Studi Sociali - XIV - n. 3 serie III - 30 aprile 1943

26 STUDI SOCIALI · Paolo: In generale durano molte le bufere qui? . , - : . - Tipo: Seeondo. Ma quando ci scino fanno su] serio. Paolo: E sul Rochemélon crede ci sara stata una grande .bufera? ,, , ; Tipo·: Oh, non ,vorrei esser lassu. Attenèlono qualcuno èh_e deve arrivare da quelle parti? Paolo: No, no; domandavo perché ·avevamo intenzione di· spingerci fin la. . · . . 'fip0: Allora.dovranno. aspettare qualche gio~– no. In questa stagione di bufere_ simili, se ne ve– dono di rado, ( squadra Paolo). ·E poi, bisogna mettersi in tènuta da montagna. . . · Paolo:' P~r questÒ- sono a post~. Mi-sonÒ cam– biato perché, ormai, prevedevo· di rimaner qui per quaic~e, gioq1;0. . · · · ··Carlo ( ti: Paolo): Bisognera fissare ·una came- ra. Vado a parlaré _col .padrone., (Esce). . ,·Tipo , (alla madre e a Giovanna):, Anche loro s@Ìlotur_istèY ,. _ _ Giovanna: ·Siamo. in ·villeggiatura qui vicino. Tipo: Oh! la. villeggiatura é .,poco gradevòle con un tempo simile. , , . ·Giovan:Qà: :oh, si. Vien voglia di tornare in citta. Ti,po ( cQn fatuita): E, poi, per le signore ele– ganti, .graziose, che èonoscono il mondo, é un· sacrificio vivere in paesi come questi? senza di~ vertimenti, senza niente di chic. Giovanna: Oh, per qliesto!- Tipo : Per conto mio sono stufo di star qui. Non c'é proprio niente d'in:teres~ante, Si fa unii ., vita da frati• · 1 Giovanna; E' impiegat~, lei? , Tipo: No, no, impiegato. Anch'io .sono qui .... in villeggiatura; gia, in villeggiatura. '{Una pau– sa. P€>i, a Giovanna, indicando, la madre). La signora é la 1 sua signora madre? · Giovanna :i No, signore: E' la madre di mio marito. Tipo: Oh! . . . E' seccante che fa. signova sia capitata qui con un tempaccio simile ... Ma· co- · me, mai si sono messe in viaggio con una ~uf ~ra cosi? ... Forse attendono il suo· signor marito? ' Giovanna: No, no. Mio marito é a 1 Lione; oc-· cUpatissimo. E'. impiegato di banca e non puo lasciare l'ufficio, in settembre. · Mia suocera é nata in montagna ed io faccio dell'alpini,smo .. Tipo: Ah, si? Interessante, questo. Non sono· molte le signore che fanno dell'alpinismo. In– teress_ante. Scena V Carlo ( rient,rando, a Paolo): La camera é fis- , sata. { Alle due donne.) Permett0no un consi– gl:i,o? Bisognerebbe, credo, fissassero la .camera. Ci potrebbero essere nuovi forestieri e potreb- _bero rimaneFe senza; ' ' Giovanna: Oh, graz.ie ! Non ci avevo pensato. ~ Vado subito, grazie. '(Esce). Scenk VI Paolo ( a Carlo, sottovoce}: C'é qualche :i;ioti– zià'? Carlo (sottovoce}: No. Ma credo che stasera non arriveranno. P amlo (sottovoce) : Che pen~ ! Carlo {soUÒVoce): Parliamo naturalmente. (E f ort~}. Bisognera 'telefonare al Club Alpino di Chambéry. . Tipo:,. V ado,ianch'io a fissare la camera. Con una serata comé questa, sarebbe poco igienico andare a casà. Carlo: Qh, si. C'é da gelare a metter il nasÒ fuori della porta. Tipo: Compermesi;,o. (Esce). Scena VII Paolo: 'Cerco' d1 non pen~arci, ma.il cuore mi dice che sono in viaggiò. Sarebbe terribile con' questo tempo, in mezzo alla neve. Nelda é stata malata e Jlruno é cosi piccolo. _ , · Car-lo: Su, vìa. Non pensarci. Io cr.edo, in– vece, che siano fermati.- I rifugi riparano b_ene, ci sono provvigion:i, medicinali .. : ·. . . (Sile'nzio prolungato. Paolo va su e giii per la camera, fumando. Guarda tora.) . La madre (ha tirat0;~fuori il fazzoletto e si asciuga gli occhi). Dellè voci. Dei passi. iq porta si' apre. En– , tra un uomà ancora giovane: Mario,. cht? cinge la vita di Giovamj,a,. che é radio,sa. ·La madre ( alzandosi, g11ida): Mario! Mario! (Si dbbracçiano, e restano cosi qualche atf,fmo). Paolo: Sorro arrivati! (fa per uscire}'. Cario ( affèrrandolo per un,, braccio): . Vado io · (imperioso). Tu resta qui. Paolo: Ma perché? · Carlo: Resta· qui, ti dicò. Non pu6, esserci. Quel tìpo . ha tutta s'birro; si s; mai. chi l'aria di uno Paolo: Me ne strafrego degli sbirri. Forse so-- no •giu. (Esce). ~ ;, . Carlo (lo segu~): Fa pure di tU:a testa. Ma é un'iniprfdenza. Scena VIIl La m.adre abpraccia, bacia, carezza Mariq, che accarezza Giovanna che gli sta ax;canto. Parlano sotto voce. T eneramènte. • . Madre ( a Mario): Chissa che freddo avrai sof– ferto! Mettiti subito questo ( teglie della · borsa una sciàrpa di -lana) ... q~esto ti terr-a caldo · (glie la mette al collo) ... e càmbiati 1,ubito le calze. Devi avere i piedi mezzo gelati ( tira f,uori un paio di calze di lana) ... E av:rai fame? Mario: No, sono.-troppo st~nco per aver fa. me.: E, poi, é st,àta uri viaggio te11r~bile. . . Mà ora tutto é passato (bacia Giovanna) ... ora ho qui la bambina {l'accarezza). . Madrre: Cambiati lè calze, bimbo mio. Gio~- : vanna, bisognerebbe. far accendere un bel fuoco {palprtndogli la giaeca e· i pantalonj) Dio mio, coine sei bagnato! Giovanna, ci vuol subito an' bel fuoco. Si buschera un' malanno, qu~sfo ra- gazzo. · . · . _ Giovanna: Vado a far accendere un bel fuoco neÌla nostra èa~era. {Esce). · ·' Scena IX Madre ( a Maria): E stanco come sei, ti te– . niamo in piedi. -Siediti, caro; siediti. Si perde

RkJQdWJsaXNoZXIy