Studi Sociali - XVII - n. 5 serie III - 31 maggio 1946

10 STUDI SOCIALI considerati come. segreti militari, non sono rivelati. ,Ba– stano ailcune -considerazioni elementari. Il pro•blema deHa ,bpmha atomica non 'era quello di produrre -energia a buon mercato, •era quello .di disporre di, uµa enoi,,ne quantitii di ener.gia in una ·durata bre-. vissima (frazioni •di secondo), concentrata in un v,olume relativamente piccolissimo e in un peso ugualmen.te piccolo (anc,he S"e,d-e11'ordine deHa .tonn:ellata) affine di poterla traspprtare nel luogo indfoato. Se fos-se sfato pos·sibi1le ,comprimere un gas, l'aria per -esempio, ridu- · cendolo I a una frazione m(!lto •piccola ,del suo volume. senza toglie·rgli calore, il ,ri;ultato militar,e sà17ebbe stato press'a poco il medesimo e non si sarebbe· esitato a spendere una ·quantitii, molto gran-de di energia: di-st,ri– buita, se necessario, in un tempo rèlativamente· lungo, per utilizzarne, se· necessario, anchè solo ~ma parte nel breve tempo e nel mo 1 do che si é ,det;to. Credo -che l'e• sempio, fi~icamente •assurdo, ~hiarisce pe~fettament'e la situazione., Anche se l'uranio, in ,determinate -condizioni, ,: puo ce•dere -sotto. la fqrma di enerigia una piccola parte •del suo eccesso di massa, é, nece-ssario portarfo nelle suddeue •condizioni; questo suppone in primo luogo im– portanti operazioni metallurgfohe_ ·di acquisizione, depu– razione, ecc.; operazioni ,di bombardamento atomico e s-eiezione del prodotto uti,le (plutoniof; pr•eparazione di acqua pesante (deuterio), ecc. Tutto •cio dii una idea -del ,perché, senza contare il lavoro scientifico prepara– to.rio, ila cost~uzione della bomba atomica ha richiesto il fovoro ,di aloune centinaia di ini,gliaia di operai, per 2 o 3 •anni, con una spesa d·eH'ordine -dei duemilamilioni di ,dollari e non I é ' fo~se ardito supporre che. il sald.o . fra energia consumata (comprendendo naturalmente in questa anche quella accum'IJl!ata nei ·duemifomilioni) e, quella p~odotta 'dalla combustione atomica sia' negativo._ Un fisico nordamericano illustre, ·sebbene' non figuri nella lista dei direttori, coaidiuttri e consiglieri deU'im– presa, Robert A. Millikan, in Wl articolo pubblicato da:lla <~Prensa» di Buenos Aires col titolo «La energia atomica no suplantarii al petroleo y al carbon · corno -fu-ente ,de poder industria!», conclude: «Il problema del– l'acoelerazione nella disintegrazio~e dell'u~anio puo es– sere belfo dal punto(>,di vista s,cienti.fico e i risultati po• tranno es•ser,e applicati in molti usi nptevoli, pero, a nostro giudizio solamente in •quelle attivitii in cui nop abbia importanza il .,costo>. Ci siamo trattenuti. sopra il "caso della bomba atomica perché, fra ·i recenti, é •quello in, cui la mistificazione é piu evidente. Pero le ultime parole ,qi Millikan ci por– tano a trattare un proMema piu importante perché meno evi'd:ente. · , · La propaganda degli approfittatori della guerra, che trova molti ore·cchi d-el tutto disinteressati pronti :ad ac• co,gliel'la, tende a fard accettare la guerra press'a poco come una necessaria malattia dj crés-cimento dell'uma– nitii percihé col porre problemi urgenti, stimola l'inven– tiva e ·quindi i:l pro,gresso materiale che in. fin dei cqnti si consoli<lerii in un beneficio generale. Non é ne cessa- ' rio aspe!tare la futura industrializ~azione délil'energia atomica; abbiamo presenti una quantitii .di nuovi pr~– dotti c,qimici, materie plastiche, e •aeroplani giganti che con viaggi intercontinentali in tempi -record· ci COllllpen– seranno degli anni trascorsi senza ,poter ricevere notizie di parenti ~ di amici! Orbene, -lasciamo, da parte i . prodotti chimici .pel'ché troppo difficili da •discriminare; guerra o non guerra, . si sarebbe continua-to a lavorare, i chimici a~rebbero .. c0<ntinuato a provare e gli