La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

PIANETA TERRA EX JUGOSLAVIA Ambrogio Manenti Giulio Marcon Claudio Bazzocchi Virginio Colmegna Luigi Lusenti LA SITUAZIONE E GLI INTERROGATIVI DI FONDO Ambrogio Manenti Ambrogio M anenti è osservatore a Mostar per conto della Organizzazione Mondiale della Sanità; è stato fondatore e animatore dell'Associazione di volontariato milanese Cinque Terre. ♦ ' La guerra nella ex Jugoslavia, in corso dal luglio del 1991, ha provocato più di 200.000 morti, tre milioni e settecentomila profughi, dolori e sofferenze per un intero popolo, vissuto in pace per mezzo secolo. Le ragioni di questa guerra sono molteplici. E tuttavia le analisi degli "esperti" che studiano questo evento e le testimonianze delle popolazioni coinvolte non sono sufficienti per spiegare come sia stato possibile precipitare da una situazione di civiltà , convivenza, tolleranza a una di miseria e barbarie. Gli eventi storici, economici, politici, ideologici chiariscono solo alcuni aspetti. Ampie zone d'ombra rimangono insieme allo stupore e all'incredulità della tragedia della guerra. Alcune caratteristiche della situazione attuale: pulizia etnica, intolleranza, mancanza di democrazia. La gente è stanca della guerra. Questa sensazione è quella più forte e più diffusa camminando per le strade. Osservando gli sguardi, forse un tempo ironici e beffardi ora più spesso velati di tristezza, dei frequentatori di caffè, o ascoltando le voci rassegnate di conoscenti o amici. La gente comune è esausta. Ha perso molto in questa guerra. Affetti, proprietà, lavoro, risparmi. La capacità di divertirsi e amare la vita. La consuetudine a vivere con gli altri. Si dice che durante il comunismo lo scambi o tra le culture non fosse avvenuto in profondità, con la necessaria curiosità, rispetto, conoscenza dell'altro. Non vi era stata contaminazione perché mancava la democrazia. Certo è che la stessa gente, ora esausta, è vissuta negli ultimi anni in un clima di paura, di intolleranza e di odio, sedotta da atmosfere nazionaliste non estranee alla storia della JuBibliotecaGinoBianco goslavia e dei Balcani. Il nazionalismò antisovietico e la cultura stalinista della "fortezza assediata", del "sospetto" e del "nemico" insieme con una tradizione più antica diffusa nei Balcani di difesa delle identità territoriali e di sangue rappresentano un retroterra importante. Così come grande importanza riveste il ruolo dei gruppi dirigenti delle repubbliche della ex Jugoslavia e in particolare quello serbo, distintosi per trasformismo, astuzia, attaccamento al potere e spregiudicatezza. Milosevic e i suoi collaboratori (selezionati secondo il più rigoroso stile "comunista" di omologazione totale alla causa, in questo caso nazionalista) hanno organizzato "scientificamente" una strategia per la diffusione del terrore applicandola sia in Croazia che in Bosnia nel processo di formazione delle Repubbliche Serbe di Krajina e di Bosnia. E tempestivamente sono ·stati imitati da non altettanto abili rivali. Per esempio Tudjman, considerato un nazionalista viscerale e quindi meno lucido (ma non meno scellerato) di Milosevic nell'uso strumentale della revisione storiografica, dell'armamentario simbolico del passato e del terrore nazionalista. I rapporti di Mazowiecki, incaricato Onu per i diritti umani nella ex Jugoslavia, sottolineano la massima responsabilità della componente serba nella pulizia etnica e più in generale nella violazione dei diritti umani. Tuttavia evidenziano come nello sviluppo del conflitto tutte le componenti abbiano finito per usare gli stessi metodi. La pulizia etnica insieme ad altri fenomeni di inumanità come attacchi a obiettivi non militari, esecuzioni sommarie, detenzioni arbitrarie, campi di prigionia, stupri di donne, uccisioni di bambini caratterizzano la guerra nella ex Jugoslavia. E di pari passo con l'inciviltà avanza l'involuzione democratica dello stato e della società (in Serbia, in Croazia e anche in Bosnia) con l'eliminazione quasi totale di ogni forma di opposizione politica, sociale, culturale alla linea ufficiale del governo e l'uso sempre più monocratico dei media (con una simmetrica comunanz-a di intenti, in questi giorni le autorità croate stanno cercando di far chiudere il "Forai Tribune" e quelle serbe il "Borba", ultimi residui di stampa indipendente nella ex Jugoslavia. Comunità internazionale e iniziative di pace Di fronte a una tale tragedia, le deboli iniziative diplomatiche intraprese durante più di PIANETA TERRA

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