La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

cile aggregazione del consenso, secondo schemi di immediata comprensione e messaggi di veloce penetrazione. La scelta della "linea dura" sul piano legislativo contro gli extracomunitari s1 sposa con prese di posizione francamente razziste appena ammorbidite dal linguaggio dei leader ma largamente in sintonia con diffusi umori popolari (e non limitati al solo popolo conservatore). Per la Destra, evidentemente, ogni immigrato è fonte di potenziale pericolo, e l'immigrazione nel suo complesso un male da scongiurare con forti iniezioni di repressione. La Destra è coerente con la propria cultura, si potrebbe dire, e del pari la Sinistra "emozionale" si sforza di esserlo con la propria: senonché dalla Sinistra - nel suo complesso - sarebbe lecito attendersi uno sforzo di diversa natura, in direzione della lucidità e del pragmatismo, del tentativo di conciliare diritti e garanzie con l'aspetto ordine pubblico che non può essere abbandonato né all'avversario né ai pericolosissimi umori della "gente". na) ridotta in shiavitù merita più adesione e solidarietà del suo sfruttatore, anche se albanese (o slavo, o nigeriano), e così garantire a chi cerca solo un lavoro onesto condizioni di vita identiche a quelle garantite al cittadino italiano è battaglia più pregnante di quella condotta contro I' "orribile mostro" dell'espulsione. Proprio Rodotà ha scritto, in passato, cose illuminanti sui limiti dell'attuale impostazione territorialistica del diritto contemporaneo, ipotizzando forme di "personalizzaz10ne" che possano favorire l'integrazione tra comunità profondamente diverse in tutto. C'è un patrimonio di intelligenza speculativa e operativa che va recuperato di là dagli afflati emozionali. Osserva giustamente Luigi Saraceni, anche Si pensi, ad esempio, al possibile utilizzo delle comunità d'origine nel controllo della devianza d'immigrazione: una sorta di "polizia interetnica" in grado di combattere i legami di carattere mafioso che sovente forzosamente si instaurano tra individui legati da comune provenienza e non tutti necessariamente propensi a delinquere. Si pensi al tema - ben presente nell'anima "istituzionale" - dei centri di prima .~~~~-, accoglienza, che potrebbero diventa- -:-....~:illiill:::I re un utile strumento di selezione galui ex magistrato e ora deputato progressista per niente scandalizzato dall'eventualità di una nuova legge sull'immigrazione, che l'afflato morale che contrassegna l'appello di Rodotà, Insrao, Manconi, Di Liegro merita di essere condiviso, e così le considerazioni sulla necessità di un' effettiva tutela dei diritti e del raggiungimento di forme garantite di integrazione nel territorio (scuola, ncongiungimento familiare, diritti indacali, assistenza sanitaria, in prospettiva diritto di voto). ~Ànt:-em h '\\~\';).!~ ~\ì~ ~'d.\m';l.\~ \~\':>h1.\<)~'\'\-~ fatto impedisce l'ingresso legalea coloro che provengono dai Paesi più poveri: e si _puòaggiungere che m tema di diritto d'asilo alle vittime di persecuzioni politiche e regimi intolleranti le nostre leggi sono estremamente carenti... Tutte queste legittime aspettative sono presenti negli appelli e nelle prese di posizione della Sinistra "emozionale", e sià il linguaggio marca una differenza significativa tra i due schieramenti: a destra lo straniero è nemico, a sinistra è una chance di arricchimento da accogliere con gioia. Ma il tema della repressione non può essere delegato alla Destra. Intanto, non si deve aver paura di reprimere, guando è il caso (quanto ci è voluto perché la Sinistra capisse il valore insostituibile della repressione contro la Mafia, il narcotraffico, lo stupro!) e poi ci si deve accordare su un punto che a me pare decisivo: la prostituta albanese (o slava, o nigeriaBUON/ECAIT!Vl R rantendo un impatto "legale" con il territorio, si pensi a possibili agenzie di mediazione - legale - del lavoro sul modello di quanto è da anni operante in altri Paesi (ad esempio, il Canada). La Destra si può, tra l'altro, contrastare efficacemente proprio sul suo terreno: se la Sinistra ha in orrore l'espulsione, la Destra ne ha fatto un vero e proprio mito. Ora, lo stesso Di Lello - pur nel quadro di una critica di natura formalistico-garantista - ha notato che il punto debole della "campagna d'ordine" non riguarda tanto il numero degli espulsi quanto l'effettività delle espulsioni. Perplessità "garantiste" vennero asitate anche quando, nel 1993, si approvò l'istituto del1' espulsione a richiesta dello straniero condannato o imputato. Il presur,posto delle critiche fu allora - come è oggi - il rilievo che lo straniero non vuole o non vuole mai andarsene. Con l'aggiunta: perché ha - o deve avere - gli stessi diritti del cittadino. Ma sotto il profilo formale i diritti non sono gli stessi: e anche se in prospettiva si deve h-.<)n~e.\'\\ q_'ùe.<~:.\t~i.n\<)\\e., è m\\e.ii.b;..lec.he. vi siano profonde differenze di condizione e di status tra cittadino e straniero. Non solo e non tanto perché lo dicono numerose sentenze, ma anche, e soprattutto, perché le differenze sono nei fatti e nella percezione comune a tutti di questi fatti. Il riconoscimento delle differenze- almeno iniziali, e in vista di un progressivo affievolimento delle stesse- istituzionalizza statuti settoriali che si risolvono in altrettante posizioni di garanzia: gli ordinamenti che negano le differenze si risolvono in una serie di mere petizioni di principio alquanto deludenti nella prassi. La legge penitenziaria non concepisce diversità di trattamento o di chance rieducazionali tra cittadino e straniero, ma per quest'ultimo il reinserimento è solo un'aspirazione irragiungibile: come dire che al danno della galera si aggiunge la beffa di un'eguaglianza

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