La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

Come potrebbe influire sul vostro lavoro un 'accusa del genere? Ancora una volta posso parlare in qualità di specialista, come ex professore di Di~ ritto internazionale. Penso che questa discussione non abbia senso, perché, secondo me, è di competenza del Consi~lio di Sicurezza prendere le misure , in base all'articolo 41 della Carta delle Nazioni Unite, che reputi più opportune e in osservanza della Carta nel proposito di porre · fine alla minaccia per la pace. Il Consiglio aveva già rilevato, prima di costituire il Tribunale, che la situazione· nell'ex Jug?slav~a rappresentava una mmaccia per la pace. A causa della violazione, su larga scala, delle convenzioni di Ginevra e delle leggi di guerra. Il ripetersi di gravi crimini di guerra, crimini contro l'umanità, atti di genocidio, quindi violazioni dei trattati internazionali, nella totalità, rappresentavano, secondo il Consiglio di Sicurezza una seria minaccia alla pace. La sua ovvia risposta a tutto questo è stata la costituzione di un corpo giuridico, chiamato a giudicare queste violazioni e punire i colpevoli. Mi sembra una logica conseguen.za. · Vorrei fare una considerazione: coloro che sfidano la legalità del Tribunale dovrebbero tener presente che, fin dalla sua costituzione, nessuno stato, eccetto forse la Serbia e il Montenegro, ha mai obbiettato sulla sua validità. •L'intera comunità internazionale, eccetto forse uno o due paesi, ha accettato la legittimità e la legalità di questo Tribunale. So che probabilmente apf ena cominceremo i processi a difesa metterà in dubbio la legalità del tribunale e i giudici decideranno come reagire. Come giudice non posso pronunciarmi ora sulla questione, sarebbe inopportuno esprimere la mia opinione, ma, come studioso, non dubito che questo succederà. In qualità di giudice, vedrò come reagire se e quando la difesa farà obbiezione. Quando è nata l'idea di costituire il Tribunale - sembra che sia stato prima che fosse riconosciuta pubblicamente? Ho fatto delle ricerche a . . questo proposito, per cunosi tà scientifica. Ho parlato VOCI con alcune persone. A New York ne ho parlato con Cyrus Vance, con Badinter, e penso che quest'idea era stata ventilata nel 1992, forse in aprile, maggio o giugno del 1992. Badinter dice di essere stato il primo a lanciare l'idea. Altri sostengono che sia nata altrove, ma probabilmente dietro di essa ci sono i francesi perché il ministro degli Affari Esteri francese, Roland Dumas, aveva già parlato della necessità di punire gli autori dei crimini di guerra a proposito dell'invasione irachena del Kuwait. Quando la guerra finì e l'Iraq tu sconfitto, fu tutto dimenticato. Ma l'idea era già stata proposta dai francesi, almeno dal ministro degli esteri, Dumas, sempre rispetto all'Iraq,_ e poi da altre persone nel luglio del 1992. Si sa che nel 1991 la Commissione sul Diritto Internazionale delle Nazioni Unite aveva potuto continuare il lavoro sull'idea di una corte criminale permanente. Perché il '91, il '92? Grazie alla fine della guerra fredda. Prima sarebbe stato impensabile costituire un Tribunale criminale intero.azionale, sia permanente sia per una situazione specifica, a causa cieli' enorme conflitto psicologico e politico tra i due blocchi. Una volta finita la gu~rra fredda è divent_ato più facile pensare a un tnbunale criminale. Per questo, appena sono cominciati questi massacri e queste atrocità su larga scala nell'ex Jugoslavia, è stato molto semplice tornare su quest'idea. · Era anche a portata di mano, già circolava nell'arena internazionale. Certo si potrebbe sostenere che la costituzione del Tribunale era la via più semplice e veloce di intervenire, vista l'impotenza delle Nazioni Unite di controllare · la drammatica situazione nel1'ex Jugoslavia, mediante forze militari, politiche o diplomatiche. Qualcuno potrebbe dire che è un modo un po'. elegante per affrontare una situazione senza via d'uscita. Ci sono sempre dei metodi indiretti per arrivare a qualsiasi soluzione. Quello che importa è il risultato, e il risultato è stato il costituirsi di questo Tribunale. Questo ha finalmente iniziato a lavorare e il suo operato sarà sottoposto al giudizio della pubblica opinione. La comunicazione con il mondo esterno è una parte cruciale nel nostro caso. È lì che dobbiamo agire come deterrente. Il suo carattere umanitario e internazionale lo rende allo stesso tempo responsivo e responsabile verso il pubblico. Recentemente i mass-media hanno giocato un ruolo importante in vari processi avvenuti nel mondo. È importante l'intervento dei media per il Tribunale? Il ruolo dei media è cruciale, non solo il "New York Times", "The Guardian", "Le Monde", che informano il pubblico internazionale, ma anche i media locali possono avere un ruolo importante se informano la pubblica opinione e spiegano perché si è costituito il Tribunale, qual'è il suo ruolo, quali sono i suoi limiti. Si dovrebbe essere molto chiari sui limiti dei nostri mezzi, poiché non abbiamo lo stesso potere di imposizione dei tribunali locali. Prima o poi dovremo affrontare molti ostacoli. I media potrebbero anche fare opera di sensibilizzazione sul pubblico - la buona informazione, obbiettiva ed equilibrata, sensibilizza l'opinione pubblica, cambia la mentalità. Le persone si abituerebbero all'idea che la giustizia internazionale è in grado di sostituire la véndetta tra fazioni. L'umanità dovrebbe superare la fase in. cui esisteva la vendetta di un gruppo su un altro gruppo. No, noi crediamo nella responsabilità individuale. Quelli che hanno commesso o ordinato i crimini devono essere puniti, non l'intero gruppo etnico a cui appartengono. I media sarebbero d'aiuto anche incitando i testimoni a uscire dall'ombra ...:testimoni sia da parte dell'accusa che della difesa. Un altro aspetto utile dei media potrebbe essere quello di osservare il nostro operato e dare una valutazione critica, di qualsiasi tipo. Potrebbero anche osservare i processi locali concernenti i crimini di guerra, crimini contro l'umanità o di genocidio, e dire al pubblico se sono condotti in modo giusto. Personalmente ho saputo dai rapporti del Ngo che nell'ex Jugoslavia alcuni processi sono svolti in modo appropriato, altri no. •

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