il luogo comune sullo spostamento dell'asse della contraddizione non più tra Est e Ovest ma tra Nord e Sud è esatto a patto di riconoscere che il Sud non è l'altra metà del mondo ma qualcosa di molto vicino a noi, spesso compreso nei nostri stessi confini geografici e culturali. . Per terminare questa parentesi si può ricordare che una guerra tra Nord e Sud c'è stata ed è stata quella contro l'Irak nel 1991. Benchè l'lrak di Saddam non possa rappresentare in nessun senso i popoli del Terzo Mondo, la ferocia di quello scontro ha mostrato il volto e le dimensioni della principale contraddizione mondiale. I 115 morti americani contro i circa 100.000 irakeni -per accreditare un dato intermedio tra quelli diversissimi che sono circolati- esprimono un rapporto di cento a uno che è praticamente senza precedenti nella storia bellica e segnalano in maniera eclatante e violenta una distanza abissale dal punto di vista tecnologico, economico, sociale. Un divario che, come è noto, si è allargato negli anni più recenti. Anche qui in maniera analoga a quello che accade nei singoli paesi, la disuguaglianza cresce e forma inevitabile ragione di conflitto. Nel corso degli anni Ottan,ta la quota di Prodotto Interno Lordo dei paesi in via di sviluppo, ossia due terzi dell'umanità, è diminuita dell'15% a favore di quella dei paesi industrializzati (20% dell'umanità). Mentre trenta anni fa il 20% più ricco del mondo aveva il 70% della ricchezza mondiale, oggi ne f ossiede 1'85%; il 20% più povero ne aveva i 2,3%, oggi appena l'l,4%. Il rapporto, che era di 30 a 1, nel 1991 è di 60 a 1: la disuguaglianza relativa tra questi due poli dell'umanità è addirittura raddoppiata. • Cosa succede in queste condizioni? Come cambiano i conflitti? Da questo punto di vista più ancora dell'Irak appare decisiva la tristissima vicenda somala che non si può interpretare tanto in termini di imperialismo o neocolonialismo quanto piuttosto come segno di una situazione in cui le disuguaglianze e le differenze sono così assolute da impedire ogni comunicazione, anche quella alimentata da intenzioni umanitarie (ricordiamo quale mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale precedette quella sciagurata impresa). Il problema è che è tramontato l'ideale di un Nord del mondo che con la sua ricchezza, il suo benessere e anche la sua democrazia "trascina" il Sud, è trainante per la sua crescita economica, anzi per lo sviluppo -che era l'obbietivo, o forse il sogno, del Rapporto Brandt del 1980, uno dei più generosi tentativi di instaurare un nuovo ordine mondiale. Quell'ottimismo è franato: al Sud del mondo non si guarda più con speianza ma con diffidenza, pericoli e paure si intrecciano e da qui nascono le spinte alle reazioni aggressive, violente, di difesa identitaria. Come ha scritto Wolfgang Sachs, per il Nord del mondo l'aspirazione alla sicurezza ha sostituito del tutto il mito dello sviluppo. Oggi a muovere la parte ricca del pianeta non è la filosofia del progresso -espansiva, pericolosa perché tendenzialmente conquistatrice, colonizzatrice .ma comunque ottimista, che in qualche modo "investiva" sul resto del mondo- m·aun teoria, anzi meglio un desiderio, di stabilità. Il Sud e i poveri del mondo sono percepiti dunque non come opportunità, fosse anche colonizzatrice, ma come puro pericolo, come pura minaccia a quella stabilità. Il problema, e lo dimostrano la vicenda somala o il fenomeno "ingovernabile" dell'immigrazione extracomunitaria, è che nelle attuale condizioni questo obiettivo -la stabilità, la sicurezza, l'ordine sovranazionaleè irraggiungibile. Il sistema mondiale caotico esprime questa contraddizione di fondo che alimenta scontri aperti e sotterranei, ossia tanto i combattimenti armati lungo i confini e le operazioni di purificazione etnica dei territori che i nostri micrnconflitti metropolitani, la xenofobia corrente nelle nostre città. Conflitti complessi, stratificati, differenziati. Cartina 1 - Distribuzione regionale dei conflitti armati LEZIONI 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 o □ □ ■ conflitti armati minori conflitti armati intermedi guerre -89-90-91-92-93 .Europa -89-90-91-92-93 MedioOriente -89-90-91-92-93 Asia -89-90-91-92-93 Africa Fonte: Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza, Ed. Gruppo Abele. -89-90-91-92-93 America .. ...
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