La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 12 - febbraio 1996

Negli ultimi tre anni l'Italia ha dedicato alcuni congressi importanti al tema della valutazione delle tecnologie, tra cui il congresso del 1993 della Società Internazionale per la Valutazione delle Tecnologie nell'Assistenza Sanitaria, con la partecipazione di epidemiologi, clinici e amministratori sanitari. I congressi della Società Italiana per la Verifica e Revisione di Qualità dell'Assistenza Sanitaria (ottobre 1992) e l'Associazione Italiana di Epidemiologia (Aie, maggio 1993) si sono occupati in particolare della qualità e dell'efficacia dell'assistenza sanitaria italiana. Al congresso dell' Aie gli interventi più importanti riguardavano l'efficacia assistenziale in settori quali neurologia, cardiologia, oncologia, neonatologia, ostetricia, tossicodipendenza, psichiatria e medicina del lavoro. Ai partecipanti si richiedeva di riportare i risultati dei trattamenti con un esito chiaramente efficace o inefficace per ogni settore, di indicare quali fossero le aree che ri- · chiedono un maggiore approfondimento e di individuare le discrepanze tra i risultati scientifici e la diffusione nella pratica medica. Un'enorme quantità di dati, infatti, dimostrano che la pratica clinica è soggetta a grandi variazioni, che l'assistenza inefficace è ancora diffusa e che invece forme di assistenza efficace non sono ancora state del tutto adottate 9 • Il contributo degli epidemiologi su temi quali la valutazione dell'efficacia terapeutica, le conferenze di consenso e le linee guida per la pratica clinica potrebbe aiutare a colmare il divario in Italia tra scienza, pratica clinica e amministrazione sanitaria. Per raggiungere un simile obiettivo, tuttavia, il governo e il Ministero della Sanità devono riconoscere il valore potenziale dell'epidemiologia e delle discipline affini e creare le strutture necessarie, come è avvenuto in Veneto con l'Ufficio per la Valutazione delle Tecnologie per l'Assistenza Sanitaria, il primo esempio di questo tipo in Italia. Una struttura regionale con funzioni simili sarebbe m~lto_utile, sia perché con la n_uovalegge le reg10m hanno un potere maggiore nella pianificazione dell'assistenza sanitaria e nello sfruttamento delle risorse, sia perché ogni regione ha delle esigenze specifiche in materia di assistenza sanitaria. I problemi più comuni che questi uffici dovrebbero affrontare insieme al Ministero della Sanità sono: . la distribuzione non uniforme delle apparecchiature mediche; . il persistere di enormi differenze tra nord e sud, documentate da conseguenze quali per esempio la febbre reumatica; . ·. 1'<1-ltiondice di variabilità nella pratica climca; . la mancanza di una politica chiara nella distribuzione delle apparecchiature ad alta tee-· nolo~ia; . il conseguente razionamento "nascosto", dato che non sembra vengano applicati criteri espliciti per la scelta dei pazienti che possono accedere a risorse scarse o di~omogenee; . il particolare rapporto esistente tra strutture sanitarie pubbliche e private, un rapporto che costituisce un ostacolo all'aumento della produttività attraverso la concorrenza. Questo è solo un breve elenco dei problemi che richiedono in modo evidente una valutazione epidemiologica. Sfortunatamente, sebbene negli ultimi due decenni in Italia l'epidemiologia sia progredita rapidamente, tale sviluppo si è rivelato decisamente disorganico. La ricerca epidemiologica ha raggiunto standard internazionali, ma manca un insegnamento vero e proprio di questa disciplina nell'ambito degli studi di medicina. L'epidemiologia che si insegna all'università è spesso antiquata (epidemiologia delle malattie infettive), decisamente isolata dalle esigenze della sanità pubblica e dall'ambiente clinico e con insegnanti (salvo rare eccezioni) con scarsa esperienza nel campo della ricerca. Per quanto riguarda gli aspetti positivi, la riforma sanitaria offre nuove possibilità per risolvere alcuni dei problemi più gravi del Ssn italiano. Tra gli altri aspetti positivi del sistema sanitario italiano occorre ricordare: la vasta rete di servizi pubblici con personale a tempo pieno e quindi una garanzia di qualità maggiore; l'amministrazione regionale, che dovrebbe evitare i ritardi del sistema centralizzato; l'importanza della normativa recente sulla verifica di sicurezza e qualità; la partecipazione ufficiale dei pazienti e delle loro organizzazioni nell'individuare i problemi e nel proporre delle soluzioni. Ci auguriamo che queste possibilità non vadano sprecate e che gli aspetti positivi della nuova normativa non vengano del tutto dimenticati per privilegiare la privatizzazione e il mercato. Si ringraziano per il prezioso contributo Renaldo Battista, Carlo Favaretti, Richard Hayes e Francesco Taroni. Note 1 Holland W. W. ed. European Community atlas of avoidable death. Oxford, Oxford University Press/Council of Economie Communities, 1988. 2 Morosini P. L., Lauriola P., Magliola E., Feola G., Paul E. M. Le morti evitabili nella valutazione del- !' attività del servizion sanitario. Epidemiologia e Prevenzione 1990; 45: 48-58. 3 Ferraroni M., La Vecchia C., Pagano, R., Negri E., Parazzini F., Decadi A. Patterns of cervical screening utilization in f'taly. Tumori 1989; 75: 521-6. 4 Dirindin N., Vanara F. The diffusion of expensive medicai technologies in ltaly. Proceedings, lnternational Society of Technology Assessment in Health Care. Sorrento May 23-26, 1993. 5 Consiglio Sanitario Nazionale. La salute degli italiani - 1988. Roma: Consiglio Sanitario Nazionale, 1990. 6 Grilli R., Apolone A., Confalonieri C., Nicolucci A., Scorpiglione N., Zola P., Liberati A. La qualità dell'assistenza nelle pazienti con carcinoma della mammella negli anni 1979-1987. Federazione Medica 1991; XLIV (3): 161-7. 7 Franceschi S., Geddes M. La prevenzione dei tumori femminili. In: Geddes M. ed. La salute degli italiani, rapporto 1991. Roma: La Nuova Italia Scientifica, 1991. 8 Taroni F, NHS and quality assurance in Italy. Proceedings: lssues in public health medicine. Rome June 30, 1993.. 9 Taroni F., Tosnoni G., Di Lallo D., Davoli M., Ricci S., Ruggen M., Baldasseroni A. Effectiveness of medicai care. Proceedings: 17th Meeting of the ltalian Association of Epidemiology. Epidemiologia e Prevenzione 1994; 18: 69-118. ♦ SALUTE E MALATTIA

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