La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

Bit to ai bisogni reali e legittimi, confondendo cause con effetti; così il legame con il territorio si traduce in richieste di politiche di repressione e di espulsione di un supposto corpo malato da un supposto corpo sano, anziché indirizzarsi alla promozione di servizi e alla garanzia di qualità di vita e di convivenza per tutti. Rideterminare le condizioni affinché sia salvaguardato il diritto di tutti a riconoscersi in un territorio e ad appartenervi, senza che questo si traduca in un conflitto e in una espulsione per altri, chiama dunque in causa una cultura di rispetto delle differenze, il valore inalienabile della tolleranza e adeguate politiche territoriali. È questa la via a un federalismo trasparente, solidale e non violento. Una famiglia aperta al sociale, un sociale al servizio delle famiglie. Le relazioni familiari, nonostante la loro crescente fragilità, rappresentano una risorsa insostituibile per ogni persona. Esse devono essere destinatarie di un'attenzione particolare da parte della politica, delle istituzioni e delle forme organizzate del sociale. Un'attenzione che rispetti la pluralità delle forme familiari e le specifiche originalità di ogni famiglia. Una cultura rispettosa delle differenze non può non essere anche una cultura che rispetta i diversi modi con cui si costruiscono le relazioni familiari. Queste non devono, e non possono più, essere imposte dall' esterno, sulla base di modelli rigidi ma 110npossono neprure essere lasciate nell'indifferenza, come se fossero un affare strettamente pnvato. Siamo convinti, e lo diciamo a partire dalla nostra esperienza di accoglienza delle famiglie, che si debba dar vita a un movimento culturale e politico di reale e concreto servizio alle famiglie. Il che significa, in particolare, accompagnare le famiglie ,nella costruzione dei loro legami con il territorio, nei rapporti tra le generazioni e soprattutto in quelli educativi, nella crescita qu~)itativa delle relazioni familiari, nell' acquisizione di titolarità effettiva delle politiche sociali complessive, oltre che in quelle - peraltro poche - specifiche., Questa attenzione, questa intenzionalità di servizio riVOCI aGinoBianco spettosa delle differenze e capace di far crescere legami sono la strada per dare effettiva cittadinanza alle famiglie. Uno sviluppo compatibile. Un patto sociale ispirato ai valori della solidarietà tra individui, famiglie e comunità, chiamati a convivere oggi e domani in un mondo interdipendente, impone un modello di sviluppo compatibile con i bisogni fondamentali dell'uomo e della donna e con le risorse naturali essenziali al loro soddisfacimento. Un tale modello di sviluppo deve, da un lato, resistere ai bisògni indotti da un sistema produttivo esasperato dal consumismo e, dall'altro, tenere conto delle limitate risorse disponibili, non sacrificando al benessere presente di pochi la prospettiva di un benessere per le generazioni future. Per l'affermarsi di un tale sviluppo sarà indispensabile una nuova cultura della sobrietà, in equilibrio tra i bisogni e i desideri della persona, tra le esigenze del singolo e le necessità della collettività. Cittadinanza e lavoro. Il lavoro, che oggi tende sempre più a configurarsi come variabile residuale, deve tornare a diventare un punto di riferimento con cui misurare la salute di un'economia, oltre che l'equità di una società. In quanto partecipazione attiva allo sviluppo sociale, il lavoro - retribuito o meno - costituisce titolo fondamentale di cittadinanza e opportunità di crescita individuale e comunitaria, fonte primaria della ricchezza sociale che deve essere equamente distribuita. Il principio, da noi condiviso, di "lavorare meno per lavorare tutti" deve essere completato, pena lo svuotamento del suo senso, dallo scopo di "migliorare il lavoro". Solo così una giusta distribuzione di questa fondamentale risorsa non corre il rischio di legittimare, e promuovere, nuove forme di sfruttamento, soprattutto nei confronti di chi oggi è di fatto escluso dal mercato del lavoro. Il lavoro è quindi obiettivo prioritario, da perseguire con po!itiche attive c~e ~c_comp~- gmno, con mass1cc1 investimenti formativi, la trasformazione di molti settori produttivi, compensando le mansioni esposte al rifiuto con nuove misure salariali e fiscali, promuovendo e sostenendo nuovi bacini occupazionali quali, ad esempio, i servizi socialmente utili per la qualità della vita, la protezione dell' ambiente, la tutela e la valorizzazione dei beni artistici e delle ricchezze naturali. Per ripartire più equamente il lavoro disponibile sarà necessario farsi carico di nuove forme di condivisione del lavoro, di una riduzione della sua durata legale e di forti diminuzioni del tempo di lavoro. Quindi saranno necessari processi di regolazione legislativa e un ruolo rafforzato dei diversi attori sociali, dalla cui capacità negoziale dipenderà l'effettiva realizzazione del nuovo patto sociale. Per una economia solidale. Non si cambia e non si migliora il lavoro se non si cambia e non si migliora l' economia nel suo insieme. È la concretezza del nostro essere, nel quotidiano, anche un soggetto economico che ci porta a dire questo. Abbiamo imparato, direttamente e insieme ad altri, questo ruolo attraverso le diverse fasi della nostra storia. Da gruppo di volontariato siamo diventati impresa sociale e, in quanto tale, ci stiamo oggi interrogando sui nostri rapporti con il sistema finanziario e su quello che questo dovrebbe diventare per essere effettivamente solidale. Il compito che tutte le realtà del terzo settore hanno oggi di fronte è quello di rensare e progettare strade efficaci per solidarizzare l'economia. Due, in particolare, ci sembrano gli obiettivi da perseguire: dare solidità al terzo settore e promuovere forme legittimate di finanza solidale affinché il denaro, da simbolo di divisione, possa diventare strumento di solidarietà. Formazione e cultura. Al problema del lavoro e dell'economia è strettamente intrecciato quello della formazione e della cultura. La tensione verso processi di unità e integrazione europea non può non vedere un contemporaneo sviluppo di orizzonte culturale adeguato alle trasformazioni sociali. La de industrializzazione, la rivoluzione informatica, il massificarsi delle professionalità intellettuali, la produzione di nuove tecnologie e il loro impatto sull'organizzazione della co-

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