Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941
/ d,sti~g'uèrvi" ~ ge~i di vita libero il 'cl.li sviluppo': biso– 'gno aiutare. rapporti trò· le fon:e rivolu::r:ionarie e antifasci·ste. Fra i_ miti con cui si é 'cercato di t'ràsci:~ore · le,,follè nèlle piu svariate dir_ezioni èè n'é uno, che ho .àvuto ed ho l'tfficoGio d'uno boe:chettO magico: l'unita. L'u- 1~it6 dello patrio confro lo straniero, ·l'unita del prole·– torioto nello lotto contro il capitalismo, l_'4nit6 delle_ forze democratiche, l'unita antifascista, ecc .... Pétain chiede' l'unione de·i francesi a-I serviz·io dello Germania, come· ieri C0chin lo chiedeva al servizio del Fronte Po– polare. Al Moloch de-ll'unrtò partiti socialisti e le· organiz- -zozior:ii/ sindo~cili ,d'Europa ho~ sacrificato -"'---primCJ _del patto nazisovieticoi__ l'ultima l'oro scintilla di vì.talit6; 'al- Moloch dell'unÌt6 é sfato sacrifi~oto lo Spagna. Con il ricotto ~el1'unito i partiti autoritari e specLolmente il partito comunista riusci!©no · a -priyare la F. A. I . e la ' C.N,T. de'lle loro_;.migliori armi materiali.e spii:,ituoli.· Ca .!otto c9nho: il fascismo pone .un problema di for-. za, ma on<::he un problema ·di idee. 11 fascismo é _uni– formi-tò rigido e povero, impo~ta da un'ol_igarchio a mi_liGni e milioni' d'uomini; non I pu6 essere sconfitto che- do) li_bero i~pulso de!ila forze vitale che é ;ricca, e, pe'rché _tie:co, é v;rio e· mòltepl ice. Le "concentr~ - zioni", le·" unita.d'azione", .i "front.i popolari" di triste memoriò (che potrebbero risuscitare) non sono che· brutte copi~ del "portit~ unico" dei regimi total-itari. Nel migliore dei cosi --cioé nel caso in cui que5ti or-"' ganis~i unitari non siano direttamente o indirettamente 'al seryizio d'alcun governo-- lo loro tattica sar6 il risultc:;;to del minimo• comun denominatore. ideale delle~ correntì che 1 in essi ~.i fondono. ·Ed. oro lpiu che mai ab– b'iam · bisogno di' massimi e non -di minimi. ~ .... ! ' Si cita spesso !'·esempio_· della Germania, in cui · la rivÒlit6 feroce fra la Socialdemocra-zia e il Partito Co- 1;-ur:iisto ha· ind 0 ubbiaménte favoritG lo vitto.ria pacifico ed elettorale di Hitler. Ma bisognò osservare d_ue co~e: ~1) Né l'un partito nell'altro (ricchissimi entrambi di · forzo materiale) aveva uno sufficente for±a .morale per resistere oi"le oscure e primitive correnti !'i_viluppate i;; Germa~ia do!Ì~ gue'rro e' ancor piu dalle sofferenze , ·della postguerra e canalizzate a suo profitto dal nazi– smo; un'educazione classista, autoritaria, burocratica r.o,:i-~ra la piu·odatta a suscitare nel popolo lé neces– scrie forze di resistenza, specialmente_ dopo che i' piu - ' / autentici ,rivoluzionari furono eliminati dal coqipo dello lotto, con mèto,di veramente prefoscisti, dal,_ governo democratico tedesco, ·to:ito ommiro_to da tutti i socia– Jòsti europei. Il) Non l'esistenza, di due grandi partiti separati da diversit6 d'idee e di tattica favori li trionfo d~I fascismo·, ·mo la loro sangui_hosa rivolit6 e i( fatto che:· di fronte o .questo cg_nfl itto 'per I'egemÒhiÒ sul voletorioto, lo lotto contro il Jciscismo rimanesse -rel~– ç;qto t:1 un secondo piano. Non· si nego che ci siamo partiti antifascisti a cui' t,n'ollemnza strettà a magari uno fusi·one pù6 convenire in- quepto momento. Pero noi, che non vogliamo -arri– vare ·al potere, che siamo antiunitori per definizione, ci muoviamo in un, altro piano. Per il bene delle'llostre idee e de.Ilo_ stesso lotto antifascista i~ cui no_ri siamo gli unie-i combattenti, 9obbiomo rimanere noi stessi. Ab– biamo. co_n altri un· comune nemico, un comune bersa– glio. Colpiremo insieme; tonto meglio. Qobbiomo anche cercare EJ~"esta coincidenza di colpi; e l'efficacia sor6 molto r,;n_6gigioreche se i colpi partissero tutti da uno 20 > ste?so formazione. Non é necessorià l'unita per ricor– care ai combattenti che i,1 nemico princi_pole