Studi Sociali - XVI - n. 4 serie III - 20 marzo 1945
20 STUDI SOCIALI -Ma ripeto che i mazziniani puri, che tenevano a di– stinguersi dai repubblicani alla francese, conservarono sempre una certa stima per i socialisti libertari, a pre– ferenza dei marxisti. Ricordo che quarido io dissi àl barone Mormina Penna che mi orientavo verso l'anarchia, pur rammaricandosi che non mi fossi deciso pe,r la repubblica, mi diceva che, in tutti i casi, preferiva l'anarchismo al marxismo. E questo egli diceva anche per principio teorico. Di– fatti, rispondendo una volta il Mormina ad una critica di Luigi Fabbri sul suo libro «Giuseppe Mazzini e il Socialismo», faceva osservare: «... se «Catilina» avra la paziente cortesia di leggere in avvenire l'articolo in cui io tratteni le differenze fon– damentali fra l'associazionismo socialista e l'associazio– nismo mazzinista, vedra che la concezione mazziniana delle libere associazioni, padrone del suolo e dei capi– tali d'Italia, amministrate con fratellanza repaj)blicana dagli stessi 'lavoratori non ·soggiacenti al dispotismo del– lo Stato e d'una gerarchia costituita arbitrariamente e ignara dei bisogni e delle attitudini dei lavoratori, con– cezione delineata dal Maestro nell'ultima parte dei «Do– veri dell'U0Tn1J» - si allontana dal collettivismo auto• ritario per avvicinarsi all'anarchismo». * * * Saverio Friscia veniva dalla Costituente Siciliana del 1848; fu eletto deputato di Sciacca nel 1861. Alla camera italiana non faceva che protestare, e la censura massa-· crava i suoi, discorsi. «Fu -scrive il Domanico- un deputato sui generis: non aveva alcuna fiducia nell'o• pera legislativa e nel :Parlamento, ma era assiduo alla camera, nella quale era un protestatario continuo: voto contro tutte le leggi eccezionali, co.ntro tutti i ministeri, contro ·ogni misura finanziaria eccezionale, contro i bi– lanci militari; fu sempre un pugno negli occhi dej falsi democratici, degli opportunisti d'ogni settore». * * * Napoleone Colaianni fa datare il movìmento sociali– sta in Sicilia dal 1890, due anni prima del Congresso di Genova che 'porto la scissione fra socialisti anarchici e socialisti legalitari. In quel congresso la Sicilia era rap– presentata da Garibaldi Bosco e da Giuseppe De Felice Giuffrida. _ La tattica riformista in Sicilia si puo dire che prese indirizzo .dal Colaianni, allargando i suoi principi re– pubblicani dal punto di vista della questione sociale. L'organizzazione dei Fasci aveva un programma pret– _tamente riformista. Ma sta di fatto che, dove prima era l'apatia e - lo squallore, in pochissimo tempo era sorta una vera e propria fioritura di fasci che si dice am• montassero a circa trecento, con un totale di 300.000 soci. Il Colaianni ritiene esagerate tali cifre, ma, co– munque, la diff~renza non puo essere molta. Scrive il Colaianni a questo proposito: '«Il sig. Enea Cavalieri, pella Nuova Antologia del 1. 0 gennaio 1894, riassume, in parte esattamente, la storia dell'idea socialista in Sicilia; ma accorda forse sover– chia importanza all'antica stampa e agli antichi agita– tori. Fu minima l'azione esercitata da Bakunin da Na-. poli dopo il 1867, e assai circoscritta e poco duratura quella del suo e mio carissimo amico Saverio Friscia, ,nel circondario di Sciacca; e minima azione esercitaro– no i giornali Lo Scarafaggio di Trapani e il Povero di Palermo. C,osi dicasi pure pel Riscauo e pel Vespro di Messina e per cento altri giornaletti settimanali pul– lulanti in tutte le province della Sicilia e che vissero stentatamente e per breve tempo. Vorrei poter meritare l'onore, che mi si attribuisce, ·affermando che il punto t:ulminante della propaganda socialista bisogna ricono– sctirlo nella pubblicazione del mio libro sul Socialismo f del giornale quotidiano l'Isola da me diretto. Del primo so qualche cosa perc·hé ne fui l'editore: poche copie se ne vendettero in Sicilia e credo nessuna ne pervenne tra le file del popolo. La seconda, per quanto ispirata alle idee repubblicane e socialiste, penetrava