industriai~ con loro se aves– sero creduto di ottenere una ·pro-duzione migliore. o a migHo·r prezzo; ·tra le due guerre abbiamo .avuto lo sviluppo ·enorme 'della produzione ,de'l rayon, il caucciu sintetico, la canfora -sintetioa (qualcuna di queste inv-en– zioni era ,favorita ,d-ailla-pr·Jspettiva della pro~sima guei;• ra, ma non •d-eltutto); prima della gµ 1 erra giii si svilup• pav,a l'industria delle ,sos~nze plastiche; e!)c. Ripeto, d,i. scriminare la parte delle nuove invenzioni dovute atlle necessita di guerra daHa parte che corr.i'{,ponde· allo svi- . ·luppo nat~rnle é ecce~sivamente· difficile. Dove il ,dubbio · non puo esistere é nello sviluppo -d~IPayfazione, e que- sto certarri,ente anche ,giii nella fase. preparatoria. .' Se io dico a quailouno che- il prqbiema d-eUe -velocita o'rei.centi é uno sp·erpero inutile e delittuoso delle fonti di energi-a ohe ,la natura mette a nostra disposizio.ne; se io dico •che l'umanita non ha n;essun vantaggio che alcune ,dozzine. di .'!,ignori p,o·s-sano darsi il gusto di tra• sportarsi in 36 ore ,da Buenos Aires a Londra o da Lon– dra a Nuova DehH; se io , dico cihe questi signo,ri per ,darsi questo gusto perdono l'o.pportunitii di go-d-ère un p'aesaig,gio o la brezza, •del mare; •giii so •quello che mi si_~ispon:d~.. Da ·un bto mi si -dirii' che un secolo fa si sarebbe po,tuto dire fa ·stessa ·cosa deMa macchina a va– pore; dall'altro mi si. farii il caso in cui un viaggio ra• pì,dissimo in aeroplano ,ha ;messo in contatto il ,c'hirur,go i:llustre coH'ammalato inter~ssante e ha permesso di sal– vare una vil:a. La risposta é semplice; per il secondo caso vi •diro che contro il •caso che mi raccontate sono . • I migl'iaia iii. numero delle persone ,ohe, in situazioni piu semplici, muoiono per marnoanza dell'aiuto oppo-~uno e che, se vò:i ponete in -conto le persone che sono morte o hanno sofferto per produrre, prQvare, ecc. ·quel certo aeropl:u'io, con tuua probabilitii_ il ~isultato ~ara ancora in per,dita, precisamente come nel -calcolo dell'energia atomica. In -qu'.anto' alla prima obiezione la risposta é anche piu sempHce f piu istruttiva: la macchina a vapore non é stata costruita per· finì di guerra. Si puo ,dare come regola _generale che ,dei tanti pseudoprogressi ,da ,cui é infestata la iiostra societa? sono •certo_ tali e rip~diabili quel1i •ohe sono o~te~uti per i fini deMa guerra. E la ragione é ,pur semplice: nella ,guerra non 1 1ha importanza • . • I 'f I I ' 11 co·sto. .. , . E perché non muofonò naturalmente questi pseudo– .progressi? Perché intorno ad essi si sono forma,ti degH interessi e cogli' interessi si é formata la propaganda~ perché il ~ondo ·é 'credulo quando gli si fa brillare ' davanti i•l mir~,g-gio' -d6l progresso, de'l' meglio" futuro, Siamo; la grande ,generalitii, neHa filosofi.a deH'uccef. lìpo ·azzurro; . il miraggio ..di un , bene possibile senza l'informazione dei mali che lo ~accompagnano -compie il mfracolo della ·marcia attuale ddl'umanitii. Ed é sopra questo c~e occorre fare la, luce. Vi é senza alcun dubbio l'elemento estetico; la vita é tanto' m~notoita, e ,piu monotona di tutte la vita del– l'operaio che ripete per otto· ore ·del gio,rno lo stesso movimento, che anche solo 'inebbriarsi di una i'llusione puo parere ,che valga la pena. Dobbiamo •domandaréi se davverQ ila gran mas;a dell'umanitii non sia in ,grado di _g~·dere ,di qualehe ·piacer-e estetico piu vero,.'.Pju intimo, pi.u personale. E ,qui é forse il ,problema centrale. Se dovessimo per-sua,derci che, per far passare le 24 ore é . proprio necessario che la mag,gioranza degli uomjni ne passino 8 a-,stancare i muscoli, 8 a dormire e 8 a man– giare, far politic·a e fa.re quello che fanno tutti gli altri, , sarebbe anche inutile rammaricarsi. del mondo, anche

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