Studi Sociali - XVI - n. 4 serie III - 20 marzo 1945

22· STUDI SOèlA;LI e, ,quindi, ancihe aUa servitu di se s.tesso, aiio sdb.Ì-ac– cianiento. della persona.lita che nel suo primo mo– mento _s'illudeva 'di ,fortificare, -per,6 che, sfrenandola e togliendole 'la coscienza morale, privava mvece d,eUa sua vita intima conducendola cosi alla perdi- zione". ·Politico, il cui vaiore .é eterno e che si op•pone ai socialismo solo in quanto "all'etfoa e alla !l)Glli.tica autoritaria che sta alla sua base, oppone l'etica e• la politica libérale". Nii,turalmente Croce intende :r>er sociali-smo le teor,ie di Marx nell'a loro in,ter.preta– zione corrente e 1quelle di. ,S•orel e non la semplice 1 presa di p"ossess0 della ricohezza soeiale e della g~– Il fascismo é a-ppunto ;una• delle manifestazioni di queste conenti attivistic,he e -deriva quindi dal ro– manticismo ",pratico e senUmeritale" · privo d'ogni contenuto sia s,peculativo che morale, e n0n ha niente a •Cib.e fa.re e.on l'altro. Notiamo incidenta1'mente che il tema delle ori,gi,ni romantic:Ìié del fascismo ha suggerito ai letterati uf– ficia.ii del re,gime -nella prima meta della sua ven– tennale esiste,~za numerose variazioni, ,basate- .tutte suUa co-11Jf.usione ·o!ie Croç.e rileva e di cui essi. do- ' vevaho aivere !Pi,u o -meno oscura coscienza, se ben · rie.ardo il · tono forzato di quegli arti-coli a due co– lonne nelle terze pàgine dei ·quotidiani. Più chiara . degli altri dovette averne coscienza Adri"ano Tilgher, a c'1Ù il tema, elegantemente traittat~, servi di· passa– porto per inserirsi (ainaro e umiliante sostituto. del pas-saporto vero, per l'estero, chi-esto per non in– serirsi. e c.he gli era stato ne,gato). Di fronte a simili bri-1-lanti acro-bazie la chiarezza se1·ena di Croce a– veva un swpore onesto, ché, anche indipendent,emente . \ dal suo •contenuto teorico, ha fatto molto del ,bene in Italia, in. ,què,gli anni bu,i. L'avversione di ,croce per l'illuminismo dei secolo I . . XY.HI ed il giacobinismo ha radici opposte a quelle cui att:inge il ,fascismo, giacché si basa non sull'e~al:~ tazione dell'assolutismo statale, ma su q-uello che · Treves -chiama il nuov~ liberali~mor !f~,g-giatodal pen– si~·~·odi Croce stesso e d,a ,quello di De Ru,g:gero, e- .- ·spresso· sopratutto quest'ultimo nella "Storia del libe– ~alism~ europeo". Una delle parti ,piu int~ressanti di ,questo studio di Trev•es ,é costituita appunto dalle ,pa,gine -d~dicate alla distinzione :c!he Croce e D;e Rug– gero strubiliscono :fra liberalismo e democrazia, dimo– strando che uria democrazia sprov,vista di sp!rito li- ·– ,berale conduc-e a nuove forme qi tirannia. Per noi anarchicii sopratutto, piu ··vincolati· se:nza dubbio ,alla tradizioné liberale che a quella democJ:atica, ,quest'e– sanie •é attraente anche perohé vi ritroviamo mo-lte idee familiari ai nostri miglioT,i teo_rici. - , ','L'idea di distinguere il liberalismo· dalla democra- zia -prosegue ;Treves (,]). 56)- non é .nuova n-é or-i-– ,gina·le nei 'Pensatori italiani, ma é nuova in loro la tendenza a distinguere e r,endere indipendente il 1i- 1ber,alismo dai :principi e dalle istituzi0ni• •boriginesi a cui é rim~sto storicamente legatQ, .finora". 1SiU questa. connessione stabilitasi nel secolo XIX s'é- insistito molto in 1q,uesti ultimi t-èmpi da pa.rte dei fascisti. e_ ,, · dei nazisti che han trova,to comodo distrug.gere la liberta all'ombr,a della demago,gica ,bandiera anti-bor– ,gih:ese (Treves dimentica di citare. qui d -bolscevichi e la loro• d~finizione della Ubérta ,come "pregiudizio bor,ghese"), e an~-he da parte di socialisti di sinistra· come Laski :(nei lilb-ri "Il liberalismo 'europe@" e "L:a demo,cra:zia in crisi"). Contro ,questi u)..timi ~giacché contro i .primi nqn ne varrEthbe la ,pena- diri.ge Cro- . ce le siue critiche negli s·critti «Liberismo e liberali– smo" e "Di un equivoco concetto storico: la borghe– sia". Egli sostiene eiJJ.e non b.isogna~ confondel'e il liberismo econQmico, ,basato ,s,un-a .proprieta .privata · e di carattere con.tirugente con il liberalismo etic-0- stione della prod;uzione ·e della distribuzione da .parte delle colletti-vita di produttor,i e consumatori. E. !I)arla allo1:a di proigressi-ve infiltrazioni li.berali nel_ sociali– smo (p. 68) a_dis,petto del1a dottrina marxista, men– tre ,gli si potrebbe osservare che questi elementj non si sono infiltrati, ma coesistono fin dal ,Iirjnci-pio, nE:lla grande corr'ente socialista, •con gli elementi au– toritarL Come per Croce, ed a ragione, il liberalismo non s'identifica con il pai'tito Uberale, cosi, o/bietti– va-mente, il socialismo no~ s'identifica né co-1 mar– xismo, né col ]i)·artito socialista. In ogni i:nod.o, indi- . pendenteniente da quellè che e:gli 'considel'a le basi .teori·CJhe·del socialismo, Croce crede che sia •possibile "sostenere 0On. la ·pili sincera .e chiara coscienza ,li– berale disposizioni e istituzioni che i teorici dell'e– conomia astratta ,classificano corno socialiste". ,Ecco ,q,ui·il ,ponte verso il socialismo llberale._,Croce non lo attraversa, ma- l'attraverseranno i pensatori e. ,gli' uomini d'azione pa!isati in Ji'Vis,t~ nell'ultimp caipitolo di ,q1uesto li:JJro di T'reves. Non l'attraversa, ma, in questi ultimi anni,. sempre secondo. Treves, gli si avvicina, :gi•acché, dopo avere avversato il •so-. cialismo ed averne ann~neì:ata la morte, ora, d:opo aver visto. lottare ·i socialisti contro il .fasci:smo (e fors·e anche ·-ag,g:iungo io- i>er ·aver constatato l'o– scuro e informe- contenuto socialista di tutta la lotta · antifascistà ~del -po1po'loitaliano) t.en~ e ad includere -nella pratica- il unovime..nto socialista nel mondo della li <ber.ta ed-a .riconoscere l'esistenza ~n socia– lism9 non-marxista. M-a resta .il fatto 0he a 1òroce le c-èmq;uiste sociali non interessano e le vorre'bbe- ia– . sciate .mer dopo (come so.stiene nella. famosa lettera a Bergamini), per quando do•é si sia con,q,ui:stata la liberta. Considera1~e inscindi'bili i due termini é -se– .condo lui'-'- .mei;;colare. dl sacro con il profano. E' · questa evidentemente (1T:reves lo accenna senza aip– pog;giare) una concessione allf -esigenze prati-che del suo conservatorismo. 1La distinzion•e infatti ·é arbi- · tr4ria perché• si opprime tanto eoi cara-binieri, -quanto col ricatto del pane; e tanto pi1f arbitraria s'inca;m- · mina a diventare di fronte allo •Stato totalitario (al· nemico della libe'rta) -di ieri in Italia ma di domani .forse dapertùtto-, padrone nello stesso temiPo del potere poli,tico e di quello economica:,, Contro di luI non si :PU6 :piu èom1hattere -solo :per ottenerè -la ltberta ,politica,' a meno di non basare ,quest'ultill).a -come .vo,gliono i conservatod in,glesi e come Croce dice di non volere-:=--su una restaurazione e una difesa deUa proprieta ·privata, con la ;qual cosa non solo si tor– ne-rehbei:o a ,confondere -i:n·a in<senso reazionario– le due s.ferè, la "sacra'' e la "-pr_o,fana", ma, andamdo contro il volere 'Prevalentè dèi po-poli e-uropei, si sa– rebbe O1bbligati a finir -eol sÒ,pprimere la li 'ber.ta ll)Oli– tica stessa eci a COlffi!baciafecol nemico. Che -é quello · cìhe succede, nel caimpo dei fatti, al 1 :vecc<hio liberali– suno di ,C.h:urc'hill e J;Ìu6 succed,ere al nuo,vo libera– ,lisrrno di •Croce se non si decide a attraversare· il . . , ' ponte, cio~ ad abbandonare in pratica quella difesa del li-beri,sm.o capitalista e relative istitluzioni bor– .g,hesi, che ,gia ,ha ahbandonata in teoria.• 1EÌ non e'~

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