La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

possono riassumere in quattro grandi segmenti: il mondo parrocchiale, il mondo dei movimenti, quello del volontariato, il mondo dei religiosi e delle religiose; in termini metodologici (la fede è la stessa) la distinzione passa tra una visione "spiritualista" e una "sociale" del mondo. Le concezioni della fede e della sua trasmissione, la necessità del dialogo, le priorità dell'impegno, il "giudizio" sull'attuale mondo, con relativi scherni, riferimenti, metodi di approccio, sono molti e diversi. Lo sconcerto di trovarsi di fronte a "molte Chiese" spesso corrisponde ai· mondi dell'unica appartenenza "dei cattolici". La seconda caratteristica è la "stanchezza". La Chiesa italiana come d'altra parte molte delle Chiese europee, si ritrova ad affrontare il mondo t.rasformato senza grandi "proposte". Si potrebbe par-. lare di un cattolicesimo "sfinito": incapace cioè di definire quali sono i problemi centrali della popolazione occidentale e quali le risposte "religiose" necessarie. Analisi, proposte, tentativi sono molti, ma tutti con la caratteristica di non avere capacitf veramente propositiva. Ripetere, con molte varianti, lo stesso messaggio, quando è inascoltato, diventa frustrante, a meno che non offra esso stesso, n~ll' enunciazione, gratificaz10ne. Il tutto aggravato da un linguaggio sempre più iniziatico: la difficoltà di dialogo infatti porta a ridefinire in Y.QQ. proprio i riferimenti, i linguaggi, le metodologie. Da qui il distacco dalla vita e dalle culture prevalenti, con una duplice tentazione: da una parte l'ag~ressività, dall'altra, la solitudine. La terza caratteristica è la "paura". È diffuso nel mondo cattolico un clima apocalittico di sfiducia e di timore da fine millennio. La natura, la scienza, le rivendicazioni soggettive sono vissute come "nemici" da cui difendersi, senza avere la forza della "tranquillità" e la capacità di lettura della domande che una cultura, a volte ostile, pone alla problematica della coscienza cattolica. È in atto, nella società italiana, certamente una sfida: la stessa sfida che altre civiltà e culture in transizione hanno posto in luoghi e tempi diversi. La società civile Affrontando invece le caratteristiche della società italiana rispetto alla religiosità, si possono indicare i seguenti connotati. · La società italiana sta orientandosi verso una religiosità "naturale". Una specie di mix composto da coscienza delle origini e aggiornamento soggettivo ai problemi vecchi e nuovi della vita. Una religiosità diffusa, ma incontrollabile: fede, credenze, miti convivono tranquillamente, con il rifiuto di una fonte unica, storica e seria della propria fede, alla quale pure molti dicono di riferirsi. L'influenza di una religiosità storica, come il cattolicesimo, che ha le sue verità e i suoi orientamenti diventa così a segmenti: ora sì, ora no, oppure, ancora più drammaticamente, sì e no. Non si tratta nemmeno di coscienza delle situazioni, ma di coscienze, di volta in volta, facenti appello o rifiutanti il soprannaturale. La seconda caratteristica è il soggettivismo, con tutte le sue varianti che le situazioni personali e sociali pongono. La religiosità è così schizoide: presa e lasciata, invocata e respinta, con riferimento alla dottrina o alle emozioni, istituzionale e personale. Da ultimo una religiosità privata, nella dimensione personale della vita, che nulla ha a che spartire con la dimensione pubblica. Leggi "naturali" (in quanto prevalenti nella società) reggono la vita della nazione e i rapporti tra gruppi e individui: in questa dimensione la religiosità non ha diritto di cittadinanza, non interferisce. In altre parole la protestantizzazione dei rapporti stato-religiosità, con l'affido allo stato di una . . vera e propna coscienza morale e spirituale. Si spiega così, almeno in parte, la secolarizzazione della cultura e dell'informazione: quasi un fermarsi alle soglie della coscienza per affrontare, a prescindere da ogni riferi- . mento "spirituale", i fatti della vita. Un silenzio pesantissimo che non è solo convinzione di materialismo e scetticismo, ma rifiuto della dimensione spirituale: un "vergognarsi" che non ha creato né civiltà, né dialogo. La discussione sui temi della vita diventa così pro o contro il cattolicesimo, senza scelte e senza suggerimenti. Le attese di Palermo Il tema da discutere a Palermo è d'estrema attualità e coinvolge la vita sociale nella sua interezza: cultura, comunicazione, povertà, famiglia, prospettive dei giovani. Sarebbe un male che avvenissero fatti fuorvianti. Tra questi un appello eccessivo - e per q-uesto fuori d.i luo~o - del passaggio al terzo millennio; una lettura superficiale e affrettata della realtà italiana; l'arroccamento in rosizioni "aggressive" con i mancato esame di coscienza sulla pre-

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