Studi Sociali - XIV - n. 3 serie III - 30 aprile 1943
il ~indacalismo fascista, Malgraèl.9 i suoi sforzi èl;impar– zialita, il suo non é uri panorama glo'hale, ina ci 'si trovano notizie ed osservazioni· molto 'interessiinti. Da, notani; in pdncipio, ,uno spunto polemico ·contro l'inter– pretazione che del, n'iarxismo da ,Mondolfo. Tagliacozzo. esal)lina in un .altro articolo '.'Gli, studi storici sul movi– m-énto operaio in Italia dal 1861 al 19I5'·' (dimenticantl'o, nella sua rassegna, il libro di Nettlau: "Bakunin e rin~ tei,nazionale in Italia" che; malgrado il suo carattei,e · troppo cronologico e troppo minuto, non si puo omet- · terè in una bibliografia forzatamente ·cosi· poveI"a). Ma lo scritto ,phi importante di questo· numero , é, senza dubbio., "Guerra e rivolù.zione" fatto in coUaboràzione "da un gruppo di• gfovani che , han fatto pa,i;te delle orgi:inizzazioni .clandestine ip Italia". L'affermazione fon• damentale, che ispira tutto il lavoro, é quella· della dop-. · pia esig~nza, di svcialisme e di fiberta, che deve orientare la rivoluzione italiana. Questa affermazione,. come del resto quasi tutto il contenuto dell'articolo, ci trova pie– namènte consenzienti. Mentre H socialismo marxista ·e H liberalis.mo capitalista ceFcavano l'~no contro l'altro le vie dello· Stato, per arrivare poi ad 'un risultato iden– tico, il totalitarismo, in c'Q.i il privilegio _politico -.--che i socialisti non volèvano sop'prfm~re~ ed il privilegio economicu. -.:a cui i liberali non .volevano rinuncfare~, s'identificano e in ..cui socialismo e. Ìiberta muoiono a– sfissiati, noi; anarchici, a:bbiam semp~e sostenuto che il socialismo, 'non sòlo non é fonte d'autorlta, ma é incom– patibile con l'autorii:a. Lambe1·to Borghi, in un altro articolò della. stessa rivista ("Correnti di' pensièro jn ·1- ta'lia sotto la. diuatura") riporta la stessa idea, sorta i~ tutt'altro clima spiritqale e per tutt'altre sµ-ade, in soli-. tari pensatori italiani: "socializzare ·-signiHea , apporto d'innumerevoli nuove energie alla pro.duzione' dei valoi,:i spirituali, redenzione dall'economia e non asservimènt.o ad essa. Cosi inteso, il principio dell'uguaglianza ' si ac– corda con quello del)a 1iberta" (p. 14'0). E' vero che le ·màsse vedono ,ancora la· conl:raddizione, logie1;1mente· e storicamente inesistente, f.rutto d'un equivoco àbi1mènte (anche se forse incoscentemente) ci,eato e conservato da guella "volontii di potenza'' cosi dura a· morire o. a su– blimai;si nell'uomo. Infatti, in un articolo informativo "Dall'Italia e suH'ltalia" 'dello stesso. nmi:iero dei "Qua– derni''; é detto Le,d é yerosimile che· ,sia <::osi-"-che, ,ne1la penisolà, l'ideologia socialista. . . é .o~curata, agli- .OC!!hi della grande massa,. dall'o spettro• della dittatura e dal fallimento dei metodi .soèialdeinocratici (p. 116). E' lo.