La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 12 - febbraio 1996

ARTE E PARTE L~A~ca~e~ia dei Semplici Vittorio Gtacopmi "Il mondo si divide in paesi". Clifford Geertz - un grande antropologo - sa che il suo assioma prevede un corollario,. una piccola aggiunta necessaria. Il mondo si divide in paesi, comunità, nazioni P?poli, usanze strane e lingu~ diverse, frontiere revocabili, blocchi consolidati dalla storia. Ma oggi, in questa fase della modernità, dentro la nostra, strana, esperienza del tempo, la percezione della stona e dei fatti del mondo è resa opaca, leg~era, uniforme, poco - probabilmente - emozionante, da una constatazione elementare. Viviamo in un piccolo pianeta già esplorato: "noi oggi abbiamo una mappa a~soluta". Troppo informati, non conosciamo più nessuna Terra Incognita. Siamo in trappola nei nostri confini. Molte delle sciocchezze, delle fantasticherie, delle storielle superflue e leziose che possiamo leggere su Il Semplice 2. Almanacco delle prose (Feltri_nelli, 1996), riguardano proprio questi confini e i limiti del mondo. La scoperta che tutto è già stato scoperto. La voglia di allargare l'orizzonte; il desiderio di rendere più ampio e arioso l'universo. L'Almanacco di Gianni Celati, Cavazzoni & co. è però soprattutto l'espressione di una recriminazione. Per i semplici, il piccolo cosmo delle 'mappe assolute" e del Pensiero Unico, la sottilissima ~rama del reale, il puntuale ripetersi dei giorni, non sono precisamente l'ideale. I semp_lici - è_ u~, loro diritto - vogliono d1 p1u. Il mondo è già stato esplorato? Tutto è gia stato visto e conosciuto e detto? Siamo malati di tedio, depressi?ne, noia? Ai semplici - e ovvio - questo non sembra "giusto". Ma l'Almanacco propone una terapia. Una cura "estetica" e "morale". Unaricetta tutta letteraria. L'introduzione, la bizzarra premessa ai testi (" Catalogo delle prose secondo la specie") lo dice del resto apertamente; "anche il leggere e lo scrivere scritti di fantasia contiene un'eminente virtù medicinale". Lo possono capire anche i bambini. Forse è vero: il mondo è troppo piccolo; troppo, decisamente troppo, "noto". Forse, conosciamo già tutti i paesi. Ma I~ letteratura, le ·prose, le parole c1possono "salvare". Garantito. Così bisogna scrivere e leggere e raccontare. Le "innumerevoli specie delle prose" sono come le erbe di un piccolo orto . medicinale. Trovata, tutto sommato, elementare. Scriviamo un altro mondo accanto al mondo. Giochiamo con i pastelli della fantasia. Celati e Ca vazzoni & C?· ~nocciolano così un lungo, tmtmnante, rosario di argute am~nità. ~i sa: scri".ere, si può scrivere d1 tutto: d1 "Atei che parlano in favore di Dio" o di "Visioni e di allucinazioni e t~orie cosmi~he'.\ di "Etnografie e popolaz1oru immaginate" e di "Ritratti di grandi balordi"· di "Sposati che scappano di ca~ sa" o di "Merli che suonano la tromba", oppure di "Scimmie" e di "Purgatori" e di "Grandi sudate" e di un'altra cinquantina di idiozie del genere. L'Almanacco - va detto - tiene catastroficamente fede al suo "programma". Celati, per ese!11pio,_descri_ve una popolaz1on(! immaginata. A metà strada tra la Cina e il West appisolata vicino a un picco!~ deserto, "Gamunia" è una città abbastanza idiota. La gente non si sa vestire e non sa &uidare e parla strano e tutti sembrano piuttosto stupidi. Però ci sono "anche sette o otto bar" e un pilota argentino che se ne è occupato poi è caduto in disgrazia e alla fine forse è tutta una "fantasia". Bella storia. Anche Ugo Cornia si dedica all'etnografia. Tema: "Popoli poco noti dell'Appennino". Svolgimento: nell'Appenino ci sono popoli che non sono . noti. Quelli di Lentola, per fare un esempio. Quelli di Lentola non seppelliscono i morti. Prendono le salme e le lavano e le imbalsamano come gli ~giziani. Poi leg·ano le mummie a una mongolfiera. Le mongolfiere volano nel cielo dove ci sono gli uccelli e le nuvole e tutto il resto. Bella storia anche questa. Molto poetica. In un altro paesello, i ragazzotti indi~eni "fecondano" la terra. Spiccicato a Ultime grida dalla Savana: geniale! Altri "semplici", invece, sono meno ambiziosi. Forse i grandi affreschi etnografici non fanno per loro. Prevale allora il gusto della "microstoria", del caso singolo, dello scandaglio individuale. Alcu- • • cc • m trascrivono narratori orali", personaggi "non passati alla storia", giorni e minuti

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==