Studi Sociali - XVI - n. 4 serie III - 20 marzo 1945

,Ci conos·cevamo, con'.ie ho cl.etto, da piu di· un tren• tennio .. L'avevo udito fino del 1914 a Neuchatel ed in tutte' le altre loc~lita della Svizzéra e per la Svizzera mi occupai della diffusio•ne del «Ce qu'il faut dire» durante l'altra guerra .. Quando nel 1930 mi stabilii a Parigi ne divenni amico ed intimo. Anche in questi ultimi -anni della sua vita, ·ho detto, non àveya riposo e npn .c'era iniziativq dove Sébast non figurasse coilie leva di direzione. Fu amato e stimatò 'dallà nostra emi• g;azio~e,. che trovava sempre in lui il compagno che non negava nessun appoggio monde e materiafe. Nelle converSaZ1ioni; eh~ mi sembravano corsi d'unJ– versita, appresi come entro nella massoneria dopo, che aveva lasciato l'abito- del. seminarista, e come per· la pri•' ma v_olta in una log·gia a Bordeaux, dopo aver parlato un professore, domando la parola. in contradditorio. Mi disse: «sapeJJ.<> co·me incomine'i'avo, ma ·non sapevo come avrei finito» ottenendo invece .un successo oratorio che gli apri la strada ·che non aveva ancora trovato. Sul suo massonismo molti h.anno ·creato delle leg- • gende e delle falsificazioni: ,non fu attivo con i massoni .che ne:i primi tempi dèlla sua vita· di militante, p,erché dovette ·i;ornvincersi che nei tempi che attraversavii la Francia ( 1?85.- 90), in lungo ed in_ largo nel suo,· pelle– grinaggio contro l'osrurantismo, nessuna sala g.Ji sarebh·e - stata ·conce!,,lil;I senza la ·h,enev.:é:ilenzamassonica. «Fu tut– to qui H inio. necessario opportunismo: ·servirmi delle· amicizie che mi permettevano di parlare. Ecco tutta la mia incaerenza, che tanti .compagni, ,mi diceva, mi hanno rimproverato». Si sa poi che, dalla guerra del '14, dopo aver rotto con tutti, anche ct?n 'i piu vicini amici, can la massonel'Ìa noy ebh·e altre. relazioni che di lotta, nel denunéiarla fonte_ di corruzione e negatrice dei prin- -cipi a cui diceva d'ispirarsi. , Il' cònferenz'ier'!.,. Ho. seguito centinaia e centin~ia delle sue conferenze e tutte avevano un puh'bli~o attento che t'ascoltava sem– ,pre con intenesse anche se l'àveva udito, come me, in– numerevoli volte, perché quel che -diceva, ad avversari ~d amici, obbligava a pensare, a.• meditare, a volte a cambiare.• 1 , _, • • • Era co_nside:rato uno, dei migliori oratori di Francia, ma la sua .orator_ia non era quella del commediante:, del demagogo, del .falso pastore, bensì la prediéazione· sei;n~ plice e piana, senza frasi "vuote, senza inutili .parole, con argomenti decisi.vi che . illuminavano 1 cervelli ed esaltavano i cuori. . I su,oL temi erano sempre, certo, in rapporto con la battaglia contro la religione, .perché ne aveva studiato le origini_ e conosceva a fondo la bestia clericale, -ma la sua anti-religiosita non ebbe mai niente di comune con !:anticlericalismo dell'«A;ino» e dèi Podrec_ça, af– farista ed ·umoristico. ~L'Impostura Religiosa», libro ,che raccoglie le sue migliori co,nferenze, riassume il bilancio fal'limentare del Cristianesimo, dimostrando che, dopo aver ripudiatò le sue origini. di fraternita, la chiesa cattolica, come tut– te le chiese, é ·il piu · forte punteflo del capitalismo .. Per me dunque, H. Faure, é anarchico nel piu pro• fondo se-nso della parola t tt;ttta la sua lunga vita -spesa 'nella propagazione ·delle idee che amava e faceva amare é la sintesi· dell'anarchismo in tutte le sue manifesià– zioni, ant,imilitariste, ,antireligios1:, paci.fi ~te, antiparla- mentari, rivoluzionà-rie. · STUDI SOCIALI 9 taglie, .l'incarnazione délla loro battaglia per la giustizia e la liherta. . In visita a Parigi, dov'ero. andato per qualche "!tetti• mana dalla Spagna, assis:te-i il 3 -gennaio 1938 ad una serata che un centinaio di compagni aveva organizzato-– in onore del •suo 80. 