La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

salari e l'occultamento residenziale. Nel censimento del 1992 coloro che si dichiarano neri americani risultano essere il 12% della popolazione. Di questi solo il 2% appartiene alla categoria dei colletti bianchi, mentre il 30% rientra in quella di coloro che ricevono gli stif endi più bassi di tutta la nazione. È vero che da 1980 i numero di neri "graduateci" è passato da uno a due milioni, ma nmane pur sempre il 12% della popolazione nera americana. I neri, dicono le statistiche, hanno rispetto. ai bianchi oltre il doppio delle probabilità di essere senza lavoro, i giovani sotto i vent'anni addirittura quattro volte di più. Quasi un terzo della popolazione nera viv.esotto la soglia della povertà, contro il dieci per cento dei bianchi. Circa il 23% dei maschi tra i 19 e i 29 anni sono in prigione o in libertà vigilata, una/ercentuale perfino superiore a quella del Su Africa dell'apartheid e la percentuale di neri che aspettano nel braccio della morte è del 40%. Il tasso di omicidi, commessi in gran parte tra loro, è di circa trenta volte maggiore che tra gli altri cittadini e quello delle nascite illegittime è aumentato dal 45% del 1972 al 68% nel 1992. E una simile epidemia di figli illegittimi sarebbe per Clinton all'origine di tutto, criminalità, droga, povertà, analfabetismo, senzatetto. Per la prima volta tuttavia, tra i neri americani, qualcuno parla di responsabilità. In un libro dal titolo One by One from the inside out. Essays and reviews on race and responsibility, uscito da alcuni mesi, un economista nero, Glenn C. Loury, invoca un processo di rinnovamento morale che parta dall'interno della comunità e chiama in causa la responsabilità delle middle e upper classes di neri americani. È ora di promuovere soluzioni di auto-aiuto dall'interno in alternativa ai programmi alternativi. "La sofferenza dei neri più poveri" - scrive Glenn C. Loury - "crea un capitale politico al quale tutti i membri del gruppo possono attingere in occasione di proteste fondate su motivi razziali, comprese le preferenze dell' affirmative action che in realtà favoriscono soprattutto le classi medie e alte". Loury parla di esibizionismo del fallimento da parte dei neri: "Come vittime consumate ci gettiamo ai piedi dei nostri pari ostentando i nostri insuccessi come prova del loro fallimento, sperando di spremere dal loro senso di colpa ciò che, dob- · biamo presumere dalla logica stessa della nostra pretesa, sta oltre la nostra capacità individuale di raggiungere". Gingrich Khan Di responsabilità parla anche Newt Gingrich, il petulant'issimo portavoce della Camera Repubblicana, leader dell'ultradestra americana, detto Gingrich Khan per le sue smanie di potere. "Senza responsabilità non ci sarà neanche libertà _eniente potrebbe essere meno tradizionalmente americano del moderno sistema del Welfare", grida nel suo ultimo libro Renewing America. "L'Ameri- ·ca è un'idea - dice - nessun'altra civiltà della storia si basa come quella americana su un'idea: il sogno americano per cui il paese concede l'opportunità a qualunque individuo di creare un futuro migliore per sé, la sua famiglia, la sua comunità". Eppure, qualcosa deve essersi inceppato in questo meccanismo perfetto se gli Stati Uniti vantano la più iniqua distribuzione del reddito tra i paesi industriali nel mondo. Il sogno americano vacilla e non sono pochi a pensare che nel prossimo secolo gli Stati Uniti non saranno più gli stessi, a cominciare dalla composizione demografica che vedrà la popolazione bianca diventare una minoranza. Dopo 375 anni dallo sbarco dei Padri Pellegrini a Plymouth gli americani si interrogano. Per secoli l'America è stata tenuta insieme dalla religione protestante, dalla lingua inglese, dalla Costituzione. Che cos'è un americano? Autori e Pompieri "Author" e "artist" sono le due categorie più diffuse in città, chi non è author è artist ( e allora gli si chiede subito: "E in che ristorante lavori?), chi non è artist è author. Un'inchiesta del Village Voice ha stabilito che insieme a quello di pompiere il mestiere più bianco di New York è quello di author. Quasi il 93% di coloro che a New York si definiscono authors sono bianchi. I mondo dell'editoria, considerato il baluardo della politica/ correctness, sembra essere refrattario all' affirmative action e immune dai mutamenti democratici della città negli ultimi decenni. La rappresentanza delle minoranze nei principali magazines newyorchesi, compresi quelli destinati espressamente a un pubblico nero come la rivista Essence, si aggira intorno all'8%. Nella redazione della New York Review of Books non c'è nemmeno una persona di c?lore e lo stesso in quella di Harper's Magazine. I quotidiani hanno fatto qualche sforzo in più delle riviste per aumentare il numero delle persone di colore nel loro staff, anche ai livelli più alti. Il New _York Times vanta da poco un columnist e un assistant editor neri e m totale la percentuale di neri nello staff si aggira intorno al 13%, ma rimangono assai remote per loro le possibilità di far carriera. Analoga è la situazione nell'editoria, dove i direttori editoriali neri si contano sulle dita delle mani. Alle feste, che rapf resentano uno dei momenti ·culminanti del 'attività editoriale newyorchese, "sembra di essere al Country Club Chevy Chase .al crepuscolo degli anni Quaranta e non nel 1995" dice l'agente letteraria nera Faith Hampton Childs. "Sono così stufa di essere una dei due e tre neri invitati su mezzo milione di persone che lavorano nell'editoria e che nes~ui:o,ci tro_viniente di m:an?!" Eppure, s~ la c1tta e destmata: ad annenrs1 ogm anno d1 più dal punto di vista demografico, e nel prossimo secolo i bianchi saranno superati dai discendenti dei neri, dei latinos e degli asiatici, assumere nelle redazioni di giornali e case editrici persone in contatto con le nuove popolazioni dovrebbe diventare un requisito necessario a tutti, giornali e case editric1. In attesa che q_uesto avvenga gli scrittori neri con spirito beffardo si divertono a frugare nelle vene degli scrittori bianchi in cerca di sangue nero. Così, in un libro di Julia Markus dal titolo Dared and done, appena pubblicato da A. Knopf, si scopre che 1poeti Elizabeth Barret e Robert Browning erano entrambi per metà neri. Harlem Ad Harlem è rimasta una sola libreria, la "Liberation Bookstore", sulla Malcolm X Avenue, tra la 135 e la 136esima. La aprì ventisette anni fa Una Mulzac, figlia del primo capitano di marina nero di una Libertyship della Marina Mercantile che durante la Seconda PIANETATERRA

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