Studi Sociali - XVII - n. 5 serie III - 31 maggio 1946
capacita o il coraggìo di ocqiparla. Mi fa rabbia sovente di non potermi buttarè 'nella mischia. . . . . r X.. ~Nota. - Pubblichiamo questa lettera ,(non ,giunta· a - noi) perohé il panorama •della Francia ~pur co,si .nero– ch'essl\ ,ci prese~ta é indubbiamente interessante. Faccia- . mo tutte le nostre <riserve alla critica, •cosi severa e pes– simista, ohe vi si fa 'contro gli anarc:hici •(rances.i, la cui' Hber;ta di ,stampa é stata •cosi ostacollata ed i'l cui mo,vimento -risQrge cio non ostante, cosi vigoro_s-o. No,i non abbiam visto' «Le libe'rtaire» in questo· suo .periodo ,di ripresa ie non possiamo quid-di sapere o,he basi abbia– no le ·criti-che ;deHo-,scr.ivente. A no'i, prima de:1la guerra, il movimento anarohico francese, globalmente considera• ,to, sembrava un po' •chius,o in s'e stesso, un po' estraneo alla realt.a m·ondiaile, e, ,quindi un po' «inattuale». Ma era difetto ohe condivi'deva con tutti i partiti francesi, compr.eso il so'Cia1ista. ·E non é probabile che le cose siano rimaste a quel punto. . . ,IJ.l ' rimprovero di «rrmncanza di serieta» assorpiglia d'altra parte troppo a qu~lli ch'e tra 1 dizionalmente si' SO· gliono rivòlgere ,agli anarchici,. e che ora· ffe.On@ all'or– dine ·del · giorno nella Btampa dei. revisionisti. In o•gm mo!d o é un arp,punto pO'co preciso, vi'cino a quelli ri•volti al.le alltre ,correnti poHt~che in questa stessa lettera.• Non sareb be giusto J~rne rimp,:overo aHo. s•cdvènte che· igno– rava c'he '1a sua lettera sarebbe stata data a 'pubblicita. ·In •qilanto 'alla mancan~a 1 di ;pràg-ramma, gia souo ,l'oc-· cupazione tedesca i,l movimento anàrcJhi<;o aveva, redatto. e diffuso un opuscofo «I •ljbert/lri ~d il prO'blema SO· ciale», ,di cui, sono state fatte dopo ahre edizioni e che, al congresso ,d't;l.I'anno scorso de'Ma · Federazione anar- • c'hi1ca é' stato ·,consiiderato come l'espressione del pensie– ro prevalente nel mO'Vimento libertar-io francese. E' il • STUDI SOCIALI 15 solo documento -su cui ci possi'amo basare, finora e non é suffii>cente !IJ'er :ribattere X. ·Ce ne, occuperemo nel ,pros-. , simo numero n~lla se:,;ione , biblio•grafi>ca. Pert <.?ra-folie- • ressa sofo dire clie esso dimostra fa preoccupazione di risolve're· in modo organico e suMa base ìdeMa if•ealta at– tuale i 1 l complesso pro·bfoma de,I\la struttura c·he si do– vrebbe ,cercare ·di far, prendere alli:i s'Ocieta attrave,rs.o, l futuri' rivO'lgim:enti rivoluzi1;m:ari. ,E' un progrnmnh1 ,par– t!icofare·ggiato, forse troprpo, ma la Spagna ci ha dimo, strato che simiiji &tti'dì (con le relative' ,discussioni), an– che se spesso inade·guati alla reaha, servono enormemente ~ far si ,che· i militanti· nOii sian ,presi ,di sorpresa dal– -l'urgenza dell'am-one organizz<!tiva in"' circostanze inaspet– tatamente favorevo'li. Solo ci sembra esagerato affermare -come lo si ,fa .nel prolo•go-,- ch"e '«Il'éssun ,pianò dei genere sia stato ;mai proposto>> e che solamente oggi e ... con quest'orpuscofo gili anarchicJ p,resentino qualco,sa di concreto e realizzabile. Senza rimontare fontan,o e per rimanere nel campo dell'adèguazione (1qa,farsi ,del resto peri_odi;oamente) aMe ,esigenze e po•ssìbilita attua'1i deJ programma· anarchico nella sua ·~p,pli-çazio1nepratica, I).On , si pos 90'Ilo 1 dimenti 1 care i numerosi lav.orii• 1 di diverso' va– lore, pubblicati in Spagna prima del 193'6. Esempio ti– pico, <<iElorgani'smo -economico de [a revo[ucion» di Santillan, iil cuii schema é stato. applicato, negli ampli settori ,dell'economia spagnO'la socializzati ,dai liibertar~, sololpoc'hi mesi dopo la pu-bhHcazione d·ell lihrn. Quando le comunicazi001ii ·si saranno normalizzate e si · cO'IDincernnno a dcevere qui regolarmente i giornali 1 franc·esi, sara compito_ 1 di «Studi Socia>fo>•pedicar loro una sezione :d-ella ruhdca· «Tra le riviste. e i giornali». ,Ma il ,fatto che H .mo'vimento anarc"hi-cò fran~ese si , sviluppi 'Vuol gia 1 diré -indipendentemente dallle iirievi– tabili insuffiicenze- ,che, anche in ·Francia la sua. orn s'avvici,na se· non nel campo dei, trionfi materiali in• quello ---preparatorio- della coscienza coHettiva. E noi guardiamo versp ,di liii, come, verso i mo'Vi'mienti fratelli degli _altri paesi d'.Europa, con f.iducia e. speranza. _/ • Gli autoritari ··che « ignorano se stessi» Per, lo piu sono de_gli stanchi, degli spiritual~ mente'. vinti, che non vogliono confessare, a se stessi la propria i:o.teriore' sconfitt~ e per orgo– glio e forza di carattere, del resto lodevole, si ostinano ad apparire cio éhe in fondo nò.:i sono, piu. In sostanza essi s'accorgono' che- «le cose vanno male» (e su questo non hanno tutti i torti); e in tutti i tempi nei quali le cose van~o male- ,avvertgono di questi ondeggiamenti di a- . nime in pena .. E' allora che. gli stanchi~ i vinti, i delusi, scambiando la loro crisi' personale in– tima per una' crisi di principii, sentono, il biso– gno di cerèa:rt vie piu facili, di' «rivedere» -a 'ritroso le proprie idee, di accostarsi alle, idee di ·coloro che sembrano piu forti. o piu fortunati. Nel breve giro della nostra· vita di militanti · abbiamo piu volte visto avveràrsi questo feno– meno di cosidette <(crisi di coscienza». Ricordia– mo in Italia il periodo del 1~93·-1898, quan90· le persecuzioni di Crispi e Pellaux si abbatterono feroci sulranarchismo e viceversa tutto sorride– va alle sorgenti fortune del socialismo eletto– rale. .Pfu d'un ·«compagno» trovo allora che l'anarchismo era sorpassato dài fatti, e che bi– s ogna va riconoscere che nel metodo elettorale c 'e.ra 1 del buono, - e fini a poco a poco col di– ventare elettpre dei candidati socialisti o, se piu fortunato. degli altri, deputato'. Nel 1914 vi ·fu– rono degli anarchici che, in omaggio alla r~ealta della _guerra, divenn_ero interventisti; e quafohe <<compagno>> fu poi portato dalla logica di quel • ppmo pas~p ,a-diventare piu tardi fas~ist~.' Ed o,ggi,: al sorgere' ç ris~rgere da' ogni parte delle forze autoritarie ool trionfo delle peggiori dit– tature e tirannidi, qualche ,altro ,,«compagno» sente vacillare e spegnersi dentro di sé l'ardore di liberta, e cerça ansiosamente un punto 'd'ap– poggio nell'antico bastone del comando, nell'iiJ.– lusione- di poter spingere per forza, con la vio– lenza di qualche governo di n.uovo genere,, gl,i uomini sulla via clella rigenel'azion~. . .-LUIGI FABBRI. (Inedito.) LA LIBERTA . · L'idea di liherta anticamente era una idea di ca~ta, dell'aristocrazia; la plebe amava i ti– ranni che le assicuravano «panem •,et circen– ses». I bolscevichi sembrano risuscitare l'antica avversione della plebe alla' liberta come se fosse aristocrazia (borghese). Invece l'eleva- '· . ·zione della plebe e la sua emanc1paz10ne con- sistono nel farle apprezzare e godere i bene– fici della liberta, come tutti gli altri ·benefici dello spirito (arte, coltura, ecc.) fin qui mo– nopolio dei privilegiati; e non dei soli ·godi– menti det ventre che 1a lasceranno sempre in una oondizione di schiavi tu piu o meno .lar– vata. LUIGI FABBRI.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy