La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 12 - febbraio 1996

necessariamente una carenza di apparecchiature. L'esempio dei litotritori è significativo: ne esistono circa 1 ogni 500.000 abitanti in ognuna delle grandi aree italiane, una densità di gran lunga superiore alla maggior parte dei paesi europei. Nel 1989, per esempio, in Gran Bretagna c'era 1 litotritore ogni 3.770.000 abitanti, m Danimarca 1 ogni 1.700.000 e in Francia 1 ogni 1.500.000 mentre in Italia il rapporto era già di 1 ogni 800.000 abitanti 4 • Tuttavia, la maggior parte dei litotritori (il 58%) appartiene al settore privato 4 • Paradossalmente, mentre da un lato c'è questa disponibilità di strumentazione avanzata, dall'altro se ne fa uno scarso utilizzo. Nella maggior parte degli ospedali pubblici, infatti, molti macchinari costosi vengono utilizzati solo la mattina per poche ore. Densità degli ospedali pubblici e privati Il settore privato è più sviluppato nel sud che nel nord. P~r esempio, il 26% dei posti letto in Campania e il 34% di quelli nel Lazio si trovano in strutture private contro il 13% in Piemonte e il 16% in Lombardia 5.Tuttavia bi- . sogna considerare che in Italia le condizioni del settore privato sono molto particolari, poiché tuttora è strettamente legato al settore pubblico. Secondo gli accordi tra il sistema sanitario nazionale e gli. ospedali o i laboratori privati, i pazienti che non possono essere accolti nel settore pubblico, ad esempio a causa dei tempi lunghi delle liste d'attesa, vengono curati da$li istituti privati, successivamente rimborsati dal Ssn. Ovviamente questo tipo di rapporto tra strutture pubbliche e private non ha nulla a che vedere con la "concorrenza controllata", ma provoca piuttosto una riduzione della produmvità del settore pubblico per almeno due motivi. In primo luogo il settore pubblico non è spinto a risolvere i propri problemi, quali i tempi delle liste d'attesa, anzi in alcuni casi sembra che questi tempi si allunghino sempre più proprio per permettere alle cliniche private di aumentare la propria attività. Inoltre, buona parte del personale medico ha un doppio lavoro in un ospedale pubblico e in uno privato, il che comporta uno scarso utilizzo delle risorse, dato che le attrezzature e le strutture pubbliche (in particolare le s.ale operatorie) vengono usate solo per un periodo di tempo limitato. Sia la distribuzione degli osp~- dali privati nel sud che il loro particolare rapporto economico con il settore pubblico sono le conseguenze di un'influenza più politica che tecnico-scientifica sulla gestione del sistema sanitario. Tra i motivi per cui al meridione il settore privato è più diffuso ci sono la mancanza d1 una tradizione di servizi pubblici efficienti, uno sviluppo rapido e tumultuoso della medicina nel secondo dopoguerra e l'intreccio tra politiche nazionali e gruppi locali dell'am- . ministrazione sanitaria. Tuttavia, bisogna ammettere che questo quadro non è tipico solo del settore sanitario, ma si estende a tutti i servizi pubblici del sud Italia. Variabilità clinica: l'esempio del tumore al seno Dai dati risulta che in Italia la pratica clinica può subire notevoli variazioni interregionali. Il trattamento clinico del tumore al seno, ad esempio, è stato ampiamente studiato e ha dimostrato di essere soggetto a molte variazioni. Uno dei risultati più sorprendenti di uno studio recente condotto su 1724 pazienti colpite da tumore al seno è stata la scoperta che in due regioni meridionali la percentuale di donne affette da questo tipo di patologia sottoposte a termografia (un esame ormai superato) era del 26% in Puglia e del 14% in Sicilia, mentre al nord la percentuale oscillava tra l'l e 1'8%. 6 Una scala indicativa del grado di completezza e adeguatezza delle procedure dia$nostiche, con valori compresi tra Oe 100, ha rivelato valori che andavano da un minimo di 40 per la Calabria a un massimo di 89 per la Valle d 'Aosta. Il trattamento terapeutico delle pazienti, inoltre, spesso è risultato discutibile: la percentuale di paziel)ti sottoposti a intervento chirurgico adeguato oscillava tra il 52% della Calabria e 1'88% dell'Umbria 6 • Per quanto riguarda lo screening mammografico, nel 1991 esistevano 226 unità per la SALUTEEMALATTIA

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==