Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941

rico latino (a J. Gobriel non piace 1-'espre~ione che sostituisce con l'altra lberoomerìc•a). Anch'egli parte dalla bas:; che la Spagna, la nazione conqùistatrice "non é Europa, é lberia, che confina al Nord con i Pirenei e al.Sud con il Sa.hara" (p. 36 ·di Aclarociones' a lo cultura, Buenos Aires, 1940). "'L' lberoomerico é il suo popolo; l'Europa. é la st,Ja classe governante" (p. 84). L'Europa, per José Gabriel, é classicismo e classico, secondo lui, é tutto il contrario di popolare. lberia, secondo lui, non é l'Europa, perché non eboe feudalismo se non sporadicamente, perché il suo diritto pubblico non procede· dò_l signore ma dalla comunito, perché é _onti:-classica, come "anti-classici sono i suoi prodotti geniali: il suo federalismo politico, la sua tol– leranza religiosa, la sua monarchia costituzionale, il suo repubblicanesimo,. la suo milizia popolare, il. suo in– dustrialismo precursore, la sua arquitettµra umano, il suo conto piano, il suo "romancero" anonimo ... " (p. 88)-.-E' curioso notare come tutti questi elementi (senza eccettuarne uno solo) si ritrovino con maggiore inten– sita che in Soagna, i~ Italia, e, in varie misùra, négli _altri paesi d'Europa. D'altra porte, restando nel campo letterario di cui si occupa specialmente José Gabriel in questo parte del ~uo libro, si potrebbe domandare: fino o che punto l'Europa é g~eco - latino? fino o che punto la cultura greco - latina é. aulica? · Perché dalla Spoqno e dall'America spagnolo do– vremmo guardare· Ì'Europa çon gli occhi con cui per 1'anto temoo (fino .alla rivoluzione del '36) l'.Europo ha guord~ta la Spagna? Un' giorno· o l'altro m'occu– per6 del problema inverso,· ché ne ,vale lo pena. Che cos'era lo Spagna per ·1 1 Europo] Ero definito, nel suo presente e nel suo passato, dalla suo veste ufficiale: Carlo V e Filippo Il, i viceré avidi, i sol'doti fanfaroni, i titoli altisonanti, il gongorismo, l'inquisizione ... Per le Fiandre lo Spagna é. ancora il duca d'Albo e il tribunale· dei torbidi, come per la Spagna la· Francio é ancora Napoleone e "Pepe Botello" e l'Italia é rap– presentato _dagli aereoplani di Mussolini che lasciavano piovere bombe sulle citta in pieno 'fervore creativo. E qual'é lo nostra missione, se non quella• di distrug– gere queste menzogne convenzionali che h_an gia fotto tanto male? Perché dobbiamo crearne di nuovo? · Enrique L6pez Alarcon, nel prologo al libretto di SoL!chy, Entre los campesinos de Aragon,. riattacca le èomunjt:6 libertarie_ spagnole in fiorente .sviluppo nel periodo in cui il libro fu pubblicato, a tutta la tradi– zione millenaria del ..comune mediterraneo, senza far nessuna distinzione di razza, con _un criterio molto piu ampio e molto piu storicamente esatto. "Studi Sociali" pubblico a su tempo larghi estratti di questo prologo, tutto impregnato da uno spirito a cui, secÒndò me bisogna tornare. I. f. Gold O'Bay: "LA GRANDE RIVOLUZIONE IN MAR– CIA". - Ed. Gruppi riuniti dell'antracite. Stati Uniti. i 940. Edizione spagnolo, a cura dell'U.A.1. · Buenos Aires. 1940. L'opuscolo nel suo, i;,sieme espone molto esattamente il punto di vista diffuso dal.le organizzazioni socialiste e sindacaliste francesi, fra le due guerre e particolar– mente dopo la crisi ecqn.omicÒ del 1929. C'é differenza naturalmente nella par'te che si riferisce olle soluzioni, pero non he porlero pe~ non estendermi fuori del tema che m'interessa discutere: i risultoti del progresso tec– nico capitalista. Tutte le cifre che citero sono prese dall'inchiesta 1 sulla crisi agrkola, pubblicata dalla S. D. N. nel 1930. Una delle principali osservazioni che si possono fare all'autore di quest'opuscolo é quella ·d'avere accumulato molti numeri· senza mai citarne le fonti, e senza nem– meno lasciar sapere al lettore, che i numeri, nello stato attuale dello