La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

ad aumentare i crediti di fiducia verso il nostro quotidiano e il lavoro critico si è fatto sempre più arduo. Metaforicamente (ma neanche tanto), si può dire che non sapremo mai cosa mastichiamo quando entriamo in un fast food ed è palese che il ricatto è rinunciare a interrogarsi sull'hamburger per godersi quell'impasto, a lungo studiato e testato in chissà quale laboratorio e incredibilmente riprodotto in modo identico in tutti i negozi della catena in tutto il mondo. Ma è difficile mettere a punto una capa~i_tàdi ~~elta senza poter formare prima uno spmto critico. Perdita dei limiti, assenza di una trama in cui sentirsi in~eriti, eccesso di informazione e paradosso dell'inconoscibilità del reale raffigurano uno scenario in cui è disagevole muoversi e in cui istintivamente scattano meccanismi di riduzione della complessità quando si è chiamati a scegliere (la scuola, il lavoro, il voto, il partner o l'amicizia): vale a dire sospensione della scelta, delega, omogeneizzazione delle preferenze. Pensiamo come caso esemplare alla più recente tornata elettorale, quella che ci sottoponeva un arcobaleno di schede referendarie di cui pochissimi erano esaustivamente informati: a parte il caso credo minoritario di voto consapevole su tutti i quesiti, per i più la scelta è oscillata fra la rinuncia totale al voto, la delega piena al partito di riferimento (con tanto di schemino da portare in cabina), oppure la preferenza omogenea su tutte le schede, semplificando ~ partire da qu_ella(o quelle) rispetto alla quale c era una pos1z1one consapevole. E non è diverso il fenomeno della pervasività che sta acquisendo nel mondo 9iovanile quella ·che un tempo era una battuta, ' rossi e neri tutti uguali", o la delega al mondo imprenditoriale - e al limite, anche a quello della magistratura - della gestione della politica del paese a fronte di una difficoltà di adesione partitica. Non scegliere, affidare ad altri o appiattire le differenze, per esentarsi dal lavoro critico e neutralizzare la responsabilità della scelta, sono evidentemente modalità perverse di affrontare il processo di decisione, per chi non è stato preparato a farlo o ha vissuto nel' epoca in cui è più difficile formarsi al compito. Credo che occorra lavorare sui meccanismi che ne sono ali' origine per aiutare i processi di decisione fra i giovani: ribadire l'esistenza di limiti nelle biografie delle persone (non è possibile che una famiglia dilapidi un patrimonio per mantenere il dorato parcheggio del figlio 10 università) e l'importanza di operare delle scelte anche mostrando il costo delle non-scelte (la situazione della ex-Jugoslavia può essere u!'l esempio abbastanza forte), far presente la piccola trama se non la ~rande narrazione in cui si è comunque iscritti, orientare e diffondere informazioni al quadrato, tener vivo lo spirito critico per ridurrre i crediti di fiducia cui siamo assuefatti, svelare il più possibile di questo inconoscibile reale. Insomma, anche fare una rivista e farla leggere. ♦ ANNO SCOLASTICO: CARO DIARIO Carlo Drago Carlo Drago studia all'Università di Roma. Collabora ad "Avvenimenti". ♦ "Danno grave: la scuola deve intervenire". La sentenza del Tar Pochi giorni fa la Quarta sezione del Tardi Napoli ha esaminato i1 ricorso presentato dalla famiglia di uno studente di un liceo classico di Salerno, che a luslio era stato bocciato a causa di una sfilza d1 "cinque" e nessun voto realmente irreparabile. Un anno fa il ragazzo sarebbe stato rimandato in una o due materie, oggi, invece, si è preferito bocciarlo, esistendo i corsi di recupero. "Danno grave" ha sancito il Tar, poiché il · consiglio di classe lo aveva ritenuto in ~rado di colmare le sue lacune da solo, senza ricorrere ai corsi di recupero. A luglio poi la bocciatura. " Danno grave ed irreparabile farlo permanere nella stessa classe, un danno al quale può ovviarsi ordinando all'amministrazione della scuola di riesaminare il giudizio di non promozione" si lesge nella sentenza. Lo studente così verrà giudicato di nuovo dai suoi professori e forse promosso, per non rischiare una nuova sentenza del Tar m questo senso. Si introduce così, a livello giuridico, un importante precedente: il princieio per cui l'istituzione scolastica deve garantire gli interventi integrativi, obbligatori per legge, in ogni materia. E dove i corsi non vengono effettuati per scarsità di aule? La riforma dei corsi di recupero: scarsità di fondi, ma non solo Nelle scuole romane i corsi di recupero sono cominciati in ritardo, non il primo settembre come era inizialmente previsto. Colpa di cosa? Mancanza dei fondi, di personale, di incentivazione, qualche volta di organizzazione. I corsi stessi, a sentire gli studenti sono di dubbia efficacia in quanto organizzati autonomamente da ogni scuola con i pochi fondi dati dal Ministero. Essendo i docenti o gli stessi "volenterosi" delle ore normali di lezione o altri, spesso alle primissime esperienze di insegnamento, a volte si creano dei dualismi tra le lezioni mattutine e pomeridiane. Gli orari sono due o tre ore a settimana a discrezione del consiglio di classe e, a livello organizzativo, ci sono state più soluzioni, la peggiore delle quali è risultata quella delle lezioni di pomeriggio che rendono difficoltoso ai ragazzi lo studio per il giorno dopo. In quali materie? A discrezione, creando di fatto disparità e graduatorie materia per materia. S_e_l'01?iet~ivodi.~al~legge era eliminare le ripet1z10mprivate c10 sicuramente non è accaduto, esse infatti proseguono normalmente in quanto il corso di recupero è fatto per almeno 5 o 6 studenti dedicando poco tempo a ciascuno singolarmente, e se poi il professore titolare non si SUOLEDI VENTO

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