Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941
Cosi i tre grandi cereali, i pild importanti per I/ali– mentazione· dell'uomo,· hanno un rendimento quasi co– sténte,· e in fondo hq~, sCbil'o ~n aumento· poco sen-_ sibile del totale della produzione, specialmente se si 1ien conto dell'aumento della -popolazione. Pero é giusto riconoscere che certi cereali meno im– portanti come l'orzo e l'avena -hanno migliorato 1 tl loro renélimento. Siamo iontoni dall'impressione lasciàto dalle entu– siaste e Imprudenti afferma~ioni del!'àutore. Per dare un'idea della seriet6 colla quale· stabilisce :a sua convinzione ... e quella degli altri, prendèro l'e– s2mpia del cotor-1e. Gli stocks di cotone americano sono aumentati da 26. 879. 000 di bòlle nel 1929, sino a 1 1 . 740. 000 nel 1933. "Vale Ò dire che ·neL breve giro di quattro anni la produzione del cotone é stàta aumentata piu del 400 per cento" (pag. 1 3) . Gli stecks non sono mai stati considerati come un indie:" di· p.roduz_ione. Essi indicano un rapporto pro<;lu– ;.:io1ie-con_sumo. ·s~ gli stocks aumentano, cio pu6 voler dire un aumento _della produzione, o uno diminuzione .r-,el consumo.· D'altra partè, che gli stocks del 1933 siano quattro volte piu importanti_ che -quelli del 1929 no·n indica affatto che la superproduzione d?I cotone nel 1933 sia quattro volte piu grande· che ·quella del 1929. Pu6 darsi, ed -é ·anche probàbile, che gli stocks del 1929 non s,iono mai· stati vendut_i, · e che quelli dei tre anni seguent-i si siano sommati 12er arrivare o queste tqtale· quadruplo. Sicuramente non c' é stato altro che un' ac– cwmulazione di stocks 16 dove temerariamente l'autore vuol trovare una moltiJl)licata produzion_!!- Tutto ci6 s1 sp.iega facilmente ricòrdando che il cotone in piu delle condizioni generali della à.isi -ho dovuto sopport_are lo concorrenza d'un nuovo tessile: lo seta artificiale. Colla stessa fac-iloneria' nella scelto dei criteri, collo' stesso entusiasmo arrischiato l'autore affermo o pagina l 3__;"In conclusione, é or-mai dimostrato che gi.6 a-lio stato attuale délla produzione, noi siamo inGopaci di consumgre tutto · qye'llo che saremmo capaci di pro- durre"'. · Ho cercato qualcosa che attenuasse o restringesse il ~:mso di questa affermazione. Inutilmente. L'autore of– hnma proprio che la tecnica moderna ci permette di produrre piu di quello che si potrebbe consumare. Ora, é- facile dimostrare il contrario pe-r quel che riguarda l'agricoltura. L'aumento~ della produzione non é stato piu forte 'dell'aumento della popol.azion_e. E l'esistenza di stocks anormalmente importanti,_ é dovuta ad- una re.– strizione nel -consumo, per abitante. E non bisogna di– menticare che uno piccolissima varìazion~ nel consumo · individuale ha delle ripercussioni enormi sul consumo generale. Si é calcolato che se nel Belgio ogni abitante consumasse un uovo di piu per settimana, alla fine dell'anno si avrebbe un aumento nel c_onsumo di 450. 000. 000 d'uova: Consumo del grano (kg. per abitante) Germania Belgio ..... . Francia .... . 1909-1913 86 234 223 ' 1925- 1928 81 185 199 Le cause di questa riduzion_e nel consumo del grano sono molteplici e non provengono tutte da un sottocon– sumo assoluto. Si mangio meno pone e meno posta per.– ché si consumo uno maggior quantit6 di carne e ver– dura. Pero questo ha poca importanza qui. 'L'importante é che non c'é una superproduzione reale -:-cosa che l'autore riconosce piu tardi ~ontroddicendosi- ma solo una produzione superiore al potere d'acquisto. . E non bisgono dimenticare che·, centinaia di milioni d'esseri umani non mangiano oncòro abbastanza, e per nùtrirli convenientemente la produzione e gli stocks at– tuali ,sarebbèro ridicolmente insufficienti. Per esempio, per• aumentare d'un chilo per settimana il consumo medio di r.iso dei 300. 000. 000 d'indu, coso che non sor"ebbe straordinaria, tenendo conto della carestia che devasta grandi . province dell'India, ci vorrebbero an– nualmente 150. 000. 