0 anno. Dopo aver parlato diversi, salutando in Sébast l'e– ·senipio di carattere indomito, prese lui la parola per rin.graziare. Bisogna averlo visto e sentito, nell'emòzio– ne che voleva ;nascondere, come conquise l'uditorio quando ergendosi diritto nella sua persona· affermo: «No, non ho nessun merito, non sono migliore del piu oscuro compagno; ho fatto il mio dovere, niente a/,tro che il mio dover.e, perché anarchici si nasci e quando si é tali si resta anarchici fino all:a morte». Poi si sedé a'l piano ed accompagno lui stesso la co• nosciuta canzone: «Quand viendrons les temps d' Àjiar• chie-:P senza immag.ìnare certo che sì preparava .il grande delitto·· della· guerra fra i popoli e che' i tempi dell'.A– narchia a cui _jnneggiava dovevano allontanarsi colla sconfitta 'della nostra rivoluzione spagnola, sconfitta de– stinata ad aprire là via alla pazzia devastatrice i'n tutto il mondo. Mi s.i? conceisso, ora che da piu di quattro anni si respira la pesante atmosfera del ·cannòne e della mitra– glia, di allontariarini da -quest'odore di sangue e di fan– go, di pensare a te, di ·renderti l'omaggio modesto si, . ma sincero e-_ 'sentito, di ricordarti, di ricordare' la tua vita, di cònforta_rmi nel pensiero ·che la tua lunga o• pera resta e portera' -i suoi frutti in un non lontano domani. _ - . . · Addio - buono e forte Sébastien, addio · mio indimen– ticabile amico! La tua memoria nell'ora che p;issa, nella tragedia folle che viviamo, dice alle moltitudini, alle masse inginocchiate e è'alpestate, . che avevi ragione og, gi e che avrai ancor piu ragione dÒmani, quando _nel ..risveglio "che. non · puo mancare, esse si imporranno ai: ,potenti del privilegio, come ,scrivevi nel .tuo-«Mon com- munis~»: «Ecc.olo dunque a terra ( il capitalismo) que• sto grande colosso che i suoi -guardiani credevano e– terno, oh! non é stato necessàrio ai popoli molto tempo, per dare la morte al mostro che da tanti secoli avvele– nava l'umanita!· DOMENICO LUDOVICI. Ginevra, gennaio 1943. «Studi. Sociali» q-µ,es~avolta ha taciuto per due anni. La lettera ai_compagni che si pubblico nel n. 0 6 di «So– -cialismo y Libertad»- e che l'.«Adunata dei refrattari,~ ha fr~ternamente riprodotta ci esime dal dilungarci. Ripe- · ter,emo solo che il crollo del fascismo e gli avvenimenti che seguir~no rendevano urgente un lavoro di propagan– da piu spicciola e battaglier_a e che, nello stesso tempo, superasse i limiti dell'emigrazione italiana p-er dirigersi ancne al pubblico dell'America latina. Nacque <<Socia– limio y Libertad» e, malgrado le ·illusioni in cohtrario . , . e la buo_na volonta, non fu possibile mandare avànti Scoppiata la rivolùzi\one spagnola, lo, rividi a ·Barcel, contemporaneamente il -lavoro piu · pratico del gio'rnale In Spagna. lona -nell'o1tobre '36 in _piena fobhr~ di rivolta; aveva. 1 79 armi,. e non volle 'mancare -di portare nel .grande ' (la èui p_agina italiana é stata come un sùpplemento di comizio Inter.nazionale dell'Olimpia la sua solidarieta, «Studi Sociali») e iZ lavoro teorico 'della rivista'. Bisogna contento, disse, prima di morire, di veder realizzato il tener conto del fatto che «Studi Sociali», dopo le depor- suo ideale. ··- _tazioni, le morti natura/,i e quelle avvenute éombattendo, Suscito un ··delirio d'entusiamo, benché non tutti ca- · · pisserò il ..francese. Ì,'apqteosi deli'eroisino dei nostri dalla Spagna ai campi di cpncentramento nazisti, é. or- compagni spagnoli., che usciva della sua bocca, fu un mai lavor,o di una sola persona (di scarso r-endimento e momento che ricordo con emozione. . con altre obbligatorie .occupazioni), che solo per eufe- Vol'lè pure andare al fronté ad incontrare · il suo a- mismo w.Jopera il «noi'!>e firma «La redazio_ne». In que- mico Durutti ed i compagn.i del gr.uppo francese a cui apparteneva Cottin, caduto: poi, .e fu. festeggiato da tutti, ste condizioni era for~e piu praticò. e piu leale soppri- perehé tutti vedevano nel v:~cchio 'veterano di tante bat• ·,nere addir,ittura la. ri1Jista? Le lettere dei compagni e

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