La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 12 - febbraio 1996

l'economia indiana a partire dalle recenti riforme economiche, hanno ricevuto attenzione e consenso internazionali. È vero che entrambi i paesi avevano il dovere di farlo, dato che le loro economie necessitavano di un serio cambiamento, e alcune delle difficoltà che le affliggevano nei decenni precedenti sono state - o stanno per essere - superate. Nonostante ciò, sussistono gravi problemi, nel campo sociale e politico dello sviluppo, problemi che la Cina e l'India persistono a voler ignorare, e ben poco è stato fatto dai due paesi per affrontarli. Gli ostacoli non sono gli stessi per la Cina e per l'India - a dire il vero la debolezza dell'uno è, in un certo senso, il punto di forza dell'altro. Si può ottenere molto, quindi, da uno studio comparato delle esperienze dei due paesi. Da qui ha origine il mio tentativo. Mi concentrerò maggiormente sull'India, non perché la conosca meglio, ma principalmente perché le sue riforme economiche sono ancora a un livello iniziale e più aperte a un esame critico dettagliato e a una riconsiderazione. 1. La priorità dello sviluppo economico rispetto a quello politico e sociale Inizio con due episodi internazionali. Il primo riguarda l'India, il secondo la Cina. Alla fine di settembre del 1994, ~ll'incontro annuale del cosiddetto "Gruppo dei 77" (un organizzazione intergovernativa che rappresenta i governi dei paesi in via di sviluppo) la posizione ufficiale dell'India conteneva un attacco "ai concetti di sviluppo umano sostenibile e della sicurezza umana". Il ministro indiano del commercio, parlando dell'interesse del governo indiano definì il punto focale dello sviluppo umano come "una deviazione concettuale dal nostro intento fondamentale della cooperazione allo sviluppo". Si sarebbe dovuto, secondo questo punto di vista, preoccuparsi anzitutto delle variabili economiche piuttosto che dei fattori costitutivi del cosiddetto sviluppo umano, inclusi alcuni aspetti sociali come i servizi sociali e la scolarizzazione. · A rendere questa dichiarazione - compresa la sua diffidenza verso il presunto spreco di risorse per la sanità - particolarmente interessante, era il fatto che avvenisse proprio durante l'epidemia di peste che infieriva sull'India, di cui erano piene le prime pagine dei giornali internazionali come di quelli indiani. Più in generale, con metà della popolazione analfabeta e una parte ancora più grande priva di qualsiasi assistenza sanitaria, l'insensibilità delle autorità per i problemi della salute, dell'educazione ecc. era un messaggio politico ben duro. Chiamerò questa posizione "convinzione della secondarietà dello sviluppo sociale e umano" (postponability of socia! and human development), in breve Posh. Il secondo episodio risale alla primavera del 1993, alla conferenza di Vienna sui diritti umani. Diversi paesi in via di sviluppo non furono d'accordo nel dare troppa enfasi ai diritti umani. La Cina ebbe un ruolo di guida nell'ambito di tali proteste. L'opposizione sosteneva che si dovesse dare priorità ai diritti economici, concentrandosi a soddisfare elementari necessità economiche. La pessima fama che ha avuto in passato la Cina nel campo dei diritti civili la rese un'improbabile presenza in questo ambito altamente morale, ma la delegazione ufficiale cinese espose la tesi così energicamente che molti altri paesi in via di sviluppo la sostennero. La necessità di posporre la salvaguardia dei diritti umani nei paesi in via di sviluppo fino al compimento dello sviluppo economico, la chiamerò "impreparazione politica alla solerte realizzazione dei diritti umani" (politica! unreadiness for speedy human-rights) - o, abbreviato, Push. Anche se questo studio si occupa in generale degli aspetti sociali dello sviluppo economico, presterò particolare attenzione alle rivendicazioni fatte in nome dei principi generali del Posh e del Push, che spesso, in una forma o nell'altra vengono citati nei libri che affrontano il tema dello sviluppo - sia teorico che pratico. L'India e la Cina insieme costituiscono i due quinti dell'umanità e varrebbe la pena di studiare il Posh e il Push anche se il sostegno di queste rispettive _posizioni fosse limitato solo a questi due paesi. Ma una vigorosa approvazione di differenti asl?etti del Push e del Posh è venuta anche da altn paesi in via di sviluppo, e questi principi, insieme ad altri, fanno parte del corpo di una teoria dello sviluppo. Sosterrò anche che il confronto tra l'India e la Cina può rivelarsi molto utile per comprendere la portata del Posh e del Push nello sviluppo economico e sociale, e non mi porrò limiti nell'usare questa prospettiva comparata. La Cina è riuscita molto di più nell'ambito dello sviluppo sociale rispetto all'India, e l'India ha protetto maggiormente i diritti umani di quanto non abbia _provato a fare la Cina. Questi contrasti formscono di per se stessi un terreno utile per la comparazione, ma gli insegnamenti che ne scaturiranno dovranno essere esaminati in modo critico. Affronterò anche altri tipi di comparazioni internazionali, utili a questo studio. 2. La pianificazione indiana e le riforme economiche L'India divenne indipendente nel 1947, e la pianificazione economica sistematica ebbe inizio nei primi anni Cinquanta. Se si tornasse indietro per vedere cosa è e cosa non è successo in India nei primi quattro decenni dello sviluppo pianificato (dall'inizio degli anni Novanta), noteremmo due fallimenti generali particolarmente lampanti. Primo, in contrasto con quello che era stato promesso dai leader politici indiani che portarono l'Indi'a all'indipendenza, molto poco è stato raggiunto nell'eliminare la miseria e l'ignoranza e la malattia e la sperequazione nelle opportunità (le intenzioni primarie che J awaharlal N ehru aveva identificato nel suo famoso discorso alla vigilia dell'indipendenza, il 14 agosto 1947). Quattro decenni di pianificazione dichiaratamente interventista non si adoperò granché per alfabetizzare la popolazione, per assicurare un servizio sanitario su larga scala, per attuare vaste riforme territoriali, o per eliminare le dilaganti sperequazioni sociali che danne~giano le possibilità materiali dei non privile~iati 1 • Secondo, mentre i successivi governi indiani si sono occupati dello sviluppo sociale solo in modo superficiale, sono stati abilissimi nell' imbrigliare l'economia con intrighi burocratici, di controlli e regolamentazioni (la cosiddetta license raj - licenza di sovranità). Il potere del sistema governativo è stato rafforzato, non in nome di azioni positive come dare la possibilità di un'istruzione scolastica a tutti gli abitanti dei villaggi (un vecchio obiettivo nazioPIANETA TERRA

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