La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

GIRO D'ITALIA ROMA. STORIA DI UNA DELIBERA Silvio Di Francia Silvio Di Francia è consigliere comunale a Roma. • Forse la data dell'inizio della trattativa tra Centri sociali e l'amministrazione comunale di Roma è iniziata proprio la sera dell'elezione di Francesco Rutelli a sindaco di Roma. La notte dei risultati elettorali che sancivano la vittoria di Rutelli, infatti, in una Piazza del Campidoglio "piena come non si vedeva da anni", alle spalle di Rutelli e della piazza, in una sorta di piccionaia costituita dalla scala seicentesca del Palazzo Senatorio, campeggiavano gli striscioni dei Centri Sociali Romani. Così Villaggio Globale, La Strada, Corto Circuito e Forte Prenestino incombevano alle spalle del sindaco neoeletto rivendicando una parte in quella festa ·pur senza mescolarsi trop- · po ai festeggiamenti della piazza. Nei successivi sei mesi centri sociali e amministrazione comunale. si "annusano" senza che da una parte e dall'altra vengano avanzate proposte riso utive della ·contesa: se da una parte si insiste sulla necessità di regolarizzare . al pari di altre realtà abusive le occupazioni degli immobili di proprietà comunale (in sostanza attraverso la corresponsione di un canone) dall'altra ci si attesta sulla linea "maginot" di negazione di qualsiasi misura che comporti cedimenti sul piano dell'identità di movimento contro e altro che i centri vogliono interpretare. · È una fase durante la quale l'andirivieni degli esponenti dei Centri negli uffici comunali è intermittente e scoordinata e la noia che alcuni ragazzi provano durante le trattative è proporzionale al muro di gomma che i funzionari intermedi dell'amministrazione sono costretti ad opporre a un problema che gli appare fuori dalla portata normativa dell'amministrazione locale. Si tratta di richieste scoordinate e spesso contraddittorie, almeno quanto le storie diverse una dall'altra dei centri: dal Villaggio Globale (un centro sociale complesso con elementi di imprenditorialit~ culturale che pone problemi di recupero urbanistico sul vecchio mattatoio cittadino nel quale è inserito) al gruppo di "Pirateria di porta" che intende resistere con tutti i mezzi allo sfratto ingiunto dal proprietario (privato) dell'immobile. La consistenza ed il profilo degli attori si delinea a ridosso della manifestazione indetta dal Leoncavallo di Milano e poi conclusa con i durissimi scontri nel centro della città. La questione degli spazi sociali e delle forme di organizzazione di alcuni segmenti delle cuhure giovanili nelle periferie della città conquista spazio t! ascolto. A Roma il coordinamento di tutti i Centri sociali, che per la prima volta possono condurre un au'tocensimento, convo5UOLEDI VENTO ca, vietata dalla questura, una manifestazione carica di tensione. È l'intervento del Sindaco stesso a consentirne un parziale svolgimento concedendo l'agibilita di Piazza del Campidoglio, di fronte al comune, dietro la promessa di una assoluta "intoccabilità dei monumenti capitolini dagli spray dei manifestanti". La manifestazione si trasforma così in una assemblea collettiva sulla piazza del Cam~idoglio, durante la quale l'assessore al patnmonio del Comune, Linda Lanzillotta, avanza la proposta, "da discutere con i Centri Sociali", di una delibera complessiva di regolamentazione dell'assegnazione degli spazi ad uso sociale. Altri interventi attaccano l'amministrazione per le esitazioni nel consegnare gli spazi "a chi già li usa", altri ancora contestano all'assessore il piglio "tecno-pragmatico" con il quale affronta la vertenza (lo fa il .consigliere di Rifondazione Renato Nicolini che per l'occasione indossa provvisoriamente i panni di esponente dei Centri), altri infine criticano Rutelli per l'atteggiamento "legalista" nei confronti della Questura. Rimane agli atti l'inizio ufficiale della "Trattativa" che nasce attorno a quell'oggetto, misterioso per i più, che è la "Delibera". La "Delibera": che per la maggior parte dei frequentatori dei Centri sociali - seguaci della metrica rap, metallari, spinellatori, figli di genitori democratici e di sinistra, camerieri di bar, residui politicizzati dell'autonomia - assume i contorni vaghi a metà tra una promessa di una.autorità benigna e di una possibile insidia sempre possibile da parte di una burocrazia politica che sa nuotare meglio di loro nello stagno dei resolamenti. Iniziano anche i rapporti informali, i contatti, le riunioni a pioggia con i consiglieri comunali della maggioranza e di Rifondazione, cosicché ogni centro può vantare rapporti preferenziali e informazioni di prima mano. È in questo clima che nel Coordinamento di "tutti i Centri Sociali romani occupati e autogestiti" si forma una leadership informale che si prende la briga di studiare le varie versioni aggiornate della delibera, suggerire emendamenti, valutare vantaggi e svantaggi per l'insieme del movimento. Paolo, Andrea, Sandrone, Alfonso sono per la maggior parte trentaquarantenni con variegate esperienze politiche alle s_palle,che non hanno altri fini di carattere politico se non quelli di tutelare i Centri dalla loro stessa ingenuità e di garantire un punto di vista di movimento alla realtà dei centri. Riottosi ad essere indicati e a indicarsi come leader del movimento, sono di fatto un punto di rif erimento costante sia per l'amministrazione che per l'assemblea dei centri occupati. Prende così corpo una trattativa che viaggia su due binari: quello del merito della delibera e quello delle .vicende pubbliche che animano la vita dei Centri: dagli incidenti con i missini tiella Garbatella · alla vertenza del comitato "ami-rumore" formato dai condomini del quartiere Talenti con il Centro Sociale "La Torre". È merito della delibera, però, il salto di qualità che, insieme, l'amministrazione comunale e il coordinamento dei Centri riescono a compiere durante tutta la fase della trattativa. Lo schema della delibera, infatti, pur prevedendo una sorta di sanatoria per gli im~obili occupati dai Centri sociali, la inserisce in un regolamento di assegnazione dei locali in disuso del comune a associazioni sociali, di volontariato, assistenziali e anche sportive. Una in-

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