Studi Sociali - XVI - n. 4 serie III - 20 marzo 1945
. )' i 2 ·STUDI SOCIAL i fenomeni. piu tipi_ci di q!lell'ora, il, panico della ·bòrghe: sia· capitalista e della classe media, èhe •vedevano aprirsi -·un abisso sotto, i loro. piedi, I padroni· delle. grandi fah– . hriche si stavano preparando a ced'ere· la proprieta deHe loro imprese ai 'loro operai e ~om-inciavanq gia a men- dicare posti · di tecnici. I professori soffrivano per gli alti salari degli spa.zzini municipali e le mogli degli imp_iegati ·guardavano d~ un'altra parte e imp,!!}lidivano, quando passavano le sigaraie col tacco:aito, le calze di seta, il vestito elegante dal· taglio impeccabile. La classe privilegiata si sentiva---a'.ttaccata, non· 'tanto nel suo da– naro, quanto ·nella ·sua ge_rarchia. · Qui nell'Uruguay si ha O un esempio classico di questo «complesso» spirituale in ùna famosà fràse del capo_ d·el partito reazionario dei latifondisti, Luis_ Alberto Herrera, ch'e esprimeva il suo disgusto per il fatto che, in <i(Uestopaese, d'insegnamento medio e superiore gratuito, il ·figlio del lustras,carpe pos– sa· .arrivare· ad essere dottore. -I;'a.borghesia come classe si. senti minacciata di morte violenta -ad i)pera del socialismo: Eppure, -ripeto- non senti.va i sintomi dell_a sua morte naturate. Il popolo, d'altra parte, aveva la stessa visione delle cose; can– tava:· «Rivol~zione noi v~gliamo ·far. •Evviva il s.ociali– smo e la liberta». Bisogna ricordarlo ai· professionisti del giornalismo dozzinale. Il fascismo italiano ·n~n nacqùe contro la de– mocrazia francese o· l'impero inglese; n'acque contro il . popolo italiano e fu alimentato dalla ·paura del. so~I_ali– smo. Le sue· bande armate distrug~evano sindacati·, ·coo– per.ative, universita popolari, bip li oteche operaie; · bru– ciavano -giornali, espellevan,,o con la violenza le Giunte comunali socialiste, rompevano gli scioperi ucddendo .scioperanti e terrorizzando ~ a vo_he sterminando· le foro famiglie. Questo videro nef fascismo gli operai_ italiani.· Le camice nere costituivano bande arm~te ·al servizio d~'i terra.tenenti contro le. Leghe dei contadini, al servizio degli indust·riali contro i sindacati operai. Il fascismo fu nazionalista perché la forza della classe 'operaia era ed é internazionale ;'··esalto la g~~Ta perchf la pierra serve. ed · é sempre servita come un potente derivativo delle aspira.zioni i-ivoluzfonarie; p.1rlo. d'Impero in Africa pe1= far d'imentiGare; 'la pericolosa realta italiana ed europea. Tale ·atmosfera di guerra e di conqui_sta gli _si fece poi sempre più. necessaria· pei· imporrè il proprio regime di militarizzazione interna. Le ragioni d~ tutti gli· ~tti di politica estera di M,ussoìini vanno' cercate nell'e·quilibrio delle forze all'interno dell'Italia; anche quelle ·della guerra d'Abissinia, anche quelle delle sanzioni (in cui ·disimpegno solo apparentemente là ·parte· pa~siva del sanzfonato), anche quelle di Monaco. Il fascismo· non é, pon • fu ma'i, un nazion(llismo esasperato, per quanto àlcuni degli elementi giovani che a lui ..si SO)!lmarono fossero veramente ultranazionalisti. Mussolini non .rias– sume· i_n sé il· fasccismo, ma ne é il -simbolo. E Mussolini s'era burlato dell'idea di patria -fino alfa vigilia della ·I . . fondazione del «Popolo d'Italia» e delle_ origini · della èorrente guerrafondaia da' cui nacque il fascis:mò. D 7 ~ltra parte o_ggi i' fatti si sono incaricati di diqiostràr chiàra– ·mente·-anche se fino a :poqhi anni fa sarebbe sembrata ·cn'affetmazione assurda- questa. assenza di. vero Iiazio– lismo ·nel fenomeno fascista. Non é stato r1azionalista il fascismo .italiano,- né l'urighérese, ·né il rùmeno, né · il francese, né' il belga... non l'é stato il falangismo. Ve– dremo .p_oi.come il