Studi Sociali - XVII - n. 5 serie III - 31 maggio 1946
mento, sulla ,questione agraria, ecc.) e di qualche altra .parte, ·per esempio sull'espropr'iazione, mi p·ar di capi·re le ragioni d'op·portunita che han suggerito certi temperamenti. Sopratutto mi :pare inutile parti– colareggiare, perehé sono convinto ,che la rivolu2Jione ' terra poco cont9 diei vari prograpimi, ciascuno dei qua– li sani utile solo come suggerimento sperimentale; e ogni programma sani inevitabilmente· trasformato i.n meglio o in ,peggio, al contatto· dei fatti e sotto · la spinta ;delle cir,costanze, dai medésimi che se l'e– ran proposto. Ri-cordare che il programma di Lenin di ,prima dell'ottobre 19'17 era molto diverso (e mi– ,glioré) _di quello ,odi dopo, .in cui prev.alse fino ~lle peggiori conseguenze la tendenza autoritaria, totali: ta;ria e domma.tic~ cui prima nessuno, dal di fuori, · faceva· attenzione o non dava 1a dovuta importanza. ,Ed é per la sua tendenza che, malgrado il dis– senso e la lontananza prog,rammatica e' di parti~o, permane in me la simpatia che provai fin dal primo momento ·,per "G. e L.". A parte la cons-idera21iori.e ' obiettiva eh~ ,e·ssa fu un· progresso dell'antifascismo socialista dem<?Crati-co sulle. vecchie formazioni e mentalita social-democratiche riformiste, e che l'es– sersi ~sa posta sul .terreno francamente insurrezio– nal~, non escludente neppur,e la rivolta individualfl·, ,giova alla riv,oluzione al di la d~gli stessi limiti ch'essa volesse proporsi, il suo anelito di liberta, il suo volontarismo dinamico e i suoi ,propositi di a,– zionie diretta, - di azione s_opratutto in Italia, ...:._ non por.1sono non p;rovocare una rispond,enza di sim– p'atia in ,tutti quanti sono animati di passioni, desi.– deri e volonta consimili. E dobbiamo tenerne coilto, sia per spirito di giustiiia, sia per evitare che, isÒ– landoci. noi in un settarismo scontroso, altri dei no– stri, e non dei peggiOri, siano attratti dalia sim;pa– tia che "G. e L." ispira fino ad esserne assorbiti e distratti, fuori del nostro movimento specifico, dal com!pito che ci siamo assegnati secondo il pirogram·~a pratico nostro che é molto diverso. Queste osservazioni e giudizi nìi sono suggeriti sopr,~tutto - lontano come sono da, uomini & cose - dalla lettura dei fasdcoli di "Giustizia e Liberta", cosi saturi di f.orte ide.alisnù), cosi pi•eni di fede, ·e nel tempo stesso cosi sereni, ragionati . e documen- 1 tati, che '.mi· sembra debbano fare in .Italia lo stesso ef.fettq consolatore -ed incitatore che,. come ci narr1;1,– vano · i nostri• veochi, faoevano i . fascicoli de . "\La Giovine Italia" di Mazzini in tempi, a confronto dei quali l'Itali,a. attuale é ancor piu austriacante, pap11,- lina ·,e borbonica. - Insomma, l'atteggiamento ·di ,frònte a "G. e L.I" qual'é presentem-ente, odi tutti ,coloro che non n,e con– dividon:o in tutto o in parte -il .programma, o che non vi aderiscono perché miiitanti in altri campi rivo-·, luzionairi, dovrebbe secondo me, - specie per quelli cui• piu sta a .cuore .un indirizzo ·ai li berta de1la rivoluzione, - essere un atteggiamento di cordialiila '',dal di fuori". Il che impl'ica u.n dovere morale di evitare ogni acrimonia polemica, ogni rivalita :me– s·china, ogni s-ettarismo ingiusto; mentre non de-ve escludere da un lato •la .cri~ica e' discussio.rie serene dei punti.controversi del programma e degli evootua– li erFOri di "G. e L.", né esclude:rie- dall'altro lato, volta a, volta, per singole sue azioni determinate, il . coQcorso sp'ontaneo del ·j;)roprio sforzò, senza patteg- -giàmenti, né im1>egni per il poi, né .pretese di con– traccambio o 1rinuncia. L'atteggia,mento, cioé, d-i -buona vi·cinanza con una famiglia diversa, di condot– ta e !direttive dive:rsè, ma che partecip'a della nostra stessa passione ed ha niemici 'comuni; ci.Ii all'oc"èor– renza si da volenti'e~i e disinteressatamente una ma– no, non in forza di un contratto o in vista di· un vantaggio co 1 rrispondente per noi, ma solo p'erché il darla ,ri-s.ponde al nostro s,èntimento, nuoce al ruemico ed é utile o necessario alla causa comune. / Qualcuno dira che é molto poco. Si, forse é poco, in rapporto al ,compito, enorme da assolvere; 'ma Ja conoscenza degli ·uomini .e· l'.esp•eriénza m'insegnano che sarebbe gia molto in ra:p'porto ai difetti della natura umana ed :alle tristi eredita d-el passato co– stume politico, di cui nessuno di noi saprebbe libe– rairsi del tutto .. Se si ipotes1:1e raggiungere solo il b SJUDI SOCIALI .13 li-mitato risultato che ho iJ;tdicato, si fai:ebl'.