Studi Sociali - XVI - n. 4 serie III - 20 marzo 1945
troP,l)o da si:>érare che Io faccia. Bisogna in ogni modo essere ,grati a Croce d'aver a,,p-erta, con la -sua in~ fluenza .intellettuale, la via del socialismo a molti sipiriti rnberali :piu ,giovani e meno legati alla tradi– zione conservatrice ,_ed'av-er sparsa intorno a sé, in Italia, un'eaigenza di Uberta cihe '11a esercitata un'a– ·zione benefica su un certo settore del pensiero so– cialista: Tutto ,questo naturalmente nel campo intel– lettuale, perché nel campo operaio il processo é diverso. Treves oss-erva questo "timore del socialismo'' evi– dente in Croce ,pur nell'evoluzione del suo ~~ensiero , operatasi in questi ultimi anni sotto l'ac'uleo 9-ell'e– s,perienza .fascista, ma non s'add-entra nella discus– sione. IDgli !Preferisci· farB un'esposizione· imparziale, f_o-rse anche -perché le necessarie ol}iezioni sorgono poi naturaiimente negli sviluppi del pensiero crociano ch'egli ritrova 6' studia nei socialisti liberali. I Nel terzo ca,pitolo, "La reli,gione della liberta", Treves lnsisfo ,particolarmente sulla concezione cro– ciana della storia, consid-erandola nelle sue origini e nei_ -suoi ip-ro,gressi, compiuti. ih. parte -ancora una volta- attraversò la terrilbile, ma, .per c-hi ,!Pensa, feconda, espe-rienza fascista. L'identificazione della filosofia con la sto·ria ("non esiste una conosçep.za filoso.fica diversa. dalla conoscenza storica, ogni giu– dizio •é giudizio storico o semplicemente storia") e di ,quest'ultima con la storia della liberta. ("afferma la Uberta -come creatr.ice eterna d-ella storia, com.e il soggetto stesso d'ogni •storia") da al li'beralismo crociano un carattere .reli,gioso, al di sopra dei par– titi. Osserva Treves, citan_do le stesse parole di Croce nella "iStor.ia come· pensiero e azfone", che quest'i– dentificazionè' di st~ria e filosofia ,é diversa da quel– la che troviamo in Hegel. Infatti "Hegel vretendeva risolvere la storia ~ella filosofia dandole carattere di sistem-a ohe si •svilu,p;pa e determ'ina nel tempo", mentre Croce vuole "risolver.e la filosofia nella sto– ria considerandola come un momento astratto dello stesso ·pensi-ero storico" ,(Treves, ,p. 89). In quanto alla concezione Ìiberale de1la storia, Croce sostiene ch'essa non ·pu-6 basarsi né sul posi– tirvismo e natural,ismo .che ,presentano lo sviluwo storico come prodotto necessario di cause ap,parte– nenti a un . tèrreno diverso da quello della .storia stessa (il terteno delle scienze naturali), né sulle ·filosofie -e ,religioni che lo fanno dipendere da una -ca,usa trascendente (Dio, Idea, .~•pirito, Materia) al– trettanto_neceflsaria. :IDssanon ammette nessuna real– ta ,fuori della storia; nessuna_ .necessita che non sorga dai ;fatti &torici stessi. "SiàJmo ,prodotti del passato e stilllmo vivendo immersi Iiel passato, che da ogni parte ci ol);priIÌ:J;e.•Come intraprendere una nuova vita, come creare la \nostra nuova azione senza use-ire I . dal passato, senza ,basarci su di lui? E come farlo, se stia-mo dentro di esso ed esso si identifica con noi? Non, c',é Cihe un'uscita: ,quella del pensiero che non .rompe le relazioni con il .passato, ma che si eleva idealmente su di;lui ,e lo ·converte in conos-cenza" {citato •da T-reves, p. ,8'7). :La conos-cenza del passato ,:Precede e prepa-ra l'azione, ma non la determina, giac0hé ,quest'ultima sQrge sempre da iun'isipirazione ori,ginale e personale. "'In.tesa la li-berta -dice Tre– ves (p: 89)- com.e attivita, spiritualita, eterna crea– zione della storia, si ~apisce :perché lo stori-cismo di STUb I SOCIALI 23. èrocè s,bocchi nena èoncezione liberale' della vita ed arrivi ad identificarsi con essa". Treves dedica l'ultimo capitÒlo allo studio dellè '·\principali tendenze spirit~ali e pòlitiClhe che si sono manifestate tra i giovani intellettuali italiani negli ultim,i vent'anni. ..... ver situare il .pensiero politico di Croce nell'atmos,fera spirituale in cui s',é svilu_p– pato" (.p. 19). E' quindi piu uno studio di relazioni reciproche, di -coincidenze e contrasti, che· dell'in– flue:.aza di Croce sugli altri. Treves raccoglie queste tendenze sotto il nome generico e "per.fino un po' contradditorio'' .