fanzia dei poteri cri~ici. L'atto fondamentale, decisivo del potere è quello di privare del potere critico. In questo senso io distinguerei però, non sarei _così drastico come Pasolini. Lei me lo cita, io non conoscevo questa citazione: "che il potere assoluto è anarchico ...". Lo prende da Sade... Lo prende da Sade? ... e Sade da chi lo pren- ·deva? ... È chiaro, il potere assoluto è anarchico. Noi viviamo, a Dìo piacendo, in regimi pasticciati, in Italia soprattutto, in regimi instabili, che però sono pluralistici, via! In Italia, in una decina di giornali lei trova tutto. Trova le opinioni che preferisce. Può seguire una via o un'altra via. Trova anche giornali fascisti. Il potere italiano è frazionato, corrotto, segmentato - non so quello tesesco perché lo conosco poco, ma penso che sia ampiamente riferibile anche alla Germania di oggi. È anarchico contro voglia. Nel senso che è un potere che non ha potere sufficiente, se vogliamo. Ma non è paragonabile. C'è un salto netto di qualità fra questo tipo di potere, queste democrazie imp~rfette che ci sono nei nostri paesi, e la monoliticità dello stato totalitario. Non era così completo come si voleva far credere. Ho letto per esempio che le leggi di Norimberga sono state varate in Germania, secondo il volere di Hitler, di Streicher, di Himmler, ma contro il volere di altri. Non era quindi un blocco così compatto. Ed era un potere anarchico, nel senso che escludeva tutti gli altri poteri. Lei mi parlava di Salò, di Pasolini. Le dirò che mi è dispiaciuto molto come film, mi è sembrato un rigurgito, l'opera di un uomo disperato, infatti Pasolini era disperato. E io non amo la disperazione. Non sono capace di disperazione. Mi pare che la disperazione paralizzi. Credo che sia un film che ha nuociuto, questo ... non mi ricordo neanche più il titolo esatto. Credo di aver rimosso. Non era così, non è vero che fosse così. Questa ferocia totale non è esistita. C'era un'ampia zona grigia. Anzi era quasi integrale. Allora eravano tutti grigi. Lei racconta, a proposito del nazismo, della violenza giustificata di un uomo verso l'altro per superiorità. Vorrei sapere cosapensa di certe teorie che vedono un parallelo fra questo principio della superiorità nazista e quello ebraico del "popolo eletto". E poi non è compre so nel comportamento nazista verso gli ebrei anche un concetto di "estraneità" in qualche modo, di un uomo verso l'altro? Estraneità, intendo, come differenza di appartenenza al territorio, l'identificazione con il proprio suolo di origine e la conseguente struttura culturale. Il popolo ebraico, sappiamo, è stato pellegrino per millenni. L 'attributo di "estraneo", o "diverso" se vogliamo, per l'ebreo non trova, secondo Lei, una ulteriore sottolineatura durante il nazismo anche nella deportazione di massa? Si è parlato molto di concorrenza addirittura fra l'ideologia nazista e la millenaria ideologia ebraica del popolo eletto e si sono dette molte cose : approssimative e a mio parere anche molte cose false. E cioè che la Germania nazista e l'ebraismo fossero mutuamente incompatibili perché tutte e due miravano ad una sorta di BibliotecaGinoBianco dominio mondiale. Questa era la tesi nazista. Se noi non sterminiamo loro, loro stermineranno noi. È vero che esiste nelh cultura ebraica un filone di elitismo, la convinzione di essere il popolo eletto. Ma mi pare del tutto assurdo paragonare Salomone a Hitler. Ci sono appunto tremila anni di mezzo. Certamente il fatto del territorio ha giocato. La Germania si è sentita forte per il suo territorio, ha lottato per estendere il suo territorio. Quanço però alla deportazione, a cui lei accennava, se lei ricorda, la deportazione è avvenuta non verso la Germania, ma dalla Germania. I tedeschi hanno deportato verso la Polonia i loro ebrei. Perché erano abbastanza sensibili all'opinione pubblica. Sapevano che una strage totale, in Germania, sarebbe stata vista male. Non dico che sarebbe stata fermata od ostacolata. Lei conosce la storia dell'eutanasia, sa che è stat0 un programma varato prima della guerra, che ha fatto 4O-SOmilavittime e poi è stato fermato. Perché il popolo tedesco e le due Chiese lo hanno fortemente contrastato. Per questo motivo tutti i lager di sterminio sono stati costruiti non in Germania, ma in Polonia, proprio per evitare al territorio tedesco questo trauma. Perché trauma era, per tutti, anche per le SS a cui davano alcool in abbondanza quando dovevano sparare sulle fosse comuni, A mio parere il problema del territorio in questo non ha contato. Anzi, "saviamente" i governanti nazisti hanno cercato di allontanare dai confini tedeschi. Erano cinque i lager di sterminio, erano Chelmno, Sobibor, Treblinka, Majdanek, ed Auschwi~z, che però era già un ibrido. Ed erano tutti fuori dal confine tedesco. I lager in territorio tedesco, Dachau, Buchenwald, erano campi durissimi, ma non di sterminio. · Ma la deportazione allora, non assumeva anche il significato di un'ulteriore umiliazione. Portar via la gente dalleproprie case,dal paese dove viveva, non era una ulteriore sottolineatura del- !' estraneità che si voleva attribuire all'ebreo? Questo in parte era dovuto a necessità belliche. Ed è parallelo a quello che avviene adesso. O avveniva. La Germania ha bisogno di manodopera, e aveva bisogno allora di manodopera. Le condizioni di oggi sono da cattive a pessime, ma non-paragonabili a quelle di allora. A quanto ne so i turchi non stanno bene in Germania, però hanno dei diritti riconosciuti. E credo che esistano scuole per i bambini- turchi. Una casa, magari squallida, viene loro procurata, possono portare la moglie, andare in ferie. Al tempo nazista era avve- . nuta una massiccia importazione di manodopera, si parla di 9 milioni. 1 Di cui soltanto tre o quattro sono stati destinati allo sterminio perché erano ebrei o zingari, russi o polacchi. Gli altri erano prigionieri militari, russi o francesi, inglesi, americani, ecc., altri ancora erano volontari. Altri erano stati rastrellati non in qualità di future vittime ma solo come lavoratori. Quindi il fatto dell'importazione aveva un significato prettamente economico. Anche di sfruttamento, naturalmente, perché erano pagati male, o malissimo o addirittura nulla. Ma la deportazione nel territorio metropolitano, aveva quasi esclusivament~ un significato economico. La Germania era
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