000 di quintali, cifra che rappre- 30 sento la'· 6. • porte della produ,zion-e del globo nelle buone annate. Dal punto di vista puràmente tecnico,· l'autore_ ha una fede inge,nua nelle cifre. Allinea migliaia di calorie per dimostrarci che possediamo una forza centuplicata. Sfido chiunque- o fare un calcolo accettabile in questo genere -di valutazioni, per quel che si ·riferisce al mondo moderno e, o maggio~ ragione, per il mondo antico. Certamente egli deve aver· preso questi doti nelle sta– tistiche di' certi professori nòrdamericoni, passati ad · essere maestri nei giochi di prestigio intellettuali o tal punto da mistificare -se stessi e da_ prendersi sul ·serio nelle elucubrazioni più ridicole. . A pagine 14 l'autore dice che "la nuovo eta é ca– ratterizzata ·dal fatto che l'umanité ho trovato il mez– zo di bttingere l'energia motrice nella natura inani- mata". · c. Di che c;:oso vuol parlare; del vapore? dell'elettricité? lo non voglio diminuire l'importtlinza dello rivoluzione industriale determinata dall'uso. del vopo.re, e poi do quello dell'elettricit6, mo non bisogna d imenticare che l'energia non umano o non animale era usata da molto tempo grazie ai molini ad acqu_a ed olle navi a vela'. . E chi vorré calcolare questa ènèrgia in çalorie? E' bene poi ricordare-che 'il capitali~mo aveva gi6 tutte le sue caratteristiche prima· della rivoluzione .. industr'iale, di– visione rqzionole del lavoro, concentrazione delle im– pr_esé, ecc., e che i suoi metodi ave.vano migliorato considerév.olmente il rendimento e la produttivité. fl resto dell'opuscolo é una serie continuo ·d' affer– mazioni senza dimostrazione. Sembra che !_'.autore pensi veramente che con appena un altro po' .çli progresso - si arriverebbe a non avere piu -bisogno di lavorare. Par– lo si, in~ qualche parte, di servizio sociale. Pero non c..' é dubbio che per lui la produzione ha cessato d' es– sere Ùn problema importante. Noi abbiamo il dovere di cercare, di rettificare le n0stre . convinzioni, di migliorare i nostri programmi, nella misura in cui ancora ce ne rimangono. Mo bi– sogna farlo con la· probité intellettuale dell'investig~– tore nel suo laboratorio, e coll'attenzione dell'artigiano o dell'opernio, a cui un erro~e puo costare immediata– mente un braccio o la vita. Questo in quanto all'opuscolo. Adesso vorrei aggiun– gere qualche cosa per quel che riguardo i risultati dello motoculturo. Mi manco il tempo per fare uno studio ,;erio. foro solamente alcune osservazioni sugli Stati · Uniti, giacché in questo paese 's'é sviluppata piu che altrove l'a motocultu-ra. Negli Stati Uniti . il numero di trattori si é piu che triplicato dal 1920 in poi, passando da · 246. 000 nei 1 920 o 853. 000 nel 1929. Nel 1926 lo~ stato di Kansas aveva 8. 275 falciatrici combinate e 20. 000 ·nidi 1.928. Lo popolazione rurale degli Stati Uniti é diminuito do 3 1 . 000. 000 nel 1920 a 27 . 000. 000 nel t 1930, ossi~ una diminuzione di circo 400 ..000 per– sone a Il' anno. E odesso, quali sono le ·cause dello crisi ogficola ~– nume;rate dagli esperti nordamericani? An:;itutto, il co– sto del materiale, e in secondò luogo l'elevato costo della manutenzione e della distribuzione. In _altri 'ter– mini, le macchine vengono a costare troppo core, non pagano, e le spese provocate dai nuovi m~todi, da,ll'àl– lon._tanamento, ecc., s'aggiungono al costo delle mac– chine per far sf che i ·moderni sistemi-di sfruttamento non lascino profitti. - Ecco la .conclusione: "In molti Stati ci si chiede se non sarebbe ragionevole sostituire la cultura estensivo a una cultura che si· cercava c;li_rendere il piu intensive, possibile; perché le spese che rjchiede uno sfruttamento intensivo della terra non trovano una ricompensa suf- ficente": · Ancoro un' altro osserva·zione: i ·trattori hanno sosti– tuito i cavalli. I cavalli erano. alimentati con foraggio coltivato nelle fattorie stesse. I contàdini hanno ·col– tivato i campi _di foraggio e vi hanno seminato del grano supplementare. E han fatto venire· da molto lontano e a prezzo elevato, l'essenza per alimentare i trattori. Per poter piantare in grande scalca hanno soppresso le piccole coltivazioni accessorie ·e quelle alternate.· Ri– sultato paradossale: il grano non s'é potuto vender.e I
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