(,perch,é contradditorio?) di sociali– smo liberale e ne ritrova· gli antecedenti nel IJ.)en– siero politico e sodale di Gari!:Oaldi, Mazzini, Catta– neo e Pisacane, nel moviiinento operaio ispirato dal ,pensie,·o Hbertario di Bakunin e, infine, "nello stesso · movimentò socialista ufficiale, in c:ui perfino i ,piu fedeli interpr-eti di Marx, come Labriola e Mondolfo, sono stati sostanzialmente dei socialisti liberal1. In- . fine, dopo ia guerra del '14, .il cosidetto lilocialismo liberale ·'ha trov§l,te nuove_ basi e nuova fòrza nella situazione creata dal fas·cismo, per cui la ,bohghesia si separo .quasi ·completamente dalle ideologie libe– rali e molti socialisti. lottarono per difendere la ii– berta come prima non avevan fatto'' (p. 1·0·0). Riassunte in mezza .pagina le ·s:ue tradizioni, Tre– ves passa ad esaminare il socialismo li'berale nell'at- • . . tualita. ~• questa la .parte per noi piu interessante ed anche la !l)iu incompleta. Treves lo divide in due settori, uno ;piu dkettamente deriva~o da Croce ed esclusivamente teorico e l'altro pre-va lentemen.te pra– tico e portato a confluire ·con certi aspetti del cro– cianismo · dalla .propria logica interna e - dall'espe– rienza cm;nune. Nel primo ca,mpeggia la figura df°· Aldo Capitihi, il 0ui libro "Elementi di una es,perien– :r,a r,eligiosa", pubblicato nel 19 1 37, dice in un lin– guag.gio persqnalisstrno (in re,gime totalitario le ma– nifestazioni disinteressate dei singoF sono a,ss:ai ;piu "individuali". c_he in ,quello democratico) un'esigenza ch'•é in Italia nel cuore di molti: un'ansia di li-berta ohe ,é nello stesso tempo un'•ansia di pure-z-za mo– rale, l'accettazione d'un austero sacrificio. •~se la legge esterna é in disaccordo. .con la leg,ge intima eohe appare, dopo un esame accurato, assolutamente superiore, bisogna séguire la legge int1ma, la legge. · di cui silllmo ·convinti" (ritraduco -come sempre– dalle citazioni di Treves). 1 Ci6 conduce alla non-coo– ,pera.zione -come arIPJ.adi lotta (sabottag.gio, resistenza passiva), con e~clusione della vi'olenza. E' da notare cihe il terrore .fascista ha, indotto molti, in ·Italia, a 1preferire la tattica della non-violenza.· E i risultati . attuali della guerra non sono tali da farli cambiar d'op.inione. Quest'ideale non ha in Caipitini niente di individualista. "f,econdo lui, il concetto atomistico delrindividuo particolare é insufficente e gli si deve op.porre un concétto superiore che non .pu6 es·sere ci6 non. ostante il concetto dello Stato, cche. si. rife– risce anch'esso a qualcosa di particolare, ma, piut– tosto, il concetto di societa, di associazione. . . Il fondamento e l'essenza della vita civile deve trovarsi in qualche cosa Ch-e sia piu profondo ~ell'òrdine, la sicurezza,_ la proprieta e la ,giustizia, cioé nell'unita e nella mberta sociale'' (pp. 104- -10~). Di qÌui ratti– tudin.e socialista liberale,. in cui •per6- sembra -da · quello che Treves ne dice-:- che il socialismo sia concepito -come una s.pecie di totalitarismo economi– co, in seno :a cui -bisogni difendere . la personalita
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