contemporanea del termine "divisività" (divisivenes). È interessante come, in una grottesca parodia di un certo tipo di politica dell'identità, il termine "divisività" venga usato per negare l'esistenza di un problema e ogni richiesta di risolverlo. Quei candidati politici, che sug- ·geriscono che forse esistono differenze di ricchezza e di influenza nella società americana e che forse queste differenze dovrebbero essere prese in considerazione nei programmi politici, anche se come problema minore, sono attaccati perché promulgano la "divisività". Parte del linguaggio quotidii!no della politica americana è, come altri hanno notato, in codice. Io penso, com,unque, che "ceto medio" non sia una parola in codice per dire "bianco", ma piuttosto il termine per definire tutti quelli che lavorano per tutta la vita, e odiano il loro principale, ma hanno paura di dirlo - o almeno questo è il senso che dà il partito 'democratico a "ceto medio". Se. si pensa allo spostamento di questa retorica di posizione, è facile notare che la destra americana usa un insieme · di riferimenti alla pseudo-unità. I repubblicani sperano di sfruttare il fatto che hanno tra le loro fila avvocati, membri del Congresso (il parlamento degli Stati Uniti), burocrati e adesso anche un giudice della Corte Suprema per disorientare gli elettori neri. Jim Sleeper: Norman ha ragione nel sottolineare che potrebbe esistere una "divisività" buona e una nociva, qualcosa di salutare e insidioso nello stesso tempo. Se volete sapere perché i tassisti non fanno salire i clienti neri, chiedete ai tassisti neri. La gente ha imparato a fare delle distinzioni molto sottili. I bianchi distinguono tra neri "buoni" e neri "cattivi". Anche se questa distinzione è insidiosa ci fa capire però che per u:n sempre crescente numero di bianchi il colore della pelle non è più una cosa così definitiva. Michelle Moody-Adams: Voglio rispondere a quanto è stato appena detto sul fatto di distinguere tra buoni e cattivi. Io ho dei problemi a prendere il taxi e qualcuno probabilmente mi definirebbe una "nera buona". Ho dei problemi anche nei negozi dove la gente mi tiene d'occhio in modo spiacevole anche se il mio portafoglio è pieno di carte di credito. Sono una "nera buona", eppure a volte mi trattano così. Jean Elshtain: La distinzione che fa Antony Appiah - nel suo scritto Du Bois e l'Illusione ·della Razza - tra identità scelta e identità obbligatoria è molto interessante e utile. Io sono preoccupata per il modo in cui una politica obbligatoria qualche volta scaturisce da una identità prestabilita. Noi siamo soffocati dai problemi che dobbiamo affrontare perché sia- . mo neri, donne o latino-americani, perché viviamo in una certa zona, per la nostra posizione sociale, e così via. Ci sono questioni che non possiamo affrontare e nemmeno_ sfuggire come possono fare altri. Se Michelle viene guardata male nei negozi, questo succede perché è giudicata tendenziosamente sulla base di una politica dell'identità che giudica le persone non per quello che fanno, ma per ciò che si presume che facciano perché sono neri o donne. Questa è, in un certo senso, un'identità a livello ontologico:· uno è così e certe conclusioni seguono necessariaPIANETATERRA mente. Dovremmo evitare procedimenti mentali del genere. Identità e politiche che possano essere scelte soggettivamente rappresentano un ideale a cui possiamo e dobbiamo aspirare. Non credo che una cultura democratica non uniformante né conformista sia un lusso: è_una necessità. Dinesh D'Souza: Vorrei attirare l'attenzione su due cambiamenti imfortanti,. responsabili dei dilemmi attuali. I primo cambiamento è interno al paese e riguarda il movi- .mento per i diritti civili. Il secondo è internazionale e ha a che fare con il crollo delle strutnire economiche e politiche. La mia impressione è che il movimento per i diritti civili originariamente fosse basato su due ideali. Il primo era l'ideale della disgregazione o integrazione, compendiato nella causa Brown contro il ministero della Pubblica Istruzione, che sta ad indicare il progressivo disgregamento delle istituzioni, come scuole pubbliche, trasporto, ristoranti, e così via. Questo ideale aveva come fine il progresso mediante una cultura comune. Il secondo era l'ideale delle pari opportunità che Martin Luther King descrisse in modo perfetto dicendo: "Giudicateci per il contenuto del nostro carattere, non per il colore della nostra pelle." Oggi questi due ideali si sono trasformati in qualcosa di diverso. L'ideale dell'integrazione e della disgregazione è diventato l'esercizio sistematico di preferenze razziali. Questi cambiamenti sono avvenuti senza dibattiti pubblici, sondaggi di opinione e senza alcuna partecipazione democratica. Dopo aver messo insieme, con grande difficoltà, ~ualcosa 'éii simile a un accordo per i diritti civili in questo paese, adesso ci troviamo ad affrontare un programma molto diverso da quello originario. Gli americani adesso stanno aprendo gli. occhi e dicono: "Non è quello che ci aspettavamo". Non è sorprendente che l'accordo per i diritti civili sia stato corroso, se non distrutto. I nuovi metodi non sono stati giustificati con chiarezza. E, in effetti, si è sviluppato un meccanismo insidioso nel quale gli americani che non sono d'accordo con il nuovo programma per i diritti civili vengono reiteratamente e in modo poco onesto accusati di opporsi al _vecchio programma. Sono accusati di essere dei razzisti che vogliono tornare indietro e vogliono ricostituire l'antico regime. Anche questa politica dell'accusa razziale; che ha riscosso tanto successo negli ultimi venticinque anni, è stata messa in discussione, _paralizzando l'intero problema delle relazioni tra le razze. L'unico modo di portare avanti il dibattito è riconoscere che c'è più di un modo per raggiungere i traguardi che tutti noi abbiamo in mente. Esistono molti modi di considerare i diritti civili, e non essere d'accordo con un modo o un altre;>non significa essere indegni. Questo è il pnmo punto. Il secondo punto, che passa a volte inosservato, è il crollo del marxismo e del socialismo nell'arena internazionale, con sviluppi.di grande importanza e ripercussioni storiche. Per molto tempo ci si è sforzati di comprendere, secondo l'analisi marxista, la cultura americana in termini di categorie di classe. Questo sforzo non ha mai avuto gran successo pe_rché, in questo paese, a parte per un breve periodo dopo la Depressione, non c'è stata mai una feroce lotta di classe tra borghesia e proletariato.
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