La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

SCUOLA L'INSEGNAMENTO DELLA STORIA Nadia Baiesi Sandro Onofri Marcello Flores Francesco Benigno Cesare Moreno INSEGNARE/IMPARARE LA STORIA Nadia Baiesi Nadia Baiesi è direttrice del La.n.di.s. (Laboratorio nazionale di didattica della storia). • La riflessione complessiva sulla scuola e sul rapporto insegnanti.- studenti, che Guido Armellini ~ompie. nel su_oart~colo _Ilrespiro de~ bambini 1 , ha il mento d1 offnre numerosi · spunti _di approfondimento e di indurre alla discussione. L'ipotesi, per esempio, di una scuola "come zona franca, dove possano vigere modelli di comportamento e criteri di valore sensibilmente diversi da quelli dominanti ... il punto discriminante sta nei metodi che si usano per promuoverli, e nell'autorevolezza morale di. chi li propone''2, dove si ponga l'accento sull'educazione etica e sociale, che è. compito dell'insegnante in quanto tale e non riconducibile ed una specifica materia di insegnamento, apre akuni importanti interrogativi. Il problema sta proprio in quei metodi e in quella autorevolezza. Non vi è dubbio che "non si può pensare di ridurre il problema dell'educazione etica e sociale .- appunto - a una mera qu~stione di conoscenze, magari scomponibili in ben ordinate 'unità didattiche', ciascuna conclusa da inossidabili verifiche oggettive" ... 3, organizzate in una attenta e rigorosa programmazione, si potrebbe aggiungere. Non vi è dubbio che l'efficacia di una strategia educativa si misura "nell'esperienza diretta di una diversa qualità di rapporti tra le persone, nel saper valorizzare le innumerevoli differenze (di età, di sesso, di provenienza sociale, di cultura, di appartenenza religiosa) che si incontrano nella scuola come risorse per costruire cooperativamente un sapere nuovo" 4, nel sapere dunque costruire empatia tra chi (insegnante o studente) gioca tuttavia ruoli distinti e comunque non paritari: un aspetto questo da non dimenticare. Ma come? Non potremo pensare di offrire risposte definitive, ricette per risolvere una volta per tutte il problema (come ci viene taloa ~ ·ra richiesto). Questa scuola "possibile"; dove i soggetti, protagonisti dell'azione educativa, studenti ed insegnanti, sono posti al centro, è il luogo privilegiato dell'invenzione e della creatività e noi "dobbiamo ... stimolare l'invenzione invece che la tendenza a ripetere e applicare in. modo pappagallesco nozioni precotte e predigerite. Senza invenzione non si pongono domande legittime e senza domande legittime non si ·mette in moto un vero processo di apprendimento" 5 • Chi, insegnando storia, è sensibile a questi problemi e da tempo si misura con un diffuso• disinteresse degli studenti per la disciplina 6 e con la denuncia, ripetuta dai mass media, di incapacità da parte della scuola di insegnare la storia tout-court, e quella del Novecento in particolare, non può fare a meno di porsi la domanda: quale storia, e come, per corrispondere a un tale modello educativo? · Oggi si rimette in discussione l'approccio tecnicistico e razionalizzatore che ha contrassegnato buona parte della produzione pedagogica e didattologica dell'ultimo decennio, "ove la tecnica pare aver sostituito l'etica e le funzioni e i ruoli aver soppiantato i soggetti" 7 • Quella strada è stata percorsa, tuttavia, nella speranza che rappresentasse la soluzione del problema, e proprio da chi era più attento o più preoccupato, mentre si affermava la lezione delle. "Annales", che considerava "i fatti la superficie dell'oceano della storia e riteneva che compito dello storico fosse quello di analizzare le strutture e non di narrare i fatti" 8_ Quell'approccio ha permesso, a coloro che lo hanno sperimentato, di uscire dalla riproduzione del modello tradizionale, lezione fròntale - libro di testo - interrogazione, e di porsi il problema dell'effica~ia dei propri metodi di insegnamento. Non e un caso che le proposte più innovative vengano a volte proprio dal superamento di questa posizione, sostenuta anche dalla storiografia, che riscopre oggi il racconto e la narrazione: "un racconto sufficientemente 'denso' da riuscire ad abbracciare non solo la sequela di avvenimenti e le motivazioni coscienti dei loro protagonisti, quanto anche le strutture - istituzioni, modi di pensare e così via - e scoprire se tali strutture fungono da freno o da acceleratore a .tali avvenimenti, nonché quale forma potrebbe avere un tale tipo di racconto" 9 . Non si tratta dunque semplicemente di negare e di rifiutare quanto quell'approccio ha saputo. produrre, ma di comprenderne i risultati in un orizzonte più ampio, che non tema di reinventare, per un

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