La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

"alla ricerca delle radici", per recuperare la tradizione e l'essenza dell'ethos cinese, ma aveva anche preso la strada del modernismo, adottando forme narrative occidentali come il realismo magico o il flusso di coscienza, o la meta-narrativa. Oggi la diversificazione della società non produce più esperienze di vita così uniche ed omosenee e il fatto, ad esempio, che alcuni dei più interessanti registi di oggi si siano tutti diplomati all'Istituto di cinematografia nel 1985 non autorizza a parlare di una Sesta generazione (quella di Zhang Yimou e Chen Kaige era chiamata la Quinta). Le voci si sono fatte estremamente personali, singole, ciascuno interpreta la realtà secondo la propria sensibilità e ncerca il linguaggio a lui più consono. · Se qualcosa accomuna gli ·autori di oggi è l'atteggiamento verso l'opera d'arte, è il mutato rapporto tra scrittore e società e il ruolo, anzi il non-ruolo, verso la politica. Gli scrittori si sono in altre parole riposizionati rispetto alla politica, e alla scrittura come atto politico. Un passaggio che si è realizzato attraverso il superamento del realismo inteso nelle sue forme tradizionali. Prendiamo ad esempio la novella Un tipo di realtà di Yu Hua, uno tra i più brillanti giovani autori contemporanei. Sotto lo stesso tetto vivono due fratelli, Shan~ang e Shanfeng, con le rispettive mogli, i figli e l'anziana madre. Accidentalmente, Pipi, il fislio di Shansang , uccide il bimbo neonato di Shanfeng. Si innesca così una lotta fratricida che porterà alla distruzione della famiglia: Shangfen si vendica uccidendo Pipi, e poi viene ucciso a sua volta da Shangang, che lo lega a un albero e gli cosparge un liquido dolce sulle piante dei piedi: morte per solletico di insetti. Shangang sarà arrestato, condannato a morte e giustiziato. Nella scena finale il suo corpo verrà offerto ai medici, che ne prenderanno ciascuno una parte: chi la pelle, chi i bulbi oculari, chi le interiora, chi i muscoli, chi le ossa. Il tutto descritto con dovizia di particolari. Il racconto è una tipica storia di faida familiare, purificata però dall'emozione che giustifica l'azione. L'apparente normalità che cela potenti cariche distruttive, l'attacco alla cultura della famiglia, specie nell'accezione cinese di "molte generazioni sotto lo stesso tetto" sono sfide dirette alla cultura cinese profonda. Ma la cosa che più colpisce è la totale mancanza di passione, di partecipazione, anche le vendette e la violehza sono comJ?.iutecome fossero un dato di fatto ineluttabile, quasi fatale, per il quale non vale la pena scaldarsi tanto. Yu Hua racconta gli orrori e le violenze che i cinesi sono abituati a subire nella realtà, ma non abituati a leggere nelle opere letterarie. La narrativa perde il suo carattere referenziale, la verità sta nella rappresentazione che lo scrittore fa della realtà. Nel caso di Yu Hua la normalità è il grottesco e l'insano. Si sta in sostanza avverando quello che provocatoriamente suggeriva Acheng: "Negli ultimi quarant'anni, in Cina sono accadute cose che gli stessi cinesi considerano fantastiche. Per questo, quando il Partito chiede ai cosiddetti scrittori di perseverare nel "realismo socialista" - dato che secondo me la realtà del socialismo è l'assurdo -, basterebbe descrivere realisticamente l'assurdo per ottenere la realtà". Uno dei fattori determinanti nella trasformazione del realismo di tipo classico è la lingua, e una nuova consapevolezza della funzione della lingua nella creazione letteraria. La lingua viene riconosciuta come un sistema di segni autonomo dalla realtà, con una sua coerenza e validità interne, e non giustificate dalla capacità di raggiungere la realtà che rappresenta. La libertà recuperata grazie alla "rivoluzione linguistica" ha portato una grande fioritura di opere tanto sperimentali che provocatorie, volte al recupero della potenzialità immaginifica della lingua cinese (ad esempio, I dialoghi in cielo di Can Xue; la poesia menglong (oscura) e post-menglong), a liberarla dallo stile delle trad~zioni ~arxiste, pe~ lo più dal russo (ad esempio Moglt e concubine di Su Tong), o a creare uno stile narrativo che disattende le attese dei lettori cinesi, che desiderano tradizionalmente essere o istruiti o intrattenuti (Yu Hua), o che si avventura nella meta-narrativa (L'errore di Ma Yuan). La rinascita della satira, della provocazione, dello sfottò, della voglia di ridere, del nonvoler-più-prender-sul-serio-nulla è un altro aspetto del rifiuto del discorso dominante, dell'opposizione di una lingua marginale alla lingua del centro. La strada è stata aperta da Liu Sola, scrittrice, attrice, cantante rock e autrice nel 1985 di Non hai scelta, ambientato fra gli studenti del conservatorio di Pechino e primo quadro delle tensioni, ansie e aspirazioni della gioventù urbana, ma soprattutto di una straordinaria biosrafia, Il caos e tutto il resto, dove la vena densoria prende definitivamente il sopravvento anche nella narrazione degli anni della Rivoluzione culturale. Sulla scia di Liu Sola, si sono affermati Xu Xing e Wang Shuo. Xu Xing, autore della raccolta Variazioni senza tema (uscito in italiano con il titolo Quel che resta è tuo, Theoria 1995), espressione del desiderio della gioventù di chiamarsi fuori dagli andirivieni della politica, senza altre speranze o ambizioni, tanto, come scrive nel racconto che dà il titolo alla raccolta: "se c'è un buon posto stai certo che è già stato preso da qualcun altro". Wang Shuo, di cui si è accennato all'inizio, è uno dei fenomeni più interessanti degli ultimi tempi. Straordinariamente prolifico - più di 40 opere in circa 6 anni.- nuota come un pesce nella Cina dell'era della televisione e dei diritti d'autore. Le sue serie televisivehanno avuto un successo di pubblico enorme e sono state più volte trasmesse, mentre il suo fiuto per gli affari gli ha fatto metter su un'agenzia letteraria che cura i diritti degli autori cinesi contemporanei. Gli elementi del successo di Wang Shuo sono due: lo stile e i suoi eroi. La sua lingua è un sapiente amalgama di dialetto di Pechino, gergo giovanile e espressioni ormai abusate della retorica comunista, con effetti derisori e umoristici. I suoi eroi sono la ~ente qualunque, ma in particolare le frange più marginali e alienate della gioventù urbana, ai limiti della legalità e fortemente antisociale: teppistelli, sbandati, giocatori d'azzardo, ladruncoli, perdigiorno, prostitute. Wang Shuo è un segno dei tempi, ne riassume le contraddizioni e i paradossi: scrittore controverso e anti-sociale ma baciato dal successo, idolo dei telespettatori, inviso a intellettuali e burocrati ma intoccabile (non parla di politica), cavalca con maestria le possibilità aperte dalle riforme grazie alla sua spregiudicatezza e si parla di lui come unicò, vero interprete della cultura "popolare" contemporanea. • PIANETATERRA

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