LEZIONI Primo Levi CAPIRE FARCAPIRE Primo Levi Dichiarazioni raccolte da Milvia Spadi Il testo qui riportato è la trascrizione integrale di un 'intervista a Primo Levi realizzata nel settembre del 1986, per il Westdeutscher Rundfunk. La base dell'interuista è l'ultimo libr~ di Levi I sommersi e i salvati, il ritorno, q'l!zndi, dello scrittore alla riflessione sull'esp-erienza dei campi di sterminio. In Italia alcuni brani di questa lunga conversazione sono apparsi su L 'Unit.à, il 7 novembre '92, dopo che a f!.-omasi erano verificati inquietanti episodi di intolleranza antisemita. La registrazione è stata poi trasmessa anche -da Italia Radio e da RadioTre. • L'attualità delle parole di Levi si potrà verificare qui di seguito. La sensibilità di chi ha subito un'esperienza disumana, ha fatto percepire con molto anticipo allo scrittore la caduta di attenzione verso gli eventi più difficili della nostra storia ed il pericolg di un ritorno dell'oscurità delle coscienze. "E avvenuto - scriveva Levi - potrebbe avvenire ancora". Questo monito, si fa ancora più pressante in molte delle riflessioni riportate in questa intervista. Una in particolare mi ha colpito riprendendo in mano questo materiale: "è colpa nostra se non sappiamo di più - dice Levi, riferendosi al genocidio in Cambogia - avremmo dovuto docum<(ntarci, leggere quel poco che è stato scritto". E quasi scontato, automatico, pensare che oggi tutti noi "sappiamo" bene cosa accade nel mondo. "Genocidio" è un termine che si vorrebbe radiato, da non applicare agli avvenimenti attuali. I tedeschi hanno definito Ungeist (il non-spirito, l'anti-spirito) la forza che ha guidato il Nazismo ed è sfociata nelle crudeltà che conosciamo, nel desiderio e nell'attuazione dello sterminio. Evidentemente, se oggi tutti "sappiamo", non possiamo sottrarci. Dobbiamo cercare di capire di cosa èfatta questa forza, e fermarla. Per non rendere inutili il dolore e la memoria. (M.S.) Come mai in un momento "antistorico" come questo, in un momento in cui c'è poca voglia di riflessione, Lei ha sentito il bisogno di ritornare sul tema dei campi di sterminio con una BibliotecaGinoBianco nuova riflessione sull'esperienza di quello che è stato? · Mi sono accorto che i miei primi due libri, soprattutto Se questo è un uomo, vengono ancora molto letti; Se questo è un uomo viene molto letto in Italia perché esiste in edizione scolastica annotata. È un libro di testo, insomma. In Italia c'è una norma per cui in terza media si legge un autore italiano moderno. Ora devo dire che ogni anno 10-15 mila copie vengono vendute nelle classi, ·e io vengo invitato sovente a commentare questo libro. E noto spesso anche nelle lettere che ricevo - e ne ricevo molte - commozione, anche _partecipazione, ma come se si trattasse di un evento che non ci riguarda più, che non appartiene all'Europa, non al nostro secolo come i fatti, che so io,,. <alella guerra d'Indipendenza americana:- In più abb_iamo a~sistito a dei tentativi di negare, addinttura, 1 Olocausto, ad esempio da parte della scuola di Faurricon. Avevo·incominciato già cinque, sei anni fa a percepire questi sintomi, ed avevo scritto uno, due saggi che erano stati pubblicati -sparsi. Poi mi è venuto in mente che valeva la pena, siccome si intensificava questa sensazione di dissolvimento, di fading away, di ~nnebbiamento di quei fatti; ho pensato che era il_ moment~ di rad~narli, o di scrivere altri saggi, su alcum aspetti che o non erano stati trattati affatto sull'Olocausto ... - scusi io uso questo te:m~ne Olocausto malvolentieri, perché non m1 piace. Ma lo uso per intenderci. Filologica- ~ente è sbagliato. Lo userò in questa conversazione per ragioni semantiche. Mi è sembrato quindi opportuno radunare otto o nove saggi su alcuni aspetti non trattati, o trattati secondo me in modo distorto. Ne I sommersi e i salvati Lei propone delle soluzioni etiche e morali applicabili a qualsiasi evento o situazione che presenti i meccanismi dell'oppressiorJe,della guerra. Come si può però comunicare la valenza etica di un'esperienza come quella da Lei descritta, ad un mondo culturalmente "disgregato" come quello attuale. Non è facile pensare ad un'etica comune a cui riferirsi. I valori non sono gli stessi per tutti. E molti cosiddetti "valori" sono tramontati, anche i,Più recenti riferimenti ideologici sono ormai frantumati, sfumati ... Io non sono molto d'accordo con Lei sul fatto che ci sia stato un tramonto totale dei valori. Alcuni v~l_oris_ono tramontati. Soprattutto quello politico. E vero. I due grandi modelli, quello dell'Est e quello dell'Ovest sono ammalati tutti e due, e i giovani lo sentono
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