La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

agli storici orali dei costumi e delle tradizioni. L'altra faccia del motto "Eravamo poveri, ma ci aiutavamo a vicenda" racchiude gli enormi risultati ottenuti dalla classe operaia che, cresciuta nella miseria dopo essere stata cacciata dalla sua terra dai latifondisti, era stata convogliata nelle fonderie e nelle fabbriche durante il secolo che va dal 1770 al 1870. Cominciando da baracche sovrappopolate, letti brulicanti di pulci e diarrea cronica, questa nuova classe che non aveva nient'altro da vendere se non la sua forza lavoro, e quella dei suoi figli, mise in piedi una vulnerabile rete di associazioni di assistenza per malati, circoli per raccolta fondi per i funerali e dottori volontari, soci~tà benefiche, casse di risparmio, banche che accettavano somme anche piccolissime e scuole per i meno abbienti, circoli di lettura, corsi di specializzazione per meccanici, cooperative per gli affitti, società di credito immobiliare. E continuò creando le vaste e complesse strutalle riforme di Lloyd George (ministro inglese che nel 1911 fece approvare un nuovo programma di assicurazioni sociali) e quelle di Bevan (ministro inglese che nel 1945 fece approvare l'assistenza medico-sanitaria obbligatoria e gratuita). Porter aggiunge (in un articolo su "New Society" del 28 febbraio 1986) che questa accurata analisi storica "analizza la conviIDzione ormai dogmatica dei progressisti - cioè che il miglioramento della salute della popolazione dipende dall'intervento statale -, ne sfida la veridicità storica, e mette in dubbio che la sinistra possa sostenere questa teoria. Eppure la sinistra ha sostenuto, per tuqo il ventesimo secolo, la teoria che la tradizione del "far da sé" e del mutuo soccorso non significava il trionfo della capacità della povera gente di gestirsi autonomamente, bensì era un temporaneo precursore della previdenza sociale svolta direttamente dallo stato. La conquista dèl potere parlamentare era il primo t~aguardo da _raggmngere per 1soci a 1 i sti, mentre ture, ancora funzionanti, ddla Cooperativa_ dei consumatori e delle àssociazioni sindacali. Nell'ultimo decennio del ventesimo secolo, tutto questo suona come l'indiscutibile trionfo della filosofia del "far da sé" e del mutuo soccorso. Ma alla fine del diciannovesimo secolo, i riformatori lo consideravan o una goffa man<?vra ?i gente non 1stru1ta, e ne sottolineavano lacune e anomalie. . '{;'t1J/rt1//11 1 t/' tAfr 0 l'autogestione popolare era un noioso problema secondario, utile solo se un lungo servizio all'interno della cooperativa dei consumatori o delle orgamzzaz1om smdacali avesse procurato ai deputati una base di quelle abilità descritte in un altro di quei manuali intitolato ,,, Invece ~i escogitare! m?di di colmare _le!acune questi osservaton miravano a sostituire l'intero edificio con l'intervento statale. A questo proposito Philip Gardner nel suo libro Le scuole elementari perdute esistenti nell'Inghilterra vittoriana (Croom Helm, 1984) ha spiegato che la nascita di un' educazione statale era stata costruita a scapito di un'intera rete di piccole scuole informali. Questa sostituzione ebbe come risultato quella che Paul Thompson ha chiamato "la soppressione in innumerevoli bambini della classe operaia del piacere dell'istruzione e della capacità di apprendere in modo autonomo, facoltà che l'attuale sistema progressista di educazione tenta di riportare in vita". La storia stessa è stata riscritta in modo da soddisfare una visione manageriale, politica e burocratica. In un contesto differente, lo storico Roy Porter raccomanda lo studio di David Green su I pazienti appartenenti alla classe operaia e la sanità: la filosofia del "far da sé" in Inghilterra- dalla metà del diciannovesimo secolo al 1948 (Gower, 1986) per dimostrare che l'organizzazione autonoma dei pazienti appartenenti alla classe operaia assicurava un grado di controllo sui servizi sanitari da parte degli stessi utenti, di gran lunga maggiore rispetto a quello raggiunto nel periodo seguente BibliotecaGinoBianco . L 'ABC del dirigente di Sir Walter Citrine. La seconda guerra mondiale procurò questa opportunità. Le necessità del tempo di guerra produssero quella che chiamammo "economia comandata" ed era universalmente riconosciuta la validità del 'Piano Beveridge, sulla sicurezza sociale nel dopoguerra, e così il fatto che lo stato dovesse provvedere alla salute e al benessere di tutti i cittadioi. L'economia di guerra eliminò la sottoclasse dei poverissimi, fornì un impiego a tutti e, mediante il Paye (sistema di trattenute), scremò le paghe degli of erai specializzati che avevano un salario ben a di sotto del livello di reddito anteguerra: salari che magari erano stati spesi per pagare gli oneri previdenziali. L'in~ieme dei provvedimenti legislativi sulla previdenza sociale sotto i governi del dopoguerra garantì la piena occupazione. La struttura dell'assistenza sociale fu mantenuta intatta sotto regimi in seguito sprezzantemente definiti come il Butskillism dei governi conservatori negli anni cinquanta e quello laburista negli anni sessanta. Da sotto questa superficie emersero tumultuosamente politiche locali, sindacati di protesta e richieste per il controllo sulla gestione degli alloggi da parte degli stessi cittadini, e per il coinvolgimento popolare nella previdenza sociale. I politici della sinistra ignorarono queste richieste provenienti dal basso. I politici della destra erano felici di poter sfruttare la LEZIONI

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