Studi Sociali - XIV - n. 3 serie III - 30 aprile 1943

tacolo curioso che seduce il turista e d~ colore ·alle pro.vince del Nord''. • · Ho parlato del cof a. Quest'indigeno é completamente apatico e la sua faccia quasi immutabile non rivela i suoi sentimenti né le sue idee. La sua festa, della dome• nica consiste nel bere, e allora "affiora nel ,suo viso la tristezza della razza''. La sua Ìnusica é, in armonia con _ tutto il ·suo essere, monotona e triste., . Che ci sara dietro quella pe1le dura, quella selva di capelli anneriti? -si domanda Rivas Roòney-. E rispon– de, con il suo magnifico linguaggio pieno di metafore: "Forse nient'altro che 'tristezza, una tristezza rotonda, ciottolo levigdto dal tanto rotolare nel fiume lento del sangue coya"; Molto costera restituire il suo valore a questa razza . "la cui sfumatura propria é necessaria per una maggior ricchezza dello spirito umano", perché· "l'umanita ha bisogno della pazienza, della tenacia e rassegnazione del coya, come ha bi~ogno dello spirito espansivo dei sasso– ni, dell'ardore· spagnolo, della sottigliezza ed èleganza francese''. R. Rooney' sa studiare a fondo un popolo: si mette in diretto contatto con gli umil~ ed osserv-a da vicino le loro condizioni economiche -che determinano molte delle loro sventure- e' le loco ·condizioni politico - so– ciali; pero non si limita a quest'aspetto. Studia le loro manifestazioni psicologiche: 'la loro musica, le loro leg– gende, i loro balli, i loro idoli ... : e sa perché le loro melotlie ,sono tristi• e mo_notone e perché il primitivo scultore "ha lasciato alla posterita un documento sul– l'attitudine dell'indigeno invoc\lnte l'acqua''. La cas'a editrice "Ameriéalee" ha dato alle st11mpe quest'importante libro, che interessa non solo perché rivela le tondizioni attuali dèl Nord dell'.Argentinà - finora solo a noi noto "attraverso i -turisti o i cronisti provinciali che rion han penetrato lo spirito ·di questa regione"-: ma anche 'per il suo straordinarfo Vi)lore lettèrario. Il, suo autpre non solo sente ì problemi, ma sa anche tradurre le sue emo,zioni in fresche e bellissime in;imagini. I. G. l., Frederik von Eeden: JUAN Y EL ELFO. Ed. Iman. Buenos Aires. 1942. ,. t- . Il prologo di questo libro, o, meglio, di_ questo lungo poema in. prosa, é di Romain Rolland. Infatti libro· ed autore appartengono · al mondo spirituale del creatore • di "Gian 'Cristoforo'', mondo apparentemente cosi ricco e vario da comprendere un Ramakrishna ed un Miche- , langèlo, un Beethoven ed ·un Tolstoi, ma che ha pure una sua indefinibile caratteristica che lo rende• unifor– me. Ques,ta caratteristica comune é forse la preoccupa• zione metafisica sentita come problema morale, é una certa tendenza al panteis mo, é un 'identificl;lzio,ne del sen– so religioso e del senso urna.no della vita ... Una visione personale è p ossente della natura, tutta immersa in quell'atmosfera fatata che si respira cosi spessò negli scrittori del Nord (ma con piu sole e meno bruma), da a questo libro_ una seduzione speciale. Le gioie _profonde e le sottili torture 1 che l'uomo trova fuori di sé e sopratutto nel suo mondo interiore sono la vera materia del volume. Sp 0 ecialmente il tormento c;leila ri-, cerca scientifica e il 1tarlo del pensiero sono rappresen– tati con deprimente vi·gore leopàrdiano. La fine sconcerta un po' e si ba -per lo meno a prima lettuta 1 l'im– pressione che l'arco della -fantasia sia troppo teso e che la visione radiosa s'inaridisca improvvisamente nel -sim• bolo. ·Pero le ultime linee ci rapiscono di nuovo, sulle orme di Giovanni che, dopo aver tanto desiderato ab– bandonare la condizione umana anche attraverso la mort te, rinuncia . a seguire ·là via splendente che conduce all'azzurro ed al sole, per tornare ad immergersi nell'e• terno crepuscolo delle formicolanti citta, per tornare a vivere la vita tormentosa dell'uomo. ... Pedro Kropotkin: MEMORIAS DE UN RE– VOLUCIONARIO. Ed. Tupac., Buenos Aires. 