fascismo tedesco si trasf6rmà a poco a poco, trascinato dal peso delle molte parole pronun– ciate e delle_ violente passioni d_estate che fanno valai°iga, in un'eccezione. E· c10 lo trasciqa ·alla guerra vera e propda. e lo perde. . P.e1:6 non anricipiamo. Rimane stabiHro éhe· il fascismo é -in essenza ed in origine-- una reazione antisociali– ~ta che inter;ompe violentemente uno stato di tension,e rivoluzionaria ·còn il fine ~i ricollocare la classe ~iri– gente_ sul suo piedistàllo tradi:i:ionale e .ristabHire la geratchia,: ecco la g1;an parola:· Non per n·ientç "é stata durante~vent'anni il tito1o della rivista t~orica del re- ' giffie. Il f ctscismo del primo periodo ..Ora, in quel momento, _difesa della ger(lrchia sign_ifi: diva difesa dél capitalismo privato, minacciato dall'im– pulso ÙguaJftario d 1 tll~ masse e terr'orizzato f}al fantasma gigantesco· del comunismo russo. Il capitalis~~ s'erà ser– vito dei regimi liberali e democralièi ne} periodo del suo apoge_o, quando la libera concorre;_za ·e1:a non una barriera, ma uno stimolo al suo sviluppo e quando an– cora 'le -masse operaie no~ a:;vevano trovaM, pe~ difen– dersi, la strada dell'associazione. Tra le· liberta c'era qu·ella di contrattare :ipano d'opera, cioé la liherta di , sfruttamento: liberta de.i padroni; schiavitu dei sal~riati, la cui catena· era la fame. E· ·non era meno reale· questi! catena per il fatto che l'ignorava il, codice. Pe1:o, quando i lavoratori cominciaro110 a mettere a · profitto .quella stessa- liberta lègale per organizzarsi e difendere i pro– pri salad -eon tendenza a prendere nelle loro mani la prodtizione, quando i consumatori cominciarono --p~r ti~ midamente che fosse- a controllare e a ·volte a gestire direttamente (é il caso delle còop·er.ative) fa distribu,• zione de~ prodotti_, il capitalismo -la cui decadenza _interna si delineava gia allora, senza che i trusts, i car: tels, i consorzi arrivassero a far altro che attenuarla– abbandono le armi sci~pate del periodo anteriore, legg_e e democrazia parlamentare, per impugnare di nuovo l'a– scia delle· caverne. - ~ M~~solini ·µ.rriva al potere tra il• fumo di sindacati e di cooperative · incendiate e tra l'incenso d'ammiratori italiani e. stranieri che lo p~oclamano: ·restauratore del– l'ordine e della_ gerarchia. Si presenta- per salvagu~rdare «l'iniziativa privata nella produzione» (quella stéssa _«li– be~a impresa» di cui si fan c~mpioni Churchill e Roo• sevelt, come par_te "'integrante deÙa diplomazia postbel• iica). Questo tentativo di salvare col manganello, a cui s'aggiunge,• a partire dal 1922, la reazione légale anti• operaia; i1 capitalismo nelle sue forme tradizionali, ca: ratterizza tutta la prima parte della storia del fascismo, fino a.Ila crisi economica mondiale del .J.929. la Carta del Lavoro del- 1927 era, sotto l'apparenza d'una pretesa · collaborazione di clasf'e. sotto l'egida. del governo, l'e- spressione giuridica di questa realta. . . Jn Spagna la dittatura di Prim(! de Rivera di;iinpe– gnava la stessa f'unzione conse1:vatrice. Ed i capitàlisti e gli alti· burocrati degli stati quasi democratici gÙar– davano verso il Mediterraqeo con gli occhi pieni d'in– vidia. Èran di moda Ì'ordine romano, la civilta latina e i valori dello spirito, in peri~olo d'esse;e annullati dalla massa amorfa e salvati dalla gerarchia è d~l prin– cipio. d'autorita che 'la Roma moderna aveva· ereditati dall'antica. Eppure Ja. ·Spagna non era-passata per- il cruogiòlò ar• dente della guerra del '14, nella quale· la sua _plutocrazia -s'era arricchita scandalosamenté ·èollocando a un buon interesse la_ i:ieutralita della nazione. Per quanto Prim~ de Rivera imitasse il dittatore italiano,· per quanto Al-
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