· gico quindi che i giovani :autori ·dell'articolo "G~erra e rivolu_zione'' 1 mèttano i:µ primo piano, nèl loro program- • ma d1 propaganda in Jt,alia, l'unione ' dei ·d'Q.e termini: socialismo e liberta. La sintesi é tanto . vitale in questo moinent~, che· ha fatto sorgere in Itaiia -tutt9 Ul,l mo– V,imento: il socialiismo . libénale. Ora, . tanto, a pro po-· sito di. questo movilllento ehe. a proposito del gfup- • po cfei "Quaderni" (e -all'o.tigine dell'uno ·e delPaltro .._ si dr;11ova la figura di Rossèlli) .ci si jmo porre il pro~ blèma che •giii.si pose di fronte al. titolo ed al contenuto del libro .con cui Rosselli inizio la sua ·propaganda al– l'estero: fino a che purito il ·socialismo libérale sarii ' libertario? Cioé, qùa'1e sa,rii la sua posizione dì fronte aJ problema ~ello Stato~\ Ancorà (é sempre lo stesso) qua.le. ; sarà l'atteggiamento· cl.i queste .corren_ti di fronte agli anàrchici, che vogliono attuare la libertii attraverso la 'libera federazione delle piu diverse autonomie localì? I "Quaderni'' inv.itario alla· dist:ussione. Ecco qui un prò– blema, teorico e pratico, da ·discutere; e non sarii di– scussione oziosa, g~acché non sappiamo quale possa essere , domani l'importanza d:un movimento anarchico 1 in Ita'fia, . paesè che, come la Spagna, ha, all'anarchia, tendenze na– turali e tradizionali che risalgoriò. ai Co~uni. L'indiffe- ,.,--renza. dif,fusa verso il prob\J.ema della "presa del potere", -la marrcanza d'i spirito ria~ionalista, l'interesse appassio– nato per i problemi cosfrqttivi "di base'', cosi caratìe- , ristici. del popolo italiano, an•zi dei popoli mèditerranei, · sono tutt'altro che .un segno d'immaturitii politica, come s?é piu volte preteso. I quattro punti del programma\' rivoluzionario che gli autori di "Guer:r;a e r,ivoluzione'' ci pres.entano, sono aceeuabili: terra ai èontadini e so– cializzazione dèlla grande e media industria e deMa han- / ca insieme alla· rivendicazione delle 1ibertii f1mdamentali (p. 97 • 98). Ma il problema dello Stato nòn é posto; ed é il problema centrale del nostro tkmpo. Socializzare. Come? La Spagna ci .na. ·diinosti:ato éhe dal ,significato che ·si d~ a questa ,parola dipende tutto il r~sto; essa et ·S'Ì'UDiI SùCIALI 23 puJ condurre, (ed ha condotto) ad un risorgere del ·ca-· pitalisni.o privato se si' riduç_eva ad espropriazione i,sola!a da parte .degli operai, ·al monopolio sindacale e.!l al pre– dominio del produttore ·sul consmnatore, se attuàta esclu- · sivamente dai 1,indaèati, àl totalitarismo addirittura, se àttuata dallo Stato. Il vero significato la parola l'ha avu,to dai fatti: c'é stata socializzazione, cioé);i propdetii · é passata 'alla societii, quando la gestione é ,stata affid.ata · ad. organismi di relazi,onamento fra, produttori e consu- matori: cooperative, còmunitii, municipi. . C'é, é vero, ·nelUar.ticolo, una rivep.dicazione che r_ispon– de probabilmente alla riostr-a domanda: "il qÙar;to stato . ,a~ .potere" tp. 104).: La formula é equivoca e ricorda stranamente "la dittatrlira del proletariato" di triste me• m'.oria. E? inoltre 1n contraddizioRe con il superamento del vecchio anticapitalismo implièito , nell'affermazione· eh.e il fascismo non s'idéntifica piu co,n il capitalismo ·(benché il problema ·non sia esaminato a fondo).' .In ogni modo, la for,muia é da chiarire, e, una volta chia– 'rita, da includere ·come '_quinto punto nel pr-ogramma· antifascista che qui si propone ·alla discussio,ne. E allor:a q"Q.estasarii piu feéonda e piti chiava. . ' · Ci sarebbe poi un :,esto punto, di ,cui noi crediamo sia indispensabile parlare agli italiani, malgrado ogni pl.'eòc• cupazfone di brevitii e chiarezza: é l'Europa. Veramepte, tutti gli altri problerrti dovrebbero· esser posti su questo sfondo. Anzi crediamo che, malgrado tutto, il popolo ita" liano sfa uno dei rmeglio preparati ad accoglier l'idea d'una abolizione delle frontiere piuttòsto che qu~lla' del– la difesa e conse~vazione (di cui tanto si pàrla or~. negli amb_ienti antifascisti)· del 'territorio nazionale. L'Eur-opa .s'é fatta. òra nell'oppressiòrie. La libertii nop la puo di~ sfare. 'Negli. ultimi numeri arrivati di '"Il Mondo' 1 di New York (di i:licembre, gennaio, ,febbraio), ·da segnalare la · rubrica "Pro'J:ilemi itaHani visti da: italiani. in Europa" che ci' aiuta a tenerci .al corrente di qÙel che pensano ,e 'fanno gli italiani a Londra e ad avere qualche eco - di f_onte diversa da quella dei' "Quaderni italiani"- del– l'opèrato degli antifascisti in Italia .. '· ~'Hombre de América" di· Buenos Aires· ha iniziato la:· pubblicazione delle risposte ad· un'inchiesta sulla '"Pace e ricostruzione post-bellica". Ne faremo un resoconto .nel ·prossimo ·numero, e .nei frattempo: la rispo·sta di "Studi Sociali" s'ag'giungerii alle altre; ' . . Nell'ultimo numero (marzo 1943), A. Diaz Ur-rieta; .– nell'articolo "Dalla filosofia di, ,Wallace alla. fil'osofia di Johnston'', fa1 un suggestivo pa~agone fi,,a i discorsi dei due propagandisti nordamericani nel -Sudamerica. Il p~i- . mo ha parlato ai popoli ed ha parlato di pàce, di fra– t~llanza; d'un avveni're piu. giusto e .migliore; i1 secondo,· à Buenos A:ires', s'é' rivolto, d pubblico ristretto ed ari-· stocratfoo del "Circulo de Armas'~ ed ha fatto' l'elogio · .del capitalismo, assicµrando che le auuali restrizioni. alla "libera iniziativ;a",nel Nordamerica sòi:io dovute alla guer- ra ·è dopo la· guerra, spariraniw.. · · · Nello ste~so numero, Victor Angueira Miranda, in unò scrit\o: "Ci sarii. un nuovt> ordine mòrrd'iaiJ.e ?'' esprime il desiderio e li:i•'speranza che -I'énorme con'.vul1;1ionec1te · stiamo sopportando faccia sorgere un mondo n~ovo, sen- 2;a bari:jère d.oganali .protezioniste, con un saÌario inte1.1na– zionale che impedisca 'la concorvenza economica .fra le · .nazi0ni .basata, sul basso prèzzo della mano, d'opera in alcune' di esse, con· il libero accesso_ in condizioni d~ugµa– glianza alle fonti . di materie -prime, con tunifiicazione e internazionali2zazione d•el Diritto, con le i,,iforme eco, nomtche necessarie ad evitare le contraddizioni e i delitti del sistema capitalista att~ale (non é ben chiar,o pero in che consistano tali riforme; non si parla che di di~ ·viderè ed -indebolire la forza del capitale). "A che "i– smo '' dcorrerii ,il mondo. per arrivarci? -si domanda Angu!=)ira-. Non lo sappiamo. E' probabile che sia que– stione solo di leg·islare _a fondo. Per le ampie strade della democrazia, tutte le rivendica2ioni e fotti gli ideali de– gli uomip,i sono attuabili''. Ritroviamo qui la, 'filosofia di Mr. Wallace", unà: filosofia. molto pi~' utopica non solo di tutte 1e -~'utopie" anarchfohe, ma anche dl q;ue– le, piu in contrasto con la realta·, di V:erne o di -Wells. Aboliue ie ·barriere do'gailali senza distruggere il capita– li~mo è conservando l'organizza2ione statale, separ~re · il capitale dallo· Stato' in un momento in .cui ambedue i· ...
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