é il, fosci– srr,o, che non bisogna sprecare pallottole, e cl_,e ogni ,✓ - ~confitto. del tÒ'tolitar.ismo, é uno vittoria d~Ìla liberto, • è un posso avanti sul'lo nostro .sfrodo. Noi obbi~m~ _10 riostrn funzione do compie~e é non possiamo compierlo se non conservando tutte le nostre caratteristiche. Si · 'ci ice: siamo pochi. E' uria ·ragione di piu. S,o ci con-. fondiamo col ·gran numero lo nostra parola -éhe non é mai stata cosi necessaria- si_perderò nel cç>ro, tonto piu che i dom.inoto'ri in otto o -in potenza hqnno tutto i'interesse che noh si sento. Noi siamo, convinti che, SE> il_ p,rivilegio politico ed economico non pu6 sussi– s1ere c·fìé- burocratizzandosi ed "anchiloscindosi ·nei' fa– scismo, lo democrazia, per vince·rè to.ntro i totol_itori, ce~~ ~ubi;e uno profondo trosformo~ione in, seno liber– tario, Compito nostro é aprire lo strada ai germi di questo- trasformazione, che esistono ~ sono 0 pierìi di vi1'o ,e d'ovveniré. Non: possiamo farlo :se_ lavoriamo in– auodrati con i seguaci di Churchill 0 di De Gaulle; che vogliono conservar~ le co.o_dizioni a~tuÒli, moclificond?l.e solo un· p0'- (molto poco) -nel_ ser;iso d'uno maggior ' li6~rtçi:__ nei programmi dr ricostruzione ·futuro, e modi– fcondol_i obbastoi:za nello r-eolt6, fin do adesso, -in' senso autoritario__: obbedendo_ olle necessita cléllo guer- - ro: Per questo pensi;mo che non ci si. debbo' impe-' ~' - · gnare, come· movimento, negli organismi di concentro- . zi~nè- ontifoscist~, p~opizioti' da,i .partiti ou·toritar'i ,o, · 'nei p__gesi • piu def1? 0 ~crotici,. addirittura dai_ govei:ni. - E pènsiamo che, nelle" diverse emigrazioni, sia_ un errore farsi ossorbire 1 do corr1e·1;ticome "Francio Libera", "lto-, Iio Libero"-, ecc. J I che non ·vuol di re che _non si dèb 0 · bono considerare/ con (maggiore 0 1z1inore_secondo i. casi) simpatia quèsti movimenti che in 'ques.to momen-. t-c comboì,l;ono contro un nemico che é il nostro; il eh~ non v~ol ~ire che si d~bbo,•gettore l'anote~o su qualche compagno che pensi di potervi partecipare a titolo indiyiduole-) il che non" vuol dire clìe su qualche terr.eno o ln qualche episodio della lotto n0n ci•,si posso · incontrare'. E' bene anzi cercare; ·nell!ozione, lo coin– cìdenzo J 1 l'à.ccordo. Mo.· pe[. !·o risoÌuzior{e dei grondi problemi che lo· reolt6 pone in questo ~omenJo oll'E-ù– ropo e al mondo non si pu6 lavorare insieme. ~ Occùpiomoci _in particol.ore dell'Òmbiente italiano. Gi ,si dice: dimentichiamo le differenze. Nòi dicio- 1 . ' , mo.:• nessuno voc'e é di troppo. -e l'uniformit6 hitleriano - solo ~PU? essere sconfitto, do-I pu'llulore delle qiversit6. l1 rispetto olla diversitq, dopo quest'orgia songu~noso d'impos'i'zione totalitario i ecco f'òrdine nuovo per cui é necessario combattere. :Ci dicor:io di loscio·re da porte _.,.le·differen~e e ci donno·-gli otto pun,ti di Churchill-' Roosevelt e ci offrono come modello l'opera diplomo- . , \ tico di Sforz,o nel _periodò prefoscisto. Sconfiggere il foscismo. e restituire oli' Italia il suo posto di nozione grande. e, -rispettato, :')ibera fra · nozioni !'ibere. Que;to _ é il programmo. massimo, per. oro. Dopo, dicono, pen– seremo agli altri problemi, e i socialisti cercheranno il socialismo. e i repubblicani· lo repubblica. Si . sente in loro (non _in' tutfi, mo in molti) uno specie di com– plesso' d'inferiorit6 per il fotto d'essere italiani, per il fotto che il foséismo, dando il è9lpo di grazio olla -Fronda rr.ioribonda e I.asciandosi poi battere ~u tutti i éompi di_ battaglio come servo ·codardo di Hitler, _abbia. r.iocchioto l'onore nozionale.' Cé 1.mo certo -préoccu– pozione di rest_ituire olr'lfolio il _suo onore perduto agli· - cechi. ,dei democratici. del mondo. Noi non I siam.o nazionalisti e qùindi n,on sentiamo questo compÌ~s~o d'inferiorit6. Non p.ensiomo che il
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