>e pure un grande passo ver'so una rivoluzione :firaterna e li– beratrice,· e si eviterebbe alla rivoluzione un eccesso di disordine e ,di guerra intestina,. di cuii s·a.rebbe inevitabile epilogo o la sconfitta o una nuova tirau-· nide. Nel corso della sua risposta, il Fabbri afferma che nella rivoluzione italiana l'idea di liberta d·eve andare innanzi a tutto, sia· come elemento psicologico, necessario al tr)onfo, sia perch·é una volta trionfato materialmente· attraverso l'insurrezione, essa non tradisca sé stessa. Liberta, sl capisce, intensa in senso integrale, come emancipazione• · economica e morale. 1 ' Purtroppo é un fatto che. il richiamo all'idea di libertà , e di autogoverno ha oggi .meno presa di vent'anni ad– dietro . tra· il popolo, dovunque, in tutti i paesi. E in Italia esiste il pro,blema d•e,i risultati di dieci ani.i di diseducazione fascista, la quale, se· non é, riuscita. a con– quistare i1 popolo, ha reagito in un parte di e,sso renden– dolo propenso a cercare la salvezza in 'una autorìta vio– lenta qualsiasi che ,si sostituisca al · fascismo e· 10 di– struggà coi ·suoi stessi mezzi. "Quando si sentono degli antifascisti dire che "bisogna ado,perare contro i fascisti dei mezzi fascisti" o propor.si ·ai conservare in Italia. d<>po l'abbattimento dell'at tuale g overno, J'a,pparato terrovista. fascista, la pena di morte, ,iJ tri-1:)unale speciale, ·1e pro– scrizioni le de.portazioni, la caccia all'uomo, ecc. per servir-5eiie contro gli odierni dominatori, non si c:i,pi,;ce come quelli che ,parlano cosi non veda~o che Pt;r ~ali_ v)e · si potra andare dov,u.nque, meno che verso r~g11n1 di Il.- berta e solidarieta umaria". , - Fa·bbri non sente nessuna propensione 'per la democra– zia parlamentare, considera la dittatura i~ttura anche maggiore. "La peggiore delle democrazie é sempre pre– fer-i.ble, non -fosse che dal :punto ·di' vista educativo, alla migliore delle .dittature. Biso,gna dunque ad· ogni costo evitare· il male maggiore senza indulge;re a quello minore; e per riuscirvi, ~•razione che dovrebbe segu!r'e imméçliata– mente il tr,ionfo de111-insurrezione ·(adope-ro la; .parole stes– se ò.i G. e- L. dando loro un signincato .piu ,esteso e piu mio) deve .concepirsi come .un9 sforzo organiz~a~o; insfatente, per svincolare risvegliare ·dovunque l'att1v1ta spontanea d,i ma,sse, ,l'iniziatlVii, dei gruppi locali, di clas~ . si di associàzioni comunque formate", senza spaventarsi dl un· q1:1alche disordine iniziale". , Venendo infine ai problemi pòst 0 rivoluzionari, Fabbri scrive: · · 1 ' : - · i. Questo problema dell'atteggiamento reciproco "'dei prur,titi e forze rivoluzionarie per e nella rivoluzione mi sembra diella piu grande importanza .. Senza una, sua ~isoluzione ,previ'a, la rivoluzione non av,verra, o av– verra in gran ·parte col loro concorso bensf ma la- . sciandol-e tutte deluse, oppure quel partito che avra piu forza materiale o piu \energia e favore di circo– stanze ne diventera l'arbitro col sacrificio di tutte 1e altre forze. e con un strascico di discordie tanto .' gravi da diminuirne ènormemente _la po,r:tata della rivoluzione e da farla sboccare nella soluz10ne m~no libertaria. La posizione dei -partiigia,ni del:la dittatura é chia– ra: impadronirsi del potere ,e, rappr,esenti essa la maggioranza o la minoranza, imporre per forza agli altri le sue direttive, eliminando ogni contrasto con la coercizìone e la violenza senza esctusi.onie di col– ·pi. La oorrente d,embcratica crede affidare. il potere. ai rapp 1 resentan.ti della maggioranza, o che tali ap– p,aiono attraverso l'alchi'mia elettorale, e questi rap– presentanti, divisosi il lavoro, formuleranno le leggi e gli ,ob.bH-ghi per tutti e li far.anno osservare con la forza, lasciando alle opposizioni (per,. lo men.o nelle ('ntenzioni,) la Ub~rta di criticare e protesta;re, ma non quella di disobbedire. Gli anarchici non vo– gUono alcun potere p'er sé, vogli.ouo dirigersi libera– mente da sé e contaµo .per l'attuazione delle loro idee , unicamente ·sul consenso d egli inter essati; resteran– no quindi all'o,p,posizione qualun.qu 'e sia il governo che si costituisca loro ma lgra:do, loftJeranno contro di questo finché n0:n scom,pari:ré.; cercando ch'esso sia meno forte possibile, e rivendichera,nno per sé e per tutti il diritto e la liberta odi pro·pagare le p roprie idee, di organizzarsi a modo loro per ,p.r.op ,agarle e esperimentarle in tutti i modi che no n led an~ . la liberta altrui, di ;realizzare quel tanto a,ene foro idee . di cui avranno la capa'Cita e la possibilita, e di disob– bidire e •nòn piegarsi agli ordini di qualsiasi governo per tutte quelle cose eh-e essi· stessi non riconoscano volontariamente giuste, utili o .necessarie. Poiché gli anarchici non vogliono comandare agli altri n_é costri,n,gere, neppure a fin di .bene; alcuno a
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