1943. . ' La casa editFice Tupac ripubblica la traduzione spa– gnola del capolavoro di Kropotkin, troppo conosciuto nell'ambiente nostro perché sia necessario riparlare qui del suo contenuto, cosi appassionante ed u~ano, docu· mento storico e creazione artistica ad un tempo. Diremo solo che l'edizione é magnifica e che· tutti gli anarchici devono essere grati agli amici di "Tupac" per l'amore con cui l'hanno curata. L'introduzione, di R. Rocker, da una visione organica e completa della personalita mul– tiforme di Kropotkin, sufficente a farne conoscere le idee economiche, scientifiche, sociologiche a chi non avesse letto altro libro suo che queste "Memorie" di cui ci stiamo occupando. 'E' quindi un ottimÒ complemento dell'autobiografia 'kropotkiniana. 11 tono delÌ'introduzio– ne é apologetico senza riserve; noi ne avremmo fatte, con Malatesta, a proposito del ·determinismo 'di Kropot– kin e dèlla fiducia, isecondo noi esagerata, che questi aveva nella, scienza .. Ma queste riserve nuÌla tolgono- ai nostri occhì al valore _immenso dell'op~ra di Kropot~in e specialmente al valore perenne di queste "Memorie'' uno dei documenti fondamentali della seconda meta deÌ secolo XIX, uno di quei libri che ogni tanto é bene rileggere. - li). appendice, gli_ editori han ripubblicato tre docu~ , menti intere~santi: la lettera a Bertoni .del novembre 1914, in cui l'autore spiega- il suo atteggiamento di fronte alla guerra, un "Appello ai popoli occidentali" mandato dalla,Russia nel giugno del 1920 e una lettera a Lenin dell'ottobre dello stesso anno. Il piu interèssante é senza dubbio il secondo, appassionatamente accorato, in cui il vecchio lottatore, nell'esaltare la ·grandezza della Ri– voluzione Russa, ne mette in luée il tarlo che fin da allora la rod,eva e che fin da allora egli prevedeva mor– tale: la.dittatura di partito. "Stfamo imparando in Russia -egli dice- come non deve essere applicato il coinu– nismo ". Viamha: LAS AVENTURAS DE JUAN TOR– . MENTA. Ed. Suma. Buenos Aires. 194'2. Non é strano che si parli qui d'un libro destinato non a noi, ma ai nostri bambini. Questa nostra lotta, cosi amata, che ci ha portati cosi lontano, non' é tutta ispi– rata dal pensiero del loro avvenire, dell'avvenire -di tutti i piccoli esseri· che, nel mondo, ignorano ancora la ter– ribile crisi che l'umanita attraversa o non ne colgono· che le clamorose e spesso tragiche manifestazioni ester– ne? Non pretendiamo -come a volte con leggerezza s'é detto- la~ciar loro in eredita un mondo senza sofferèn• za; lavoriamo solo perché no~ si trovino domani da– vanti a' quest'orribile muraglia che abbiam veduta cre– scere e chiudere l'orizzonte, lavoriamo. perché ciascuno di lor_o possa seguire, all'aperto, la prdpria strada. Per questo, tutto cio che si fa, si pensa, si scrive per loro, ha un valore, grande o piccolo, positivo o, negativo, nel campo sociale. Occuparcene é una parte del nostro la– voro. Per noi italiani poi, que-sto libro, scritto da Luigi Bertelli (Vamba) per i bimbi d'Italia ("affinché lo fac– ciano leggere ai loro genitori'', diceva la caustica dedica che non ritroviamo in questa edizione su,damericana), ha un sapore speciale: il sapore del ricordo, cosi .caro agli esuli. Juan Tormenta non é altri che il Gian Bur· rasca dei nostri verdi an~i, l'eroe 'di quelle infantili tragiconii.che avventure, che han contribuito a gettare in tante coscienze nascenti il seme della rivolta contro l'assurdo ed ~ppressivo mondo delle "pers'one grandi". La logica -ingenua o birichina- dell'infanzia si urta all'ipocrisia_ del rn)stro mondo adulto e le piccole cata- ' strofi che ne derivano costituiscono di per se stesse una satira del presente ordine sociale; satira serena, che non ha niente d'amaro né di profondo; perché é destinatà a divertire i bambini ed a far vergognare gli adulti ob– bligandoli a ~specchiarsi negli occhi dei loro figli. Questo Giannino, che i malig'ni chiamano Gian Bur-

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