Studi Sociali - XII - n. 1 serie III - 31 ottobre 1941
molto da costruire; ma abbiamo anche -oggi- ass9ì _p,u di ieri- molto da difendere. Abbiamo da difendere quest'eredité liberafo che nelle _nostre man•i si trasforma in l.ibertaria. Nettlau ho s.critto su quest'argomento a I– cune delle sue piu belle pagine. Qu.anto piu debole, . claudicante .. moribonda sia la democrazia borghese, tan– to piu serio e grav:e é questo nostro dov'erè. La democrazia che si basa sulla propriet6 pri_vata e nega il socialismo, sbocca nel fascismo (solo cosi pu6 perpetuare il privilegio economico); il socialismo che non. vuol rinunciare olio Stato e éhe fa anzi_ dello State il creatore dell'economia socialista, sbocca -come· in Ru.ssia- nel fascismo (solo cosi py6 man~nere il pri– vilegio politico). Bakunin e tanti der nostri l'avevano previsto? Tanto maggi~re· é, per noi che siamo soe+ali– sti e libertari, la responsabili~é di questo momentò de– cisivo. Una delle ragioni per cui il socialismo, che ha senza dubbio per sé l'avvenire (il progmsso tecnico· distrugge . il capitalismo privato ed apre le due strade,. del totali– tarismo statale e del soc.ialismo liber.o) sì trova in ·questo momento in franco regresso,· é l'essersi basato su ano realté storica transitoria: il proletariato (con– trapposto al capitalismo); invece che sulla permanente realt6 dell'uomo. Il proletariato non é piu la massa e il capitalismo privato non é piu il principale n,emico; la bor·ghesia s'avvia a non essere piu la classe dominante. Una rivoluzione s'é prodotta e non l'ha· fatta il popolo; l'ha fatta la macchina. E la classe dirigente e privile– giata si sta impadr~nendo di qL!esta ri':oluzione ( il fa– scismo non é altro che questa presa di possesso) mentre il popolo, i democratici, le grandi organizzazion_i sinda– cali, i partiti cosidettì dì sinistra ·non si sono ancoro accorti di questò- er1orme ·trasformazione in atto. Di fronte a questo cambiamento maturato nell'or:i- (la famiglia non é un esempio di spontaneo giustizia distributiva?) per mezzo d'una decèntralizzazione ché permetto il controllo diretto di tutti gli interessati. L'armonio fra il· lavoro manuale e il lavoro intellet- tuale é ora piu facile da ottenere che .quando ne par– lova Kropotkin, giacché in un'economia non basato su_l guadagno e tendente quindi tanto al risparmio dello sfo_rzo umano quanto all'aumento della· produzione le ore di lav.oro manuale devono necessariamente diminuire come conseguenza del progresso tecnico. L'attivité cul– turale pu6 tendere quindi a prendere un posto sempre maggiore nella vita dell'uomo. Se ci6 non é attualmente (e se guardiamo la storia non per anni, ma per decennr e· per secoli vediam9 che il fenomeno si verifica in parte anche ora\ ci6 si deve al fotto che l'interiesse di chi domina é quello di mantenere nell'ign9ranza i do– minati. E' q·uesto un problema- piu politico ancora che economico. La lottò cont'r~ l'autorìté é lotta per la cultura . ~elle linee generali dunque il programma anarchico ricostruttivo, che anticipava t tempi quando fu formula– to, conserva tutto il suo valore dinamico. Per la demo– lizione e per la tattica di lotta il cambiamento é invece notevoÌe. Noi vogliamo distrug.gere lo Stato, il capital·e, il dogma. La l~tta contro lo Stato é stata per molto iempo una lotta contro la legge e contro il sistema rap– presentativo. Era cosi legittima e ben infocata che gli stessi nostri. argomenti, ripresi dai totalitari, costituisco– no, insieme all'evoluzione della struttura economico, l'arm,a piu efficace contro le vecéhie democrazie e la ragione principale della maggior vitalité degli Stati fa– scisti. Saribbe molto comodo, ed altrettanto inefficace che oggi ci limitassimo a combattere contro l'ipocrisia della legge (quando questa legge· non ~ piu o_sserv,ata bro e che prende ora l'aspetto d'un cataclisma, il pro- - · gromma anarchico non solo rimane integro nelle sue li- da nessuno) o i~sistessimo sul l'ostensione elettorale ( in un momento in cui il Parlamento perde tutti i giorni un po' del suo valore). Ci sono ora oltre gatte. do pe- nee generali; mé acquista una nuova aderenza alla reci- ta. Quel che sembrava ieri utopia é oggi un'esigenza dei fotti. Ci6 non vuol dire che oro si possa parlare agli uomini i'n tutto e per tutto con le parole di Ba– kunin o di Kropotkin. Il . materiale con cui vogliamo costruire lo liberté é cambiato: sono cambiati gli uo– mini, sono cambiate le cose. Molte realto oppressive che gli anarchici del secolo scorso vol;evono demolire · sono cadute o stanno cadendo sole; nuove e piu pote_nti barriere ·sono sorte sul nostro cammino. Lo demolizione, lo ricostruzione, lo tottièa di · lotta·, presentano nuovi probiemì. ,-. -,,-· Lo macchino, mentre da un lato libero l'uomo dolio catena d'un lavoro manuale estenuante e permette ri– durre il tiempo dedi_cato olio sforzo puramente materiale, esige un aumento del lavoro dei tecnici e creo nuove classi sociali lo cui· importanza quantitativa e quolito_– tiva s'avvia a sostituire l'importanza tradizionale del proletariato. Il sindacato non appare piu (a molti di noi non é mai apparso) come l'elemento basi-co dell.o tt · I d · fattori d'un nuovo stru uro, SOCIO r mo come. uno e1 tutto assai piU complicoto4k_'_uomo "consumatore" s'av– via a prendere i I sop·ravvento sul l'uomo "produttore"; la distribuzione dei prodotti costituisce un problema tonto importante quanto quello della produzione, nelle attuali condizioni di scor-sit6 e in quelle d'u_n'ipotetica pero probabile, abbondo!'lza futuro. Questo problema di distribuzione ammette due solu– zioni: o lo risolve lo Stato e abbiamo la militari~zoziane totalitaria delfo vita, perché ch_i é · padrone del pone, é padrone delle anime e dei corpi; .o si risolve olio base lare. La democrazia parlamentare sottomesso alle forze del danaro, ci ha condotto con i suoi vizi, con le sue debolezze, con le sue innate contraddizioni int·eme che noi abbiamo sempre messe in luce, sotto gli ort.igli d'un nuovo tipo d'a·ssolutismo, peggiore di qualunque altro nello storia, che non solo ci priva di quelle liberté ele– mentari e di quelle possibilit6 di vita che lo Stato del'l'.'o– crotico ci ·offriva, mo diminuisce anche, se trionfa com– pletamente, la speranza d'uno prossima crisi di libera– zione, in quanto questo nuovo asso/utismo rappresento appunto una delle due possibili soluzioni (quell9 nego- .diva) di questa crisi inevitabile. Lo guerr-o attuale, mal– grado ì residui del vecchio conflitto fra imperialismi, é. -:oprotutto un episodio di questa_ lotto complicata dei_ tre elementi: la liberté (impossibile senza il social.ismo), il vecchio e traballante compro'messo demo-plutocratico fra autorité e liberto, compromesso basato sullo. propriet6 privata, e infine, l'outorité totale ed assoluta, per cui la ricchezza sociale é strumento di dominio. Questa lot– ta non si combatte solo nei campi di battaglia; sopra~ tutto non si decide sui campi di battaglia. Si combatte e si decide specialmente all'interno delle hazioni. in cui lo crisi non é stato ancoro risolta in senso totolifariò. Il vecchi~ mondo plutocratico é diviso perché so che ha tutto da perdere tonto con la vittoria quontò con_ lo sconfitta militare del totalitarismo e spera qhcora d'ar– rivare al compromesso. Tra i due assoluti preferir6 an– coro, all'ultimo momento, lo vi-ttoria di Hitler; che al– meno assicuro lo cons~rvozione del principio gerarchico e del privilegio politico ed economico per q.uonto buro– cratizzato e statalizzato. 15
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