maggiormente tra la borghesia ,piu onesta e piu intelli– gente. Invece credo che negli animi della popolazione ho fatto pm breccia colla campagna elettorale del 1890, combattuta in quattro collegi. Dei giornali, quello che ha maggiormente contribuito a creare la coscienza so– cialista nella cerchia della provincia di Catania, fu ed é l'Unione del De Felice; vengono dopo la Nuova Eta di Palermo e_di Marsala e I'_Esule di Trapani.» Ma il Colaianni non tien conto del fatto che, se quei fogli e foglietti non avevano larga diffusione nel po• polo,· bastava che andassero fra le mani dei giovani ini– ziati, perché questi la dHfondessero fra gli òperai; né tien conto della propaganda orale che si faceva nelle Javerne. Stud~nti ed impiegati entusiasti delle idee li– bertarie la sera penetravano nelle bettole, si univano ai crocchi di operai e 'leggevano gli articoli di propa– ganda e raccoglievano qualche soldo per la stampa e per le vittime della reazione. Che l'organizzazione dei fasci avesse scopo riformi– ·sta, lo dice il seguente manifesto: «Lavoratori della Sicilia! La nostra isola rosseggia del sàngue dei nostri com– lppgni che sfruttati, immiseriti, hanno manifestato il loro malcontento contro un sistema dal quale indarno avete sperato giustizia, benessere e liberta. L'agitazione presente é il portato doloroso, necessa– rio, di un ordine di co·se inesorabilmente condannato, e mette la borghesia nella necessita o di eseguir~ le esigenze dei tempi o di abbandonarsi a repressioni bru• tali. In questo momento solenne, mettiamo alla prova le dichiarazioni umanitarie· della borghesia e in nome VO• 'stro chiediamo al governo: I 1. 0 Abolizione del dazio sulle farine; 2. 0 Inchiesta sulla pubblica amministrazione della Si– cilia, fatta col conco·rso dei Fasci; 3. 0 Sanzione leg;ile dei patti colonici deliberati nel congresso -socia.lista; 4. 0 Sanzione legàle delle deliberazioni del congresso minerario di Grotte e costituzione dt sindacati per la produzione dello zolfo; 5.° Costituzione di collettivita agric9le e industriali, mediante i beni incolti dei privati e i beni comunali dello Stato· e dell'asse ecclesiastico non ancora venduti, nonché espropriazione forzata dei latifondi, accordando temporaneamente agli espropriati una rendita annua che non superi il 3 % del valore dei terreni; _ 6. 0 1 Concessiop.e di tutti i lavori delle pubbliche ammi- nistrazioni e di quelle dipendenti o sussidiate dallo Sta• to, ai fasci dei lavoratori senza obbligo di cauzione; 7. 0 Leggi sociali che, basandosi su di un minimo di salario ed un massimo di ore di lavoro, valgano a mi– gliorare economicamente e moralmente le condizioni dei lavoratori; · 8. 0 Per provvedere alle spese necessarie per mettere· in esecuzione i suddetti progetti, per acquistare stFU· menti da lavoro, tanto per le colletti vita agricole, quanto per quelle industriali, per anticipare alimenti ai soci e porre le collettivita in grado di funzionare utilmente, stanziare nel bilancio dello Stato la somma di venti mi– lioni di lire. Lavoratori! Seguitate intanto· a organizzarvi, ma ritornate alla cal– ma, perché coi moti isolati e convulsionari non si rag• giungono benefizi duraturi. Dalle decisioni del governo trarremo norma per la condotta che dovremo tenere.» Si era condotto per molto tempo il can per l'aia, sfi– duciando la massa, in una penosa attesa d'un movimento governativo. - , Cipriani, che ,dall'estero consigliava di profittare del• l'entusiasmo dei lavoratori per dar mano all'azione: in• surrezionale, veniva palleggiato con temporeggiamenti che avevano lo scopo di far abortire i suoi pr~parativi. E certamente il consiglio di respingere le offerte del Cipriani doveva venire ai dirigenti dei Fasci dalla direzione del Partito Socialista, che nei vari congressi, dove partecipavano i rappresentanti_ della Sicilia', non facevano altro che sconsigliare l'azione rivoluzionaria e indirizzare il movimento sociale sulla via legale. (Continua.) NINO NAPOLITANò.
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