Studi Sociali - XVII - n. 5 serie III - 31 maggio 1946

sione del movimento anarchico, che a grand:e maggioranza, ha riaffermato negli accordi del Congresso ·di Carrara, i- principi propagati tla Bakunin e. da Malatesta. Viste le cose a distan– za e benché ci manchino notizie ·definitive, sem– bra bene che vi_ aderira l'Unione Spartaco, sul cui · giùrnale «L'Internazionale» di Roma si pubblicano le ~<Tesi»,del nuovo organismo, re– datte da libertari separatisi sia dalla sezione lombarda della F. A. I. che, dalla redazione del suo organo «H libertario». Questo nuovo par– tito rappresentera quindi -l'incontro fra i revi– sioni_sti del so~ialismo che vo~liono abbandonare i vecchi metodi del riformismo o· della .ditta- · tura, nia- non pensano sia possibile allontanar– sene subito ,radicalmente e i revisionisti. deH7a– narchismo che, stabilendo una ·distinzione fra <<iprinci<pi» e, «la pratica» ed intendendo per «realizzazioni pratiche» la conquista di posti di comando da parte del movimento di cui fa~ no parte, si ripiegano su posizioni legalitarie, che possono diventarre diittatoriali-nel mk>mento rivo1uzionario. · La prima di queste due correnti (che potrem– mo dire orientata in senso positivo) é un- pro– dottd logico di questo momento storico e sgorga, éon maggiore o minor forza e 'limpidezza in tutti i movimenti socialisti del mondo per ope– ra dei ·militanti pi4 disinteressati e chi~roveg– genti. Potremmo citare, fra ['~ltro, il pensiero· di Rosselli è di alcuni suoi discepolj_ di <<Giu– stizia è Liberta», l'opera letteraria di Silone, le aspirazioni ·dichiaratamente libertarie di una parte ,del movimento ·giovanile socialista clan– destino ancora prima .·della guerra di Spagna, questo movimento «Spartaco» e, fuori d'Italia, il 1-';ruppo 'di cui formano parte Maréeau Pivert e Victor Serge che arriva a franche manifesta– zioni antistatali, le vene. federaliste e comuna1i– ste che si fecero seBtire nel movimento di re– sistenza francese e eh; non si posso1;w essere p·erdute tra gli 1 aNori pericolosi della vittoria, certi atteggiamenti _del Partito Laborista Inai– pendente inglese e del movimento Common– weailth. . . La lista potrebbe continuare. Rudi– p;er, in un articolo recente sulla Germania, ci dice: «Appaiono nel campo socialista (tedesco) l'interesse per l'aniministrazione municipale li– bera, l'idea del comune, certe tendenze federa– liste e regionaliste; si parla di socialismo coope– rativo invece che di socialismo statale». Con alcuni di questi socialisti anche degli anarchici han potuto collaborare, n,on nel campo dell'a– zione poliiica, ma in quello della propaganda delle idee comuni e della fraterna, sincera, pub– blica dìscussione di quelle discordanti. Mi rife– risco sopratutto ai gruppi «Socialismo e Libèr– ta» dell'An::l'erica Latina, formati, oltre che 'da sudamericani, da esiliati di varie nazionalita, gruppi ohe disimpegnarono -credo- una fun– zione utile ·durante la guerra, giacché cercarono di far conoscere ai popoli ignari e lontani la profonda radice s.ociaJista e rivoluzionaria deUa resistenza antifas'Cista eur~pea e difesero, Gon– tro l'union sacrée e la vuota propaganda delle · frasi fatte, l'indipendenza di giudizio, contro le false unita basate su programmi minimi e le STUDI SOCIALI 5 mani, ipocritamente tese, l'accettazione del dis– senso, la ·pratica della tolleranza, la sincerita . nell'e~posizione del programmi massimi. Un in– contro che, pur ridotto alle proporzioni dell'e– silio che sono numericamente molto piccole, mi sembra esattamente l'opposto dell'incontro, che si sta producendo in lt~lia. I socialisti ,e i comunisti ehe diventano di-· bertari» hanno molti motivi giustificati di farlo e due soli· torti: quello di fermarsi troppo pre– sto e quello ,d'adopèrare, per questo loro revi– sionismo, ·un nome che aveva gia prima un si– gnificato -definito e diverso, ed é -diciamo– patrimonio d'altri. In ogni modo quella loro nuova •posizione ha il vantaggio di shairazzare la discussione fra noi e loro di molti dissensi, di portare la ,divergenza su un piano piti ele– vato e ·di ,rendere possibile una collab'orazione nell'azione diretta, finché le posizioni autorita– rie ch'essi accettano per «spirito pratico~ non li avranno portati (e:om'é naturale che avven– ga) troppo lontano da.l nostro terreno di lotta. Ma allora sorgeranno forse nuovi revisiouisti, . che, scopate via dall'esperienza le illusioni f og– gi, s'avvicineranno probabilmente a noi piµ di quanto facci~no gli odierni. Di,scussione fraterna con i neolibertari Per gli anarchici che diventano <<libertari~, intendendo c~n questo cambiamento· di nome d'indicare una modificazione parziale: ,delle lo, ro concezioni anteriori; il'" discore;o é diverso. Prima di. tutto essi sanno che il termine «liber, - tario» é ·stato considerato :sempre tra noi come sinonimo d'«anarchico» e' che il suo uso nel senso ch'essi gli danno ~on puo non generare equivoci dannosi. In secondo luogo, per molti di foro, il passaggio al «libertarismo» con un criterio autoritario dell'organizzazione non é che individualisnio ·deluso. Nel «Comunista li, bertario» del 15 agosto 1945, A .. A. (certamente · un~degli scissionisti ·di quest'anno) scriveva un articoletto molto significativo da questo punto di vistai, a cominciare dal -titolo: <<Catene da spezzare: l'intransigenza». «Passato, egli -diceva, il tempo delle teoriche, grandiose gestazioni, é venuto quello delllle pratiche applicazioni (pri– n'l!a aveva· parlatJo di' COO'perative, socia4izzazio– ne, trapasso dei n:rezzi di produzione) . . . Noi dobbiamo abbandonare le vecchie catene che ci negavano liherta• d'azione, s~etterla definitiva– mente con un~ intransigenza che troppo spesso si rivela insuffice1;1za mentale ... » Ora qual' é l'intransigenza che c'impedisce d'occuparci di socializzazione, di coopérative e magari di col– lettivita contadine o di. federazioni d'indùstrie socializzate? Non certo un'intransigenza quale poteva essere quella di Malatesta, che pur fu di diamante! Chi rea~isce cosi viollentemente contro le «teorie ,:?;randiose» che non s'ad'attano alla realta iziornaliera~-si rivolta non contro l'a– narchismo in generale~ ma contro il proprio anarchismo di ieri. Anche se cio non fosse pro– prio esatto nel caso particolare di A. A., l'os– servazione vatrebhe per tutto l'insieme del fe. nomeno. In quest'errore comodo di attribuire

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