La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

gestito in via "etnica" da capetti extracomunitari. Il solo rapporto tra immigrazione "povera" e impatto della stessa sul tessuto di una società opulenta (o almeno percepita come tale) non basta a giustificare l'espansione della criminalità d'importazione: quando, una decina di anni or sono, una ricerca del Ministero di Grazia e Giustizia ipotizzò che alla base dell'afflusso - allora appena agli inizi - di manovalanza criminale d'importazione potesse esservi una distorta percezione della società italiana come "permissiva", chi scrive, come molti altri, si indignò, ravvisando nella ricerca stessa un'imr.ostazione dichiaratamente razzista. È 11momento, invece, di fare autocritica, poiché l'evidenza stessa dei fatti dimostra che davvero l'Italia è percepita come un Paese permissivo, o quanto meno più permissivo d1 altri, e ammettere che, confusa nella maggioranza di coloro che scelgono il nostro territorio per cercare di impiantarvi una dignitosa esistenza, v'è una aggressiva minoranza - peraltro in crescita - che sceglie l'Italia perché convinta che qui è più facile che altrove arricchirsi delinquendo. Non siamo, insomma, solo di fronte al problema di garantire una dignitosa esistenza agli stranieri che hanno scelto l'Italia come loro terra di elezione, ma dobbiamo pure. fro:°~eg~iare il p~ricolo costituito dalla crimmahta d 1mportaz1one. Nel caso degli spacciatori di strada, si tratta di una criminalità estremamente "visibile", con le note conseguenze sul piano dell'ostilità diffusa specialmente nei quartieri popolari. In altri casi, ciò che s1percepisce è l'anello terminale di una catena associativa che resta occulta nei suoi livelli superiori: la singola prostituta o il singolo viado - di per sé non criminali - ma soltanto clandestini sono sulla strada, i capi del racket possono non infrequentemente assumere, ~ià oggi, l'aspetto di rispettabili uomini d'affari. I rapporti interni alle comunità di immigrati rappresentano poi un ulteriore addentellato del più complesso problema dell'immigrazione. Le analisi di Francesco Sisci sulla mafia cinese e alcune inchieste della procura di Roma dimostrano in modo inequivocabile che esiste una strategia di penetrazione delle "Triadi" basata in primo luogo sullo sfruttamento dei contadini poveri abbagliati dal miraggio della ricca Italia: insieme ai cinesi poveri che aspirano a un'esistenza dignitosa e sono per questo costretti a lavorare in condizioni disumane per ripagare il finanziatore del viaggio (clandestino) l'immigrazione si trascina i criminali locali, utilizzati come elementi di controllo dell'immigrazione stessa o come nuclei per avviare contatti con la criminalità organizzata nostrana. L'impostazione garantista, estremamente attenta alla salvaguardia dei diritti dell'immigrazione nel suo complesso, rischia di apparire riduttiva se non sorretta da una chiara coscienza dell'ampiezza di un fenomeno (la criminalità di importazione) che va interpretato alla luce di recenti acquisizioni in tema di "mondializzazione" delle econome criminali. Sotto questo profilo, l'appello Rodotà e le generose prese di posizione di tanta parte della Sinistra "emozionale" costituiscono, in un certo senso, il pendant obbligato della contrapposta campagna ami-immigrazione della Destra. La Destra ha individuato da tempo nel tema dell'immigrazione uno dei punti di più faUN TESTO DI LEGGE SCONCERTANTE Lorenzo Trucco Lorenzo Trucco è Presidente dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi). Questo testo è stato pubblicato su "Aspe dibattito" n. 19. • L'Italia pare orientata ad adottare le "maniere forti" in tema di immigrazione. È stato dapprima il Governo a preparare un disegno di legge di modifica (in senso restrittivo) della legge 39/90 (legge Martelli) tuttora in vigore. Questa iniziativa governativa è stata però fortemente criticata dalla maggioranza parlamentare che sostiene il Governo Dini a tal punto che, il 15 settembre scorso, il Consiglio dei Ministri decideva di non adottare il provvedimento demandando ogni decisione al Parlamento. L'iniziativa passava così alla commissione Affari costituzionali, presieduta da Gustavo Selva (An), e qui veniva messo ai voti un testo proposto dal relatore della commissione (Vincenzo Nespoli, di An) che riassumeva i progetti di legge presentati da An e dalla Lega. Con 22 voti a favore (fondamentali i 5 voti della Lega) e 19 contrari, il testo veniva adottato dalla commissione e ora toccherà al Parlamento pronunciarsi. Il testo prevede una serie di interventi di tipo repressivo che dimostrano come, ancora una volta, l'immigrazione venga considerata unicamente un problema di ordine pubblico). Il testo di legge di Napoli rappresenta il culmine dell'attuale tendenza alla criminalizzazione del fenomeno immigratorio con la conseguente spinta e opzione repressiva, vista come panacea di buona parte dei mali della società, per questo la sua conoscenza mi pare essenziale. E non si tratta qui, si badi bene, di fare del "buonismo", secondo l'orrendo neologismo di moda, ma di un semplice raffronto con gli elementi portanti della nostra Costituzione. Viene introdotta una nuova serie di reati cui fa riscontro un corrispondente allargamento delle ipotesi di espulsione immediata e con accompagnamento coatto alla frontiera, ma è dall'esame concreto degli elementi principali che si può comprendere la gravità della situazione. E previto, infatti, il reato, punito da tre mesi a tre anni di reclusione, per il cittadino extracomunitario che si introduce nel territorio dello Stato "eludendo" i controlli di frontiera e che si "trattiene sottraendosi alle prescrizioni delle procedure di accompagnamento alla frontiera e di respingimento o dei provvedimenti di espulsione". Vengono in questo modo ricompresi quasi tutti i comportamenti, anche quelli rientranti nella cosiddetta irre~olarità, in contrasto con tutte le disquisizioni tra "buoni" e "cattivi". Ma c'è di più: viene punito con l'arresto fino a sei mesi e con un'ammenda fino a 800 mila lire, lo straniero che a richiesta dell'autorità di pubblica sicuBUONIECAITIVI

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