Studi Sociali - XIII - n. 2 serie III - 30 aprile 1942
2'8 STUDI SOCIALI· "Alberto é morto" ci grido una · delle ·ragazze con il 'v'iso bagnato di logrime. Scendemmo. Egli giaceva n,el suo letto, calmissimo, senza trocc·e di lotto o di sofferenza sul suo viso:· si sentivo ch'ero scivolato incoscientemente dal sonno allo· morte. Jntdrno o lui, quello scatenamento di dolore che ron avevo visto fino a[loro che nei bo~sorilie~i antichi o nell~ "Lamentazioni· sulla mo.rte di Cristo": tutto _quella violenza di gesti, qÙel dolore dimostrativo,· quel perossismo nello disperazione, che mi porev~no esoge- / rati iti certe opere di' Donate I lo, erano 16 sotto i miei occhi, tali ~ qu~li, in·· uri ambiente di gente semplice; ch3 non çivevo mai visto quelle e.?pressioni rese dal- l'arte. · Nostro_ figlio, ancoro molto piccolo, che ero sceso ç:lietrò 'di n6i, non capivo nie,nte di quello scena,_ non ·avendo maì visto la morte· e non_ potendo immaginarselo sotto quest'.aspetto. Rimaneva_ allegro e dicevo a questo madre in 'iagrime: "M0 perché piangi? Non vedi che dorme?" Per paura d'accrescere In suo sofferenza con il contrasto, noi volevamo allontanare il bombino. Ello ce l'impedf: '"Lasciatelo, non ~i fa male, al contrario; _é un angelo". S_embrova che lo suo presenza lo ricon– fortasse: forse vèdevo nello bellezza ·radioso del ·bom– bino, nello · st.JO gioia innocente, un'immagine della Vita celeste, a cui suo figlio sarebbe stot0 chiomato o par– tecipare (elio non ne dubitavo). A una vicino devoto che aveva avuto la · malaugurata' idee, d'esprimere· _in presenza suo il dispiacere p~r il fotto che Albérto,. mor– to _improvvisamente, non avesse potuto confessarsi ed . ottener~ il perdono dei su.oi peccati, ·rispose senza esi~ tare: "Che importo! Era senza peccato! Non volevo e non facevo che il bene! Andrci drifto in Paradiso!" · - . . . ~ Quell'umile donna ignoravo lo casistica, mo aveva la certezza che do la f~de; s'ottenevo, in fotto di re– li_gicne; piu al fondo che alla formo, piu allo spirito che olla lettera, ,e anche in qUesto era sorella di Son ~ Francesco. Lo giornata fu uno delle piu pure e delle · piu se– rene dello primavera. Intrecciarono una magnifico ghir– Jondo di fiori dal profumo .intenso ,intorno al morto, e, sec9ndo· l'uso, lo portarono in chie_so verso sera, tutto avvolt0 in quello splendore e in quella frag~onza, inten– sificato do un tramonto ni_eroviglioso .. In mezzo a quel– io ponipa fest_ivo; malgrado il dolore intenso di coloro che aveva lasciati, s~nibrovo partire in glorio verso un mondo migliore. t Id vita continuo p.er lei ~on le sue innumerevoli faccende quotidiane, il suo lavoro senza tregua né ri– poso, ed o~o il fòrdèllo di questo d0lore in piu. Poi· vennero !'eta, lo malattia, glr acciacchi; alle disgrazie personali s'aggiunsero quelle pubbliche: lei guerra,· il fasci"smo ... L'ho rivisto dopo quest"anni di prova: avevo soppor– tato tutto con pazienza ed i suoi occhi erano rimasti chiari come un tempo e lo stesso bonta · sorridente ne trospo"rivo. "Pazienza!" ~.icono i Toscani _come esc~omozione, _quando· succzde lorn uno disgrazia, od anche quando qualcuno li urto per lo· strada. Virtu francescano, virtu passivo, si dira. · ·senza dubbio! Mo questa I virtÌJ é accompagnato spesso, è tro i primi froncesconL costontement~, do uno ·\ virtu p1u attivo: la - co!itonzo; la co._stonza ché fa· che si persisto n§!lla fède e che si provi persino dello gioia o soffrire per lei. Ricor-dote J·e pagine, tra le 'piu bel le d_e_i"Fioretti", in cui si raccontò come S.. Francesco insegnasse· a frate· Leone in che coso risieda· la gioia perfetta? Si pubbli--.· corono un gionio in pieno guerra sullo testata d'un· numero del giornale socialista "Avanti l''. ." E in nessuna edizione dei "Fioretti" il loro significato profondo ri– solto con tonto evidenza: soli o loHare contro la guer- .ro imperialista, i socialist-i erano perseguitoti· accanita– mente; le lorp pubblicazioni eron soppresse ò odiosa– mente mutiloté, mo essi re.stavano tonto piu -fermi nello loro f~e e sopportavano la prova con allegria. Appli~– cavano i consigli di S. Francesco o frate Leone: poco importavo ç:he ·il contenuto dell:o fede fosse diverso. I. * * * ,_ Non commetto infatti l'errore di fare di - ,Francesco I c.i'Assisi un socialista o un precursore ..del socialismo:· il ·sociolismò. quale noi l'intendiom~ é il risultato d!un'e– voluzione' economico e sociale che non faceva che ·co– minciare o quell'epoca; ~ Francesco ero un· uomo del possatp piuttosto che dell'avvenire, guardava indietro verso le prime comunit6 cristiane e voleva Ficondurre olla vi.te semplice di· queste il mondo in marcia verso– il copitalism~. Avevo ritrovato nei Vangeli ~no verita, ps_icologico eterna: il potere çorrt,1ttore della r_icchezzo non solo sugli altri, -ma anche e .sopratutto su chi _la - possiede.-'Questà verit6 l'aveva colpitò fino al punto di fargÌi odorare lo ·,povertéi · come .la' primo delle 1 virtu, proprio perché avevo wnstotati gli effetti cor~uttori de_l- lo ricchezza attdrno a lui ed in lui. . I Appartenevo infatti a uno classe di prosperita cre– scente: suo padre ero uno di que-i commercianti di stoffe che in quel momento fa.~evano fortuna nel com- · ; mercio internozionol.e. A quel l'epoca cominciava anche lo primo\ ~ronde accumulazione capitalista: favoriti clàlle guerre, i grondi commercianti italiani, che s'erano fotti allo stesio tempo banchieri, s'arricchirono nel corso· del secolo Xli) con uno ropidita straordinaria, se si considerano le condizioni ec0nomiche dell'epoca feu- ~ . . dole: prestavon_o od -interesse. _cla usurai il danaro ai belligeranti aèconiti nel . loro ,sforzo verso la vittoria, ·recll\~ovano mercenari, for.nivono -armi. "Lo lungo lotta· fra gli imperatori di .Germania e. i papi fu loro· parti– colarmente propizfa. In tutti questi. nuovi ricchi, il gu- -stò del lusso, lo prodigalita, il desiderio d'os_tentozione crescevano con i profitti I e spesso più rapidomante erre i profitti stessi. I Francesco, figl_io del mercante Pietro Bernardone, do- vette essere testimoniò di questo primo ubriaèaturo · di · danaro e forse ne senti egli stesso lo vertigine. Seppe _sott_rorvisi e volle scongiurare· il -pericolo sociale che im– plicavo, predicando 10 rinuncia ai beni ·materiali, rinuh– ciq assoluta nei frati, relativa nel Te(zo Ordine, i cui membri non pronunciavano voti e restavano_ nella vita secolare mo seguivano uno r·egol.a le cui prescrizioni e– scludevano ogni lusso ed ogni piacere dei . sensi. In molti punti esistono analogie· fra le idee di S. . . I Francesco e quelle di Tolstoi, il che non ho nulla di strano, gi0cché tutti e due cercavano lo verita nei Vangeli e_ ~olevano avvicinarsi al cristianesimo primi– tivo. I membri del Terzo Ordine, come i tolstoioni; non dovevano portare ?rmi: anch'essi rifiutavano Qi fare il
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