Studi Sociali - XVI - n. 4 serie III - 20 marzo 1945
/ / / 1ninuisca il · controllo che il governo é venuto esercitando durante la guer;a e che si mantenga il Bisteina della libera impresa. «E' assai proba- · bile -egli ha· detto- che, quando finira la guerra, l'America sara un'isola di libera impre– sa in un mondo di. governi c.ollettivisti. [L'o– ratore, designa evidentemente con questa parola la tendenza verso il capitalismo di Stato - N. d. R.]. Trascorse pòche settimane della sua li– bèrazione, la Francia progetta la nazionalizza– zione dell'industria carbonifera. Le attivita col– lettiviste minarono il suo potere net 1940 [ questo s'inte.rpreta solo in un modo: minarono il suo po~re in quanto i partigiani della «libera im– presa:>, aprirQno le porte a Hitler, preferendolo ignorantemente a Leon Blum e a. cio che questi rappresentava - N. d. R.]. _Per noi é tragico che q1,1eatanazione permetta ~osi presto e cosi facilmente queste incursioni rt~lla sua ricupe– rata lihèrta. E' anche deplorevole assistere al- 1' accettazione dei principi coUettivisti da parte della Gran Bretagna in nome rd_ellasicurezza ... I cartels privati sòn& c'attivi, !P-a quelli gover– nativi son peggiori». Si dichiaro d'accordo con lui il vicepresidenlf?·. della Generai Motors. Il giornalista infine cosLriassume il «pensiero» del– l'Associazione· Nazionale dei Manufatturieri: d. 0 ) Grediamo che il sistema economico della - Libera. Impresa permettera al popolo il piu alto_ , livello di vita possibile. 2. 0 ). Crediamo che il nosn-o sistema di lµ>era imp:r:ès,a e la nostra . forma americana di· governo stano inseparabili e che non si possa ·passare da un'economia li– b~ra a un'economia dettata dal governò, senza· m~ttere in pericolo tanto la n9stra libert4 poli– tica quanto quella economica. 3.°) Crediamo che il commeJ.CÌO inter~azionale d_ettato dal gover– no, tenda ad alterare la pace, ed a fomentare le -guerre~ ( «El Dia~, Montevidè~; 11 marzo 1945). Non si pronuncia· la parola totalitarismo, e nemmeno la parola comunismo che a quella gente· e in quel senso deve essere da molti anni assai phi familiare. Si preferisc_e restare nel va– go, ma la sostanza é ~hiara. Il giovane (per quanto tempo?) capitalismo americano, non sente ancora .il biso~n~ di buttarsi nelle braccia dello St~to «demoératiéo»; .che uscireh-be da quell'amplesso trasformato, _come in Europa, in totalitario. E non vede, o finge, per ragioni ·di concorr~nza, di non vtdere, l'impellente ne- . cessita che i c~nfratelli capitalismi europei han• no di quell'aiq\<;> e. 1 ;di quella trasformazione. Del t~sto, doP.o ·qualche anno di prosperita po– stbellica, I~ «libera impresa» si trovera anche in Amer.ica, come ora in E~ropa, nell'impossi– bilita di sopravvivçre. Torneranno f disoccupati, il crollo dei prezzi; . ecc., ecc_; E verra allora, per gli impresari ·a~ericani, il Ìnolll..ento .totali-, tario o, se preferisconò, collettivista. E' vero: quest'ultimo conduce, finché· gli Stati «collettivisti» sQno pio d'uno,,;alla gnèrra. Ma la «libera impresa» conduce a sua volta, nel tnondo d'oggi, a questo cosidetto collettivismo, che non é poi altro che il totalitarismo statale . Ripetiamo: trl! questa e la prossima guerra non c'é altra· barriera che il socialismo libero, la STUDI SOCIALI· 3. gestione diretta della produzione e del consu– mo da parte degli interessati, riuniti in auto– nomi organismi di base (che sono spontanei e tradizionali come i comuni e i sindacati o sor– gono via via dalle ~ecessita stesse), organismi li– beramente federati. Ancora lontano in America, questo socialismo potrebbe avere, adesso, la sua ora. neH'Europa devastata, in cui il capitalismo indigeno é semi-morto e l'importato aiutà a di– struggere (vedi i suoi nessi col mercato nero) piu che a ricostruire. Basterebbe che gli uomini di buona volonta e di retto criterio aiutassero a canalizzare in quel senso, con opera di chiari– mento, di propaganda, di creazione e di lotta, quell'ansia di solidarieta sociale che oggi per~ vade l'Europa. C'é una gran forza che li aiuta: l'impulso vitale, l'orrore spontaneo che il corpo sente per la Illorte, e lò spirito -dopo la prova terribile-_- per la, schiavitu. Ci sono anche im– mense forze che tenteranno di chiudere loro il pa~s.o; _SQllO le fo~ze responsabili di ques~~ guèr– rà e, . se vh1citrici, della prossima. E tutte, in– coraggiate dall'esempio russo e dalla definizione corrente del mar~ismo, cercherailno di giocare sull'equivoca trq socialismo e capitalismo di Sta– .lo per presentare éonie liheràtòre .ogni passo verso la schiavitu. Persino in molti settori delle forze francesi . di resi;tenza esis~ incoscente– mente (vedasi la éro.naca di Julien Coffinet in questo stesso nµmero) questQ ~alinteso. . . L'esperienza totalitaria di gran ,parte .delle masse europee dovrebbe bastare ad aprir loro gli ·occhi su questo punto, ma non sani forse sufficente a dissipare l'influenza ipnotizzante déll'altra pa.rola- d'ordine, ugualmente interes– sata e proveniente dalle stesse fonti: «le riforme istituzionali e di. struttura a vittoria oitenqta; per ora, unio~e nazionale per .vincere la guer– ra». A nttoria ottenuta, gli stati na~ionali si saranno ricostituiti e consolidati e l'un.ion.è na- . ziona_le impedira l'unita vera: quella _interna• zionale contro i. tot!llitarism,i morenti, vegeti e in formazione, fra ,tutti gli oppressi, dall'Inghil– terra all'.Italia, dalla S,pagna __ al~a Russia,· dalla.· Germania all'India. Solo quest'unita rivoluzio– naria puo assicurare· la pace., purché sia basata sul consenso spontaneo, sulla liberta individua– le, sulla ·solid-;rieta socialista; PAOLO BI.ANClll. «Guai allorché le masse giungono a c~edere all'infallihilita ed inviolahilita d'un uomo! Guai allorché le masse si avvezzano alla fede e non alla ragione! é -questo il segreto sul· quale fino ad ora si é basata la tirannide, che ha trdvato facile la strad~ nel conseguimento dei suoi dise- · gni: dappoichè il pensare é fatica dalla quale rifuggono le mòltitudini corrive sempre al cre- . dere. CARLO PISACANE.
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