statistica, non sono che precarie indica– zioni che. devono essere usate con molto prudenza. Gli autori americani e sovietici hanno usato ed abusato delle cifre, destinate piu o meno coscientemente a sba- lordire il pubblico o ad ingannarlo. . L'autore enumera le ridui;ioni delle piantagiÒni, e ie di-1;truzioni dei prodotti (pag. 7 e 8) e èonclude: "Questo fenomeno é la risultante diretta dello rivo– luzione tecnico-chim.ico-meccanica. che, con la macchi– r-.a e..., l'energia motrice, ha sostituito l'uomo in tutti i campi del la produzione". Lo macchinò non é "stata introdotta e non ho SO· stituito l'uomo eh~ in un numero limitato d'industrie. e -in _qualche paese. Non ha ancora sostituito l'.uomo ìn tutti -i campi della produzione e non ci riuscir6 mai, perché il lavoro umano sar6 sempre necessario, non fosse che pe_r concepire, dirigere e riparare queste mac– chine. La distruzione dei prodotti e la riduzione delle è- . stensiqni coltivate non dimostràno necessariamente che. ci sia stato un oumento · della produzione; ci puo es– sere stata. semplicemente una diminuzione nella ven– dita, dovuto alla diminuzione degli acquirenti. Ma quan– do c'é stato realmente aumento· de·lla produzione, bi– ~ogna distinguere quello che proviene da un aumento delle superfici coltivate, da quello che ha per causa il maggiore rendimento_ d'uno stessa superficie. In fine, questi due aumenti sGno una cosa diversa dal progresso èlovuto al miglioramento dello produttivita del lavoro umano, che nell'agricoltura si_ traduce generalmente, non in un aumento della produzion'e, ma in uno di-. minuzione dello mono d'opero impiegata. Pu6 darsi che i tre fenomeni coincidano nel contribuire a un aumento dello produz'ione. Per6 bisogna pur:.e distinguerli, per r.on commettere un errore d'interpretazione ed ottri– b~i re all'uno il merito che corrisponde all'altro. Non é superfluo ricordare che in materi,o di cifre · ·agricole, b.isogno '.Sempre. tener conto. del fattore at– mosferico e delle condizioni. generali. Cosi nell'anno 1926 av~mmo un rendimento veramente eccezionale nello produzione del cotone. Gra"nde progresso tecnico? Nient' affatto: una temperatura particolarmente favore.– vole. Un altr'anno, il 1932, registra una dimihuzione molto forte nel rendimento. Si deve a una regressione tecnica? No, semplicemente all'invasione d'un insetto, il tonchio, nelle piante di' cotone. Quando si confronto un anno con l'altro bisogna badare a non sceglie.re an– nate eccezionali e o non tener conto che délle medie; e le .variazioni sono spesso tali, che non é sempre pos– si6ile sapere come si devono interpretare. E' normale e abituale_ pensare che l'uso· dei concimi e lo selezione dei semi abbian oermesso un migJioro– mento notevole del rendimento di grano per ettaro. Se si esaminq· questo rendimento nel· mondo~ intero si or– rivera a questo quodi-q statistico ( in quinta I i) 1909-13: 10,4; 1925: 10,2; 1926: 10; 1927: 10,4; 1928: 10,9. medio l 0,4 Questo non vuol dire che il rendimento non sia au– mentato in questa o quella regione; pero significo ché i nuovi metodi hanno permesso sopratutto. di co'!tivare terre che non avrebbero dato un rendimento sufficente · con i vecchi procedimenti, e che nell'insieme, tenendo conto di tutto la produzione, il rendimento non é cam– biato, giacché all'aumento della produzione s'occòmpa– gna l'aumento corrispondente delle superfici coltivate. 'hlella coltivazione del grano turco si trovano più o meno gli stessi risultati. ì909-19l3 1926 1927 1928 1929 Per la superficie Per lo produzione 100·· 104 l 03 108 l 07 100 t07 104 102 106 · In mèdia dal '26 di '29 lo superficie é 01,.1mentato un po' piu della produzione. Lo stesso il riso: Superfici per gli stessi ·anni·: l 00, 112,112,114, 11.3. Produzione: 100,109,109,113, l 11. . 29 ,,,

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