apparentemente semplice, ma in realtà complessa e ricca di significati: si presta a molte letture e non permette all'occhio di staccarsene. Parla di guerra, di lutti e privazioni, ma anche di spostamenti, di fughe, di profughi; è piena di disperazione, ma accenna una speranza; è stata scattata in Cecenia, ma nulla lo rivela e il bambino potrebbe essere anche bosniaco, albanese, pàlestinese ... Le foto di guerra, e in generale quelle che raccontano le tragedie, sono divisibili in due categorie: le immagini incentrate sull'orrore e sulla morte, che respingono con il loro raccapriccio, e che talvolta nella loro drammaticità hanno addirittura una funzione .consolatoria per chi guarda, contento in genere d1 non appartenere a quella situazione; e le immagini che invece raccontano la tragedia della vita, il dramma dei sopravvissuti, le loro privazioni, e che coinvolgono chi guarda stabilendo un contatto visivo con chi vive al di là della linea di pericolo. · Questa foto di Lucian Perkins, che lavora per il Washington Post, appartiene senz'altro a quest'ultima categoria, e sembra voler riaffermare il motivo per cui la fotografia è stata inventata: per rendere l'umanità visibile a se stessa. ♦ YQQ.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==