La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 12 - febbraio 1996

elettorali, ai margini del panorama politico, senza poteri. E mentre in Europa, nei paesi dai governi e dalle istituzioni autorevoli e a volte forse autoritari si rimettono in discussione storici principi maggioritari, noi imbocchiamo la stessa strada che altri pensano di abbandonare. St~pisce sopratt~tto c~e qu est1 progetti sem1-pres1denziali, di revisione costituzionale, maturino o almeno trovino consenso anche ai vertici del maggior partito della sinistra. Ma dove sono Governissimo o nuove elezioni PiergiorgioGiacchè Siamo appena usciti dal travaglio del governissimo, dal tentativo, che sembrava vincente e che forse verrà assiduamente riproposto, di una grande e storica intesa, di una destra che finalmente sembrava sapesse quel che vuole la sinistra, di un terzo inizio della seconda repubblica, dell'ingresso fra le grandi democrazie occidentali (tutte dotate di un Presidente o almeno di un semi-presidente "alla francese") ... attendti come al solito alla "reazione dei mercati". C'è ancora un leggero scollamento tra cultura politica e società civile, poiché, malgrado si siano intensificate le pagine e le rubriche di economia e finanza, le donne di casa e gli uomini della strada vanno a verificare di persona alla coop o al mercato coperto del quartiere, per vedere se i broccoli hanno alzato la cresta. Alcuni economisti all'americana direbbero che non sono poi così ingenui né lontani dal vero, ma questa consolazione non cambia la loro (e nostra) ignoranza e soprattutto la loro (e nostra) impotenza. Sta di fatto che la verifica della spesa e soprattutto del taglio delle spese (dei servizi, della salute, della scuola ...) è sempre negativa mentre quella "dei mercati" sta diventando positiva. E, peraltro, come potrebbe non esserlo, visto che l'Italia non avrà politiche gli organi decisionali? Non si può lasciar decidere solo a D' Alema - che, proprio per questo viene accettato al tavolo di Fini e Berlusconi. Quel tavolo, forse, è definitivamente saltato. Ma non può che preoccupare una politica di quello che rimane delle forze di sinistra, tutta interna al Palazzo, largamente inconcludente e incomprensibile, sganciata completamente dalle realtà sociali ed economiche del Paese. Cara sinistra, c'è qualcosa che non va. ♦ e politici eccezionali ma sul piano della "continuità del governo" è un inarrivabile modello europeo? Amato, Ciampi, Dini e il tentativo di Maccanico costituiscono la serie più omogenea di primi ministri che si sia succeduta fin qui. In quanto·"tecnici" si preservano dai conflitti e dai progetti, in quanto "uomini" non rappresentano nessuno ma sono parte di un'élite che da sempre se ne ride dei grotteschi e provinciali tentativi della massoneria deviata o della mafia infiltrata: da anni la Confindustria, la Banca d'Italia e la Fiat governano come si deve questo nostro paese; da anni non usano medi azioni o mediatori ma si esibiscono e si alternano direttamente sulla scena politica; da anni, governo virtuale e potere reale stanno in un rapporto così stretto e armonico che i poveri craxi di una volta se lo sognavano. Mai vista una compattezza più granitica e un decisionismo più scorrevole. Al confronto il vecchio bailamme delle correnti democristiane alternate (con o senza quelli che ieri - quando la metafora d'obbligo era celeste - si chiamavano i satelliti e che oggi, al passo con i tempi e i prob lem1 dell.'ecologia, si sono mimetizzati da alberi e cespugli sempreverdi) era il m~ssimo della caotica instabilità. Il problema, che sembrava finalmente risolto, era dopo tutto di tipo sociale: gli avvocaticchi e i faccendieri di una borghesia più piccola e più povera erano inevitabilmente più tentati dal furto e più esposti allo scandalo. La questione morale l'hanno certo aggredita i magistrati, ma, almeno nelle altissime sfere, l'hanno· risolta i potenti. Quelli che non hanno ·bisogno di organizzare su di sé il consenso, dato che vanno al governo senza passare per il Parlamento, e soprattutto quelli che non hanno bisogno né tentazione di rubare, visto che sono ricchi datati, ovvero hanno già rubato da tempo e talvolta persino senza commettere reato. Forse per questo l'unico attentato alla continuità è stato quello del governo Berlusconi, cioè del rappresentante della vera e unica contraddizione in seno alla classe dominante. Visto il vuoto dei partiti, ha creduto a un vuoto di potere, e allora con la sua cordata di salumieri, tondinari, assicuratori, impresari edili, ecc., ha pensato bene di farsi largo e di dare spazio all'Italia Forte di cui lui è il vero leader e il primo recordman. La sua parentesi ministeriale non ha però avuto una buona reazione dai mercati: hanno subito compreso che si trattava di uno sgradevole e rischioso episodio di lotta di classe (dentro la stessa classe, direbbe Marx, ma sbaglierebbe), e hanno scoraggiato decisamente il suo sforzo. Altro che ribaltone! Tutto il cartone animato che la tv ha mandato in onda, dando colpa e peso a Bossi o perfino a Buttiglione, è stata una drammatizzazione al fine di andare incontro ai gusti e di facilitare la comprensione degli eventi a chi conosce e frequenta soltanto il mercato rionale e, mal_grado giochi in borsa e s'informi sulle quotazioni della lira, non lo fa in modo diverso da quando gioca al lotto o spera nella lotteria. Ma intendiamoci, la telenovela della politica interessa la massa non perché sia stupida, ma perché è nominata e spesso è inserita fra i protagonisti; è il suo narcisimo che la spin$e a dar credito e credibilità a1movimenti e ai mutamenti dei due Poli contrapposti che giocano al1' estenuante tiro della fune, mentre però s'è accorta che si sono resi finalmente visibili, e sovente scendono in campo, proprio quelli che tengono i

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