l'insegnamento del latino e del greco nel liceo classico!). L'abolizione degli esami di riparazione è stato soprattutto un atto demagogico: concetto più volte richiamato sulle pagine della rivista. Ora c'è il vuoto, il caos dei corsi di recupero. Si voleva abolire anche il mercato delle lezioni private: non si è fatto altro che anticiparle e sostenerle. Perché allora non mettere in grado quegli studenti che nel corso dell'anno scolastico non hanno raggiunto risultati positivi di proseguire, a scuola terminata (fra giugno e luglio), lo studio delle sole discipline in cui n,on è stata evidenziata un'adeguata preparazione? Potrebbero essere utilizzati i docenti non impeganti in altre attività (maturità ...) o supplenti attinti dalle graduatorie ufficiali. Una grossa novità, invece, sarebbe quella di rivedere tutta l'istruzione arprontando soluzioni molto simili ai piani . di studio. dell'università: indicare discipline fondamentali per ogni indirizzo e poi un gruppo di complementari a scelta dello studente, in altri spazi che non siano la propria aula scolastica. 3. Cosa chiedono gli studenti? Uno spazio, soprattutto, un luogo di incontro per i loro pomeriggi. Allora sì, anche la scuola potrebbe andar bene come spazio, luogo di incontro, ma per consentire ai ragazzi di ritrovarsi e organizzarsi indipendentemente da noi docenti. La biblioteca potrebbe divenire luogo di lettura, di studio, dove non dovrebbero manacare i quotidiani (ancora tabù per molte scuole), le riviste e soprattutto i loro libri. Una sala video per i loro film, una sala per ascoltare la musica. E la presenza dei docenti si configurerebbe come qualcos'altro. 4. Come aggiornare i docenti? L'auspicata collaborazione tra scuola s.uperiore e universistà è lungi dal realizzarsi. Ci sono reciproche diffidenze. Ma quanto sarebbe proficuo affidare l'aggiornamento alle università, o, nel migliore dei casi, programmare l'interruzione di un anno (tipo "anno sabbatico") dopo un ciclo di cinque anni: solo in questo modo un insegnante potrebbe ritrovare spinte per riqualificare il proprio lavoro. Siamo alle prese con un contratto che svilisce la f unzione docente e ci rende sempre più vicini alla figura del burocrate. Non Òasta ricordare i nostri diritti vilipesi ogni qualvolta siamo davanti agli scrutini di fine anno. Ora c'è ancora tempo per discutere, per riaprire le trattative. E qualcosa potrà essere cambiato solamente alla condizione che ci sia collaborazione fra noi docenti, sostegno da parte degli studenti e dei genitori. È solo uniti che si può ottenere un cambiamento. Nella mia· scuola alcuni docenti hanno prop0sto di MEDIA dar vita ad un'associazione (allargata ai docenti della nostra città): per tutelare la figura del docente, per divenire organismo propositivo, per essere rappresentativi nei confronti delle istituzioni. Ma anche in altre città qualcosa si sta muovendo. L'incontro dei docenti bolognesi riportato nel numero di novembre della rivista La terra vista dalla luna ne è una riprova. ♦ Spacciatori di certezze Silvana Quadrino Prima pagina di un quotidiano importante. Fra le notizie sulle mischiette governative e un osanna alla lira che cresce (l'Europa si avvicina, grazie D' Alema!) si fa largo un titolo promettente: scoperto il modo di evitare l'infarto. Il tono è convincente, e scientifico: si citano studi. approfonditi, ricerche, statistiche. Tutto il necessario, insomma. Gli scienziati ci sono àrrivati, finalmente. La causa dell'infarto è ormai scoperta, un po' tardi, peccato, quante morti inutili. Eppure, bastava soltanto pensarci: il colpevole (macché colesterolo; macché ipertensione ... ) è il risveglio frettoloso. Ma pensate. E noi cretini che ci fiondiamo giù dal letto, ingursitiamo alla meglio un caffè già sulla porta di casa guardando l'orologio, e perché poi? Solo perché ci sono i figli da accompagnare a scuola, la cartolina da b9llare e sicuramente almeno un ingorgo da superare, causato, è evidente, da centinaia di altri cretini come noi che si sono fiondati giù dal letto ecc. ecc.. Calma. Non rischiamo l'infarto per così poco. È alle nove che la morte colpisce. Allora, consigliamo ricerche, studi e statistiche, abituiamoci ad un risveglio dolce (al-. meno mezzora a letto dopo il suono della sveglia), seguito da una colazione· energetica (non ho capito chi l'ha preparata, ma non importa), un po' di ginnastica, doccia ... Ecco fatto. Evitato l'infarto. Anche perché le fatidi~he nove devono essere passate da un pezzo, a meno che tutto il rito non sia cominciato alle sei del mattino ... Non è raro trovare notizie sceme sui giornali. Questa, però, appartiene alla categoria pericolosa e crescente del fai oa te verso l'immortalità. O verso l'infallibilità. O verso la felicità. Come fare per ... Cosa non fare per non ... Consigli pratici. Indicazioni. Prescrizioni. Ce n'è per ogni genere di problema. Chiedete, e vi sarà risposto. Il mercato della risposta a chi cerca certezze è in espansione. Non importa chiedersi perché, forse il momento storico c'entra, ma in realtà il fenomeno è sempre esistito, tutti vorremmo sapere cosa fare per non sbagliare, per non soffrire, per non morire. Quello che mi chiedo è se e quanto sia eticamente accettabile venderle, queste presunte ricette di lunga vita o di perfezione, diffonderle con l'alone della scientificità, costruendo e consolidando ingannevoli legami di causa-effetto fra i fatti, comportamenti, abitudini; sostituendo al concetto di prevenzione (che significa responsabilità attiva, attenzione, senso critico)
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