Studi Sociali - XIII - n. 2 serie III - 30 aprile 1942

magistralmente interpretato da Pa~I Muni e Luisa Rai– ner' (incarnando quest'~ltima if suo personaggio, di vi– gorosa fibra femminile, con perfetta comprensione. dello spirito cinese, senza -trascurare i particolari piu imper– cettibili) e "'{igne d'ira",· un'altra produzione -di gran valore di John Ford, adattazione del rdmanzo omonimo di John Steinbeck. Del voluminoso libro dello scrittore nordamericano si elusero cilg_une porti difficili da pre– sentare senza cadere sotto le vigilanti forbici dei censori ufficiali, per6 quel ch'é rimasto basto perché si posso mettere qùesto film tra quelli che ho·nno affrontato il problema dello terra con co.rqggioso serenitéi: Attraversò il suo crudo realismo, si profilo nello po~te finale, sim– boli°zzato nello figura délla madre, lo fiducia in ·un avvenire miglio;re. Henry Fonda ed un insieme omoge– neo d'ottori dettero forzo ai rispettivi personaggi. Sotto diversi osp~e~ti é R_ure do ,ricord,ore "Guodog11eroi il PQ– nelf, con Koren Morloy come protagonista femminile e drretto do King Vidor. * * II cinematografo é arrivato - anche in contatto· con lo concezione che s'é avuto ~empre interesse o deformare per lo suo essenza nettamente umano ed onticopitoli– sto: l'anarchismo. Ne "Lo ;fel icitéi", odottozione del– l'opero teatrale di Henry Bernstein, si sono rispettate le sfumotore romantiche con cui 'il drammaturgo ho dise– gnato il suo personaggio. E' vero che l'anarchia ha proiezioni filosofiche che vanno piu in 16 d'una semplice - cur-eolo, ma almeno in questo film, malgrado il disegno convenzionale, non si fa sragionare il protagonista con argomenti stupidi e puerilitéi sconcertanti. Questo pro– duzione, con Chorles · Boyer e Goby Mor.loy, sotto lo direzione di Marce! Herber, é stato l'unico -crediamo– che abbia impiegato in senso nobile la parola "anar– chico". Crediamo arrivato il momento di mettere punto finale a questo lavoro, dota l'estensione allarmante che mi– n~ccio acquistare. Abbiamo omesso certamente produ– zion,i outel')ticomente eccellenti, come quelle del cine– motogrqfo russo dei buoni tempi che seguirono lo rivo– luzione, che aprirono luminosi orizzonti alla s~ttimo a~te. Non dimentichiamo neppure i'I contributo impor– tante dello schermo tedesco, per6 i limiti dello spazio riservatoci in queste _colonne ospitai i urgono. 11 nostrn fine ero solo quello di rivendicare il cinematografo e situarlo al posto d'avanguardia che ho· conquistato col– penetrare nello r.ealté sociale e rifletterlo._ , C'é_ do supporre che, nelle circostanze caotiche che attraverso jl- mondo, i.I cinematografo soffrire anch'esso ·(estri~ioni nèll'espressiohe del. pensiero, _com·e succede gié in oltre ottivitéi. Per6, o quarantasei anni dallo suo nascita, non. ce ne dobb(omo aspettare lo morte, perché l'arte non m_uo– re. E il cinematografo é arte, l'arte attraverso cui l'uomo viene o dire ai suoi simili le sue passioni, le sue an– gustie e le sue speranze, per mezzo dell'eloquenza del, ',','linguaggio" visuale. J. YAZQUEZ ESCALANTE. ,_/ STUDI 1SOCIALI 25 In spagnolo_ "Retono" ("Germoglio"). E' uno dei · primi film francesi arrivati a Montevideo dopo l'occu– pazione tedesco di Parigi. L'ho diretto Marce! Pagnoi, l'autore di "Morius" e di "Topoce", prendendo l'argo– mento do ·un romanzo di Jeon Giona, scrittore dallo vigoroso personolito, perseguitato dai governi Dolodier e Reynoud per lo sua opposizione allo guerra. "Germo– glio" é un piccolo poema cinematografico, d'uno deli– catezza fine in certe porti, d'uno rude aderenza olla ·, terra ed agli· istinti che vengon dallo terra in certe oltre. Un idillio semplicissimo -con lo profondité s4q– gestiva delle cose semplici- si svolge sullo sfondo della terra abbandonato per tonto tempo al suo letargo e che si sveglio potenl'e sotto l'aratro. E l'idilio é solo una porte di questo risveglio. Il vero protagonista del film é il villaggio abbandonato e in rovir'ia,' apparentemente · morto, come tonti altri villaggi dello Francia meridio– nale, in mezzo a una terra fertile condannata olla ste– rilito da un assurdo sistema economico, che arresta la produzione non ai limiti dello necessito dr consumo, ma o quelli in cui cesso il margine di guodog·no copit~lista, cioé il guadagno che non é direttamente frutto del la– voro. Qualche anno fa un amico ci scriveva di questa desolozi.one che prendeva il posto di tonto verde e di tonto esuberanza di messi o di frutta. E ci parlova d'un gruppo d'uomini e donne giòvor:ii che si erano doti al– l'agricoltura, risuscitando olla vita uno di questi vil– leggi cadenti, presi dallo stesso ~ogno di Jean Giono; dallo st=sso sogno dei.personoggi 1 di questo film·di Pa- -gnol. Semb'rovo un ritorno alla reolté vero, dopo aver lasciato lo cittéi e le sue macchine, lo vita notturno e il "maq!,lilloge", lo .disoccupazione assurdo in un mondo in cui c'é tonto eia fare. ancoro primo d'arrivare all'ab– bondanza, e le cose dai molti pioni. Sembravo un ri– torno oHo reolt6, ed ·ero un sogno. Vedere questo deli– cotis.simo poema bucolico, dooo lo troaedia francese e c:on lo pesante esperienza di fascismo che abbiamo sulle spalle e che ci faceva prev=dere da anni il disastro, ci déi, sugli avvenimenti di questi ultimi tempi _in Francio, molti ,elementi di _giudizio che invano si cercherebpero nello gronde stampo. o negli scritti di carattere pura– mente politico. Vedendo "Germogiio", comprendiamo meglio io' stato di spirito, piu pacifista che rivoluzio– nario: di tonti c:ompogni nostrì francesi, lontani le mille miglia dolio "reolt6" dello guerra, come i personaggi di 0u.esto film, eh= lavorano per il futuro in un'atmo– sfera di pace. I dialoghi, b_enché troppo lunghi dal punto di ~isto cinematografico, sono pieni di forzo, di pòesia, di significato rinnovatore. Appunto· per questo non sono stati tradotti -almeno in spagnolo- che in minimo norte,_ e nello ,--,orte piu in<;iohificonte. cercanrlo anrhe in questi frammenti, di falsare lo s,pirito dell'originale. Nell'ultimo· porte lo guardia campestre, stanco degli. or- , dini dei superiori, stanco di dover impugnare sugli umili il bastone di comando, vuol rifarsi contadino, e, vestito onr:oro dell'uniforme dai bottoni eforati, chiede all'amico · Ponturle di lasciargli fare un solco, per provare. Ma, ocipoggiota appeno lo mono sulla stivo dell'aratro~ s'ar– resto un ist,-,nte Der levarsi l'incomodo giacca. "Eh, gié --gl( sorride Ponturle- i vestiti che servono per ub– bidire, non servono __ per lavorare". BottL!t3 cosi· ce n'é molte (neppure uno é tradotto nelle didascalie), e ci ),-n fatto pensare o Silane e o quel che potrebbe essere "Pone e vino" sullo schermo. "Pane e vino" ha lo stesso senso profondo· della realt6 permanente, dello terrà .. e dello li.berta indistrutt,bile ch'é nell'uomo,· ma ho onch~ lo -consoDevolezza dell'oro presente, che oui mon– ca. Ed é appunto questo mancanza che da a "Regain" ai nostri occhi, un significato tragico ch'ero certo lon• tono dalle intenzioni di Pognol. I. f.

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