cesso ai servizi sanitari. Quest'ultimo ci è parso il problema più urgente; molti di coloro che hanno permesso di soggiorno, infatti, non sanno come accedere all'assistenza sanitaria e spesso hanno difficoltà linguistiche di comunicazione con il medico di base. Ancora più grave è il problema per i numerosi non regolari, totalmente privi di assistenza sanitaria e che si servivano di ambulatori abusivi gestiti all'interno della stessa comunità cinese, recentemente chiusi dalle forze dell'ordine in quanto vi praticavano persone non abilitate a svolgere prestazioni sanitarie. Ci è sembrato che fornire un servizio di assistenza sanitaria di base fosse una risposta . umanamente e deontologicamente corretta di fronte ad un urgente bisogno di un gruppo di popolazione; lo stesso intervento poteva risultare utile per costituire un osservatorio in grado di raccogliere informazioni sulle condizioni di lavoro e di vita di una comunità diffusamente ed omogeneamente dedita al lavoro e per la quale il lavoro costituisce la principale motivazione della loro presenza in Italia ed è elemento fortemente condizionante lo stile di vita e lo stato di salute. Con l'attività ambulatoriale si .sarebbero potuti cogliere eventuali s.egni di patologie collegate al lavoro e fare filtrare informazioni sulla prevenzione dei rischi lavorativi. In tal modo si poteva anche configurare un ruolo facilitante nell'interfaccia tra immigrati ed istituzioni. Già da tempo anche a Bologna la locale azienda sanitaria ha stipulato convenzioni con associazioni di volontariato per garantire una assistenza sanitaria a coloro che non possono accedervi altrimenti e a tale iniziativa si sta affiancando quella del Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il nostro ambulatorio è. nato presso il distretto socio sanitario della zona di Peretola e Brozzi, anche su stimolo del Consultorio ostetrico-ginecologico e pediatrico pressato da una insistente domanda di prestazioni nel campo della medicina di base. L'iniziativa ha registrato un discreto successo, per quanto recente e poco pubblicizzata con circa 50 accessi di cittadini cinesi nei tre mesi di attività. Non è ancora il caso di fornire dati sulle patologie riscontrate, ma è facile rilevare l'ampia diffusione di ,disturbi legati allo stress di una condizione lavorativa estrema (fino a 16 ore di lavoro al ~iorno) ed alle precarie condizioni di vita sociali e familiari, mentre mancano patologie professionali conclamate, in accordo con quanto già rilevato in altre realtà (15). Le maggiori difficoltà incontrate sono quelle delle modalità di. accesso a prestazioni diagnostiche o terapeutiche specialistiche o di secondo livello, a cui fino ad oggi è stato fatto fronte o con il ricorso a strutture d~ volontariato (come il Centro Stenone) o tramite pagamento da parte degli interessati. Si devono registrare situazioni in .cui l'indisponibilità economica del paziente non _haper~ess<? l'accesso alle necessarie prestaz10m samtane con conseguente aggravamento della patologia e/o alla necessità obbligata del rientro in patria. • Non è prevedibile allo stato attuale l'evoluzione di questa iniziativa, spontanea e nata per accordo tra il responsabile delle attività sociosanitarie di base e quello della medicina del lavoro; c·ertamente il suo futuro è legato a come si vorrà gestire il problema dell'assistenza sanitaria rivolta a tutti gli immigrati prevista dal recente DL 18 novembre 1995, n. 489 sull'immigrazione ma, proprio in questa ottica, ci pare che strutture analoghe a quella da noi creata possano essere incoraggiate ed incrementate. Bibliografia 1 - F. Capacci, G. Ianniello, F. Carnevale. Lavoratori immigrati extracomunitari: un osservatorio ed un programma di intervento. Rivista di Medicina dei Lavoratori, Anno VI n.s. - n.23, 1991 2 - M.E. Davis, A.S. Rowland. 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Perchè questo seminario. In corso di stampa su Atti del Seminario Nazionale "La tutela della salute dei lavoratori immigrati", Bologna 25 novembre 1995 9 - M.Colom.bo, .C.Marcetti, M.Omodeo, N.Solimano. Wenzhou-Firenze. Identità, imprese e modalità di insediamento dei cinesi in Toscana. Architettura vissuta, quaderni della Fondazione Giovanni Michelucci. Angelo Pontecorboli editore, Firenze, 1995 10 - F.Bortolotti, A.Tassinari. Immigrati a Firenze. Il caso della collettività cinese. Ires Toscana, Quaderni n.8, Firenze 1992 11 - A.Marsden. Cinesi e Fiorentini a confronto. Firenze Libri, Firenze 1994 · 12 - O.Zoppi, F.Capacci, F.Carnevale, N.Baracani. Migranti e rischi lavorativi. Salute e Territorio n. 88/89 gennaio-aprile 1994 13 - F. Capacci, F. Carnevale, N. Baracani L'immigrazione in Italia: il problema della prevenzione delle patologie da lavoro con particolare riguardo all'esperienza dell'area fiorentina. L'assistenza sociale, n.1, 1993 14 - P.Lemma, F.Gogliani, F.Rossignoli, M.Triassi, G.Costa. La salute degli stranieri immigrati a Torino nei sistemi informativi correnti Epid Prev, 17: 259-266; 1993 15 - G.Barro, C.Cislaghi, G.Costa, P.Lemma, L.Bandera. I problemi di salute degli stranieri immigrati in Italia: le risposte delle istituzioni. Epid Prev, 17:239-243; 1993 ♦ SALUTE E MALATTIA
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