SCUOLA Riqualificare la scuola? P.e.i., la "Carta dei servizi" Pasquale Guerra - Pasquale Guerra insegna lettere nel Liceo classico "A. Mariotti" di Perugia. ♦ Mi ritrovo a scuola per più di un pomeriggio alla settimana. Sono stati attivati dei corsi obbligatori di aggiornamento sulla Carta dei servizi, sul P.e.i. (Progetto educativo di istituto). Come me, altri docenti si sono riuniti per interi pomeriggi a fissare le linee J?rogrammatiche del nostro istituto (per la precisione un liceo classico), confluite in quello che con sottile ironia Domenico Starnane chiama "il nuovo sport degli insegnanti" (Corriere della Sera, 14/10/95). Negli incontri affrontiamo e cerchiamo di dare risposte a quelle che riteniamo esigenze e aspettative dei nostri alunni, "per prevenire il disagio" (come recita una delle tante circolari). La collega di lettere, dai trascorsi lirici encomiabili, ha proposto e attuato per i suoi alunni un corso sul melodramma (due o tre appuntamenti pomeridiani alla settimana). Il collega dell'altra sezione, membro del coro lirico regionale, ha realizzato, in men che non si dica, il coro ufficiale del nostro istituto. E poi un corso di archeologia e scavo, cineforum, incontri sulla legalità, educazione alla salute, corsi di chitarra e bridge, sport e tornei. Siamo improvvisamente passati alla ribalta: da cupi e monotoni docenti del mattino, a fantasiosi organizzatori di attività po: meridiane. In altre scuole queste attività sono proprio il fiore all'occhiello. Nella mia scuola ha avuto grande successo il corso sul melodramma. La collega ha registrato puntualmente le presenze dei suoi alunni a ogni incontro. Nelle ultime assemblee studentesche però non si è preso m cons1deraz10ne questo generoso pacchetto di iniYQQ. ziative. Agli inizi di dicembre gli studenti di alcune scu?le hanno approvato a magg10ranza un piano di occupazione, in certi casi di autogestione, non incorrendo così nel reato di interruzione di pubblico servizio e aggirando una fin troppo tempestiva circolare di Provveditore, Presidi e Procuratore regionale di Corte dei conti che, pur riconoscendo nel pieno rispetto delle regole democratiche i diritti degli studenti, tra cui anche quello di protestare, accennano con tanto savoir f aire alle sanzioni previste nei casi in cui si occupa, si interrompe un servizio, si arrecano danni alle strutture ... Nella m_iascuola proprio stamattina gli studenti si sono dichiarati favorevoli ali' occupazione. È la terza in ordine ai tempo: .grande entusiasmo il primo anno, quando sinistra e destra si riconoscevano insieme per una scuola da cambiare; spaccature tra destra e sinistra, indecisioni e fallimenti, come per tutto il resto, nell'era berluscon{ana. Chi oggi ha occupato ha subito trovato èonvincenti i motivi per farlo: le mancate riforme, i tasli alla scuola rubblica e i ventilati contributi a favore delle private. Il ministro però corregge il tiro, si difende, sostiene di aver protestato contro i tagli, di essere con gli studenti: e li vorrebbe suoi alleati nella battaglia per le riforme. Ci si interroga se tutto ciò non sia vera e propria demagogia, come è stata la pseudo riforma dei corsi di recupero. È un modo molto strisciante per rimandare ancora una volta i veri problemi della scuola, o forse per accelerare il declino della scuola pubblica, J?erché ormai grandi interessi muovono per la creazione di un grande polo privato. C'è dunque malumore tra gli studenti. Ma non va bene neanche tra. noi docenti: un contratto-capestro che lede i diritti di chi vuole insegnare, che pensa di rendere azienda un mondo che per forza di cose azienda non potrà mai essere, una stampa che si ricorda di noi solamente in occasione dei blocchi di scrutini ... Basterebbe riqualificare gli insegnanti, ripristinare un rapporto di fiducia e di responsabilità tra docenti e istituzioni, prospettare una adeguata retribuzione. Al contrario, con il nuovo contratto sono previsti avanzamenti di carriera (ecco l'azienda!) al patto di totalizzare cento ore di aggiornamento in sei anni. Ed ecco pronta la corsa all'aggiornamento selvaggio: fioriscono corsi di ogni tipo, proposti dai più svariati enti (anche Caccia e Pesca), dai contenuti più disparati. Nessuno .sembra sottrarsi alla logica delle cento ore. Si infittiscono anche le iniziative extrascolastiche per gli studenti, la partecipa zio ne a laboratori e commissioni: un modo come l'altro per venire retribuiti (fondo di incentivazione) fuori busta paga. Mi sembra opportuno, al-. lora, sottolineare acune cose. 1. Innanzitutto, mentre noi programmiamo corsi ed attività pomeridiane per gli studenti, essi pensano ugualmente ad occupare. Forse non hanno bisogno di quel che programmiamo noi, forse non cercano una soluzione ai loro pomeriggi con la scuola grande rassicurante famiglia o parcheggio. Forse non hanno bisogno proprio di noi: possono studiare, approfondire, recuperare in maniera autonoma. Fino ad oggi non è giunta da parte ministeriale alcuna proposta per migliorare il lavoro scolastico curricolare, per approntare nuovi o adeguati programmi di studio. Si continua però a credere di risolvere i problemi con le pseudo-riforme. Le attività pomeridiane ne sono un esempio. Oppure inserendo nei programmi corsi di educazione stradale, teatro: nulla da eccepire, intendiamo, ma che vanno solamente ad aggiungersi, a giustapporsi alle altre fondamentali discipline senza per questo migiliorarle. 2. Cosa proporre agli studenti? Una scuola che abbia senso e non un enorme contenitore. Un rapporto diverso con le discipline (quanto si potrebbe fare per rigenerare ..
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