Studi Sociali - XIV - n. 3 serie III - 30 aprile 1943

Contro ·il sensuali'smo e contro Kant allo stesso tempo, cerca Galluppi di salvare l'oggettività della co-'c]oscenza; · contro il sistema morale d'Helvetius, basato sul sensua– lismo passivo, afferma il libero arbitrio; contro la rea-· zione politica rivendica la liberta di coscienza e la tol– leranza religiosa. Non é Galluppi né mi giacobino, come da alcuni s'é creduto, né un reazion~rio, .come potrebbe far credere la sua posizione di su'ddito fedele dei Bor– bimi e !Ii filosofo quasi ufficiale, ma un teorico del liberalis~o, che si ricollega particolarm~nte a. Locke. Rosinini riprende l'opposizione di Galluppi 'al s~nsua• · lismo e a, Kant, ma spinge molto piu a fondo il tèn– tativ~ · d'ùscire dal ·s·oggettivismo e, di dare alla_ cono– scenza· un valore oggettivo. Nel campo politico· Rosmini considera che lo Stato, rapprésentante 'd'interessi te~pc,>– rali deve essere subordinato all; Chie~a, che 'rappresent~ 1interessi spirituali. Domina in lut una concezione gerar– chica ed antidemocratica della societa. V o~eva in Italia una confederazione di Stati in cui si conservasse il po– tere temporale dei papi.' Ma accanto\ a .queste idee· che oggi, con~·ideriamo _retrograde; ne tro~iamo in lui altre che, nel 1830, erano· no~evolmente avanzate. Fonte del diritto era per lui· il princjpio della dignità umana; di 1 qui la ~iveitdicazione della liberta di pensiero, di stam– pa, di 'Jjarola. Ma i nuovi,. tempi richiedevaiiò ben altre audacie. E . · molto piu aud,ci · sarann~ ·Gioberti e Mazzini. In Gioberti il problema polit,ico o.ccupa il primo po· sto. Convergono in lui tre correnti. Cercando di stabilire l'obiettivita della conoscenza e l'autonomia dellQ spirito,,, egl'i parte dalle conclusioni di Galluppi e di Rosmini,' . . I per a11rivare a .una .posizione che, malgrado .egli dica il · contr,ario, fu vituperata allora dai rosminiani ed é lodata oggi dai ne'o-hegel:iani come un'affer.mazione di pantei– smo e d'i~ma'nenza. Dio realiza se stesso .nella crea– zione e la creazione tende a tornare a Dio. Nel campo religioso, Gioberti risente del resto l'influenza delle. dottri~e del secondo Lamennai; e di Saint• Simon, che conducono all~ teoria- immanentista della presenza del– l'elemento divino nell'umap.ita e della sua manifestaz.ione progressiva neÌla storia. La terza corrente, la cui influen; za si nota ~~l pe~siero giobei;tiano, é quella piu pr~- , priamente .politica jli Vincenzo Cuoco e di Vittorio Alfieri, '.'destinata a svegliare e formare la coscienza na– zionale, come unica attuazione d'una liberta concret.i" (p. 65). STUDI SOCIALI Jl berale e razionalista. Era riatura'le che entrasse in con• flitto con i conservat_ori reazionari da. un lato (Gesuiti) e con i democratici rivoluzionari (Mazzini)• dall'altro. Ma~zi~i, · considerando che ci si educa ed ·eleva attra– verso l'azione e che solo é nostro quel che noi stessi arriviamo ad attuare, respinge · l'idea giobertiana che tutto debba es·ser fatto per il popolo, ,per affermare in– vece che tutto, deve ~sser fatto dal popolo.. La rivoluzione . é concepita da lui come autoeducazione, come un pro– , .cesso- att:raterso cui"si crea una coscie:n'.za nuova e che· esige una nuova fede. O_gni religione é un'idea ed~cas \trice, frammento della verita eterna, ed ha ~ma ·sua mis- · sione da compiere. La missione del cattolicesimo é compiuta. La nuova religione é quella che rivelà la rea– lizzazione de,l principio divino nell'umanita (Dio e uma• nitii). Per Mazzini la vita e. missione e sacrHicio e l'indivi– duo é uno strumento del I progresso dell'uma,nita.· Per' qµesto non proclama diritti, c()me la rivol~zione fran– cese, ma predica doveri. La nuova epoca non ha p·er fine l'individuo, ma l'associazione, la .. 'nazione. E la nazione consiste non nella comunita linguistica, 'géografica o et– nica, ma nell'idea d'uria commie missione. Ogni nazione é una missione yivente, un operaio dell1umanita che coo· pera al progresso di tµtti disimpegnando la' sua funzione particolare. ' Il popolo che abbandona la sua missione per chiudersi nell'egoismo, é fatalmente casJjgato dall~ decadenza. La missione dell'Italia (condizionata dall'in– dipendenza nazional~ "perché il patto dell'umanita solo puo essei-e ÀÌpnato da popoli liberi ed uguali'" (p. 76) é la missione universale della terza Roma: p1:opugnare "l;~ssociazione di tutti i popoli, di tutti gli uomini li-. 'beri, in una -missione di progresso che abbracci l'uma– nita'' (p. 77). Péro la patria non esiste senz~ l'uguaglianza di tutti i cittàdini. E qui sorge . il problema sociale, che Mazzini vuoi rÙolvère, non attraverso li lotta di classe rivoluzionaria, ma appli~ando il principio di solidarieta, , capace, con la forza delia sua superiorita niorale'. d'a• bolire le classi. Egli predica quindi la rivoluzione sul ' . ! ' terreno politico dell'indipendenza,: la propaganda e l'e- sempio creatiyo (formazi~ne progressiva d'associazioni cooperative -fraternitii ~ appoggiate ,dallo Stato e de– s'tinate ad eliminare Ù capitalismo) sul .terreno sociale. La Destra liberale, che eredita la concezione giober– tiana dello Stato, ed ha i suoi filosofi negli hegeliani De Sanctis·, ·;,paventa, De Mei's e in Francesco Fiorenti– ,no, oscillante· tra l'hegelismo e ·il neokantismo, deve, come Gioberti, lottare su due fronti: contro le correnti di sinistra e contro le aspirazioni restauratrici: è reazio– narie della _Chiesa. Contro lo Stato, la Chiesa rivendica il potere temporale, il matrimonio religioso e la' scuola confessionale; contro .B. Spaventa ed altr{ pensatori· li'- Dalla teoria del v~lore divino della storia e del pro– gresso, Gioberti fa derivare il valor religioso dello Sta– to, da cui parte la dottrina liberale dell'antica Destra ed a cui torna, oggi, l'idealismo attuale di Gentile. "Lo Stato é, per Gioberti, l'.irtcamazione .dell'idea. . . E' la creazione della coscienza _dell'universale che vive nei citt.idini. Pero questa volonta e coscienza non sono per Gioberti là volonta e sovra~ita popolati, proclamate dal.' la rivoluzione francese; sono quelle degli 0 illuminati, so-. no quelle dell'ingegno e 'della cultura" (p .. 68). E'. il concetto aristocratico della sovranità che viene dall'alto ,.,,.berali, che ·avevano risolto nel senso dell'immanenza il ''confli'tto ·~he Gioberti aveva lasciato. aperto, la· Chiesa · difendé la trascendenza e torna alla scolastica. :Ha cosi e ~he eleva il popolo. Pe~ compiere que~ta funzione ele- 1 • vatrice, lo Stato deve· appoggiarsi sulla realta, èioé sulla tradizione .. Ma la tradizione in Italia _é cattolica e lo sviluppo civile dell'Italia non puo separarsi dal cattoli- , · cesimo. "Pero :riel cattolicesimo, ·nella religione che ha il suo cemro ed il ·suo capo ~ ~oma, si afferma il pri- . , mato morale e civile degli italiani, la missione sacerdo- 1 • • tale. universale che questi hanno fra le. nazioni" (p 69) ~ Il "Primato" _propugnà una lega. di Stati italiani col Papa come centro spirituale ed il Piemonte come forza m~teriale.· Il cattolicesimo d1 Gioberti .é progre:Sista, li: origine il neotomismo. I filosofi liberali, come 'Fiorentino e Spaventa, presen• , tavanò la' liberta coine un'esigenza dello spirito e come una continm~ conquista. Essa non é solo un'esigenza ·de-• gli individui e del popolo, ma anche dello Stato. "Il fine dello Stato -dice Fiorentino- é la liberta umana. Lo Stato puo e deve pretendere l'accordo delle azioni umane, ma giammai l'acc·ordo nei giudizi e nei: ragio– namenti" (p. 85). Sono le direttive della condotta poli– tica di Cavour,. che ·agisce senza teorizzare, in questo campo come in quello. dell'azione· per l'unita .. Teorico del principio di nazio.nalita fu P. S. Mancini, che, nel 1851, pronuncio su questo tema ~n' discorso che s'ispirava piu a ~òmagnosi che .a Mazzini. Mancini defi-

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