duto, e 'il compiere la propri; missione è divenuto un fatto esso stesso problematico, tutti i èoncetti morali fondamentali dei tedeschi hanno cominciato necessariamente a vacillare. Di- . venne allora chiaro che ai tedeschi mancava una cognizione fondamentale e decisiva: quella della necessità di agire liberamente e responsabilmente anche nei confronti della propria . .missione e del proprio compito. Prese piede invece da una parte una ir-responsabile mancanza di scrupoli, e dall'altra una scrupolosità lamentosa, incapace di portare all'azione. Il coraggio politico può crescere solo sul ~erreno della responsabilità libera dell'uomo libero. I tedeschi stanno cominciando solo oggi a scoprire che cosa significhi libertà. Essa ha .il suo fondamento in Dio che esige che l'uomo assuma liberamente nella fede il rischio dell'azione ·responsabile e che promene perdono e consolazione a chi così facendo diventa peècatore. · Del successo È certamente falso che il successo giustifichi anche l'azione cattiva e i mezzi riprovevoli; ma non è d'altra parte possibile considerare il successo come qualcosa di assolutamente neutrale dal punto di vista etico. Vero invece è che il successo storico crea il solo terreno sul quale la vita può continuare, ed è molto dubbio se sia più responsabile opporsi ai tempi nuovi come dei donchisciotte, piuttosto che servire ad essi ammettendo ed accettando liberamente la propria sconfitta. Alla fine, il successo fa la storia. E al disopra degli uomini che fanno la storia, colui che ne conduce il corso sa sempi;e trarre il bene dàl male. Ignorare semplicemente il valore etico del successo è un corto circuito degno di un cavaliere dell'ideale che pensa in modo astorico, cioè non responsabile; ed è una· buona cosa che noi finalmente siamo costretti a confrontarci seriamente sul piano etico col problema del successo. Finché il bene ha successo, possiamo concederci il lusso di ritenere il sucèesso spesso eticamente irrilevante. Ma quando al successo portano mezzi cat- . tivi, allora nasce il problema. Di fronte a questa situazione sperimentiamo come non sia al1' altezza dèl compito che ci è dato né l'atteggiamento di chi avanza critiche astratte e pretende di poter aver ragione come se fosse un semplice spettatore, né l'opportunismo, cioè l'arrendersi e il capitolare davanti al successo: Noi non vogliamo e non dobbiamo comportarci da critici offesi, né da opportunisti, ma da uomini corresponsabili, come vincitori e come vinti, della forma che viene data alla storia, nei singoli casi e in ogni istante. Chi, sapendo che la corresponsabilità per il corso· della storia viene imposta da Dio, non permette che nulla di quanto accade lo privi di essa, costui saprà individuare un rapporto fruttuoso con gli eventi storici, al di là della sterile critica e del meno sterile opportunismo. Chi parla di soccombere eroicamente davanti a un'inevitabile sconfota, fa un discorso in realtà molto poco eroico, perché non osa levare lo sguardo al futuro. ,Per chi è responsabile 1~ domand~ ultima non e: come mè la cavo eroicamente m quest'affare, ma: quale potrà essere la vita della generazione che viene; Solo da questa domanda storicamente responsabile possono· nascere soluzioni feconde, anche se provvisoriamente molto mortificanti. In una parola: è molto più facile affrontare una questione mantenendosi sul piano dei principi che in atteggiamento di UZJ.QljJ_ concreta responsabilità. La generazione nuova possederà sempre l'istinto sicuro per riconoscère se si agisce solo in base a un principio o in base a una responsabilità vitale; perché in questo si gioca il suo stesso futuro. Della stupidità · · Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell'autodissoluzioné, perché dietro di sé nell'uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese. Qui non si può ottenere nulla, né con proteste, né con la forza; le motivazioni non servono a niente. Ai fatti che sono in contraddizione con i pregiudizi personali semplicemente non si deve credere - e quando sia impossibile sfuggire ad essi, possono essere messi semplicemente da parte come casi irrilevanti. Nel far questo lo stupido, a differenza del malvagio, si sente completamente soddisfatto di sé; anzi, diventa addirittura pericoloso, perché con facilità passa rabbiosamente.all'attacco. Perciò è necessario essere più guardinghi nei cònfronti dello stupido che del malvagio. Non tenteremo mai più di persuadere con argomentazioni lo stupido: è una ·cosa senza senso e pericolosa. Se vogliamo trovare il modo di spuntarla con la stupidità, dobbiamo cercare di conoscerne l'essenza. Una cosa è certa che si tratta essenzialmente di un difetto che interessa non l'intelletto ma l'umanità di una persona. Ci sono uomini straordinariamente elastici dal punto di vista intellettuale che sono stupidi, e uomini molto goffi intellettualmente che non lo sono affatto. Ci accorgiamo di questo con stupore in certe situazioni, nelle quali si ha l'impressione che la stupidità non sia un difetto congenito, ma piuttosto che in determinate circostanze gli uomini vengano resi stupidi, ovvero si lascino rendere tali. Ci è dato osservare, inoltre, che uomini indipendenti, che conducono vita solitaria, denunciano questo difetto più raramente di uomini o gruppi che inclinano o sono costretti a vivere in compagnia. Perciò la stupidità serribra essere.un problema sociologico piuttosto che psicologico. È una forma particolare degli effetti che le circostanze storiche producono ·negli uomini; un fenomeno psicologico che si accompagna a determinati rapporti esterni. Osservando meglio, si nota che qualsiasi ostentazione esteriore di potenza, politica o religiosa cqe sia, provoca l'istupidime1;1to del~a gra~ P.arte degli uomi_ni. Sembra anzi che s1 tratti di una legge soc10psicologica. La potenza dell'unò rìchiede la stupidità degli altri. Il processo secondo cui ciò avviene, non è tanto quello dell'atrofia o della perdita improvvisa di determinate facoltà umane - ad esempio quelle intellettuali - ma piuttosto quello per cui, sotto la schiacciante impressione prodotta dall'ostentazione di potenza, l'uomo viene derubato daHa sua indipendenza interiore e rinuncia così, più o meno consapevolinente, ad .assumere un aueggiamento personale davanti alle situazioni che gli si presentano. Il fatto che lo stupido sia spesso testardo non deve ingannare sulla sua mancanza di indipendenza. Parlandogli ci si accorge addirittura che non si ha che fare direttamente con lui, con lui persònalmente